Il maremoto che colpì Sciacca nel 1951: quando un’onda di oltre 3 metri danneggiò imbarcazioni e case

5 febbraio 2021
  • Pima un forte boato, poi il mare si ritirò e poi un’onda spaventosa…
  • Novembre 1951: quando la furia del mare travolse il porto di Sciacca

Pima un forte boato, poi il mare si ritirò e poi un’onda spaventosa…

“Nel Canale di Sicilia… pericolose onde anomale possono avere origine anche da fenomeni gravitativi in quanto l’insieme del contesto descritto costituisce un sistema tendenzialmente instabile, con possibilità di cedimenti dei fianchi e/o collassi di settore, comuni nei rilievi vulcanici sottomarini, nelle isole vulcaniche e nei vulcani prospicienti le coste’. Ed a fronte dei negazionisti, ecco cosa è successo a Sciacca, non nel 1908, ma il 12 Novembre del 1951, quando, dopo un forte boato, il mare si ritirò improvvisamente, lasciando scoperti i fondali del porto e determinando la rottura degli ormeggi delle imbarcazioni; l’onda anomala con la quale le acque riaffluirono, danneggiò le strutture portuali, alcune case e diversi magazzini, comportando la dispersione di parte della flottiglia peschereccia di Sciacca, con danni stimati da una Commissione parlamentare superiori ai 40 milioni di lire (stiamo parlando del 1951)”.

Novembre 1951: quando la furia del mare travolse il porto di Sciacca

“L’evento è da mettere in relazione con l’esplosione di una sacca di gas, in quanto il maremoto non era stato anticipato da alcun terremoto, ma soltanto dalla violenta esplosione avvertita prima del ritiro delle acque del mare. L’evento fu così disastroso da fare intervenire il Governo in aiuto alla popolazione, come si evince dalle cronache parlamentari del 1951. La descrizione di questo maremoto venne riportata anche in diversi quotidiani dell’epoca, ma in particolare, la corrispondenza dell’inviato di Palermo del 12 Novembre 1951 per La Stampa è utile a comprendere l’entità del fenomeno ed i suoi devastanti effetti: ‘Ieri, verso la mezzanotte e mezza nell’interno del porto di Sciacca, improvvisamente il mare si sollevava fino a raggiungere l’altezza di oltre tre metri e, con una gigantesca ondata sovrastante le banchine, si abbatteva con violenza sull’abitato. Le circostanze con cui il fenomeno si è manifestato fanno pensare ad un autentico maremoto. Le barche, che in numero di oltre 150 nell’angusto specchio d’acqua formavano quasi un ponte, all’urto tremendo dell’onda, rotti gli ormeggi, sono state trasportate via dal risucchio. Uno spettacolo desolante si presentava nelle prime ore dell’alba nella sconvolta marina e lungo il litorale: barche affondate, rottami alla deriva, motopescherecci dalle fiancate squarciate a cavallo delle distrutte banchine. Mancano una trentina di battelli; circa duecento metri di banchina sono stati divelti dalla furia delle acque’”.

Tratta da un’intervista a Domenico Macaluso (qui l’intervista)

Foto tratta da Blue Planet Heart

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