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Sbagliatissimo fare lavorare i percettori del Reddito di cittadinanza nei Comuni!/ MATTINALE 486

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  • Il Reddito di cittadinanza è un fallimento. E rischia di creare altri danni se verranno coinvolti i Comuni 
  • Ormai è solo bieco assistenzialismo pagato indebitando lo Stato
  • La proposta sbagliata dei leghisti di Palermo Igor Gelarda ed Elisabetta Luparello
  • Già Regione siciliana e Comuni sono incasinati tra precari stabilizzati e non. Il Reddito di cittadinanza non può creare nuovi precari 

Il Reddito di cittadinanza è un fallimento. E rischia di creare altri danni se verranno coinvolti i Comuni 

Cosa stanno combinando, in Italia, con il Reddito di cittadinanza? E cosa stanno combinando in Sicilia? E cosa stanno combinando a Palermo? Abbiamo già appurato che l’operazione Reddito di cittadinanza è stata un fallimento. I conti li ha fatto il quotidiano economico e finanziario INVESTIRE OGGI: “…solo il 2% di chi usufruisce del sussidio ha trovato lavoro. Su una platea di circa 2,3 milioni di beneficiari al termine dello scorso anno, parliamo di circa 40 mila persone”. Per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro lo Stato, leggiamo sempre su INVESTIRE OGGI, “ha assunto quasi 3.000 navigator, termine osceno e quanto mai pittoresco. Percepiscono 27.399 euro lordi all’anno e 300 euro in più al mese di spese di trasferta e hanno un contratto fino al prossimo mese di Aprile (di quest’anno ndr), quando probabilmente verrà loro rinnovato. Ebbene, molti di loro hanno fatto richiesta all’INPS e ottenuto il bonus dei 600 euro con la pandemia, nonostante abbiano continuato a percepire il reddito loro erogato dallo Stato, pur non lavorando. La stampa ha parlato di ‘fallimento dei navigator’, eppure questi poveri disgraziati sono stati caricati di un onere a dir poco storico: far trovare lavoro a milioni di cittadini, specie al Sud, dove il lavoro non c’è mai stato abbondante e ancor meno c’è oggi. Ogni navigator ha teoricamente sulle spalle più di 800 percettori del Reddito di cittadinanza, che deve convocare, al fine di capire quali siano le potenziali opportunità professionali che possa cogliere sulla base del loro profilo”.

Ormai è solo bieco assistenzialismo pagato indebitando lo Stato

Morale: su 2,3 milioni di beneficiari del Reddito di cittadinanza solo poche migliaia di loro hanno trovato un lavoro (il 2% circa). Un fallimento, se è vero che il Reddito di cittadinanza, per definizione, è un’iniziativa dinamica, non certo statica. Se – di fatto fino ad oggi è stato così – quasi nessuno dei percettori del Reddito di cittadinanza trova lavoro si scivola nell’assistenzialismo. Noi, in tempi non sospetti, abbiamo espresso i nostri dubbi non sul Reddito di cittadinanza, che se utilizzato correttamente è uno strumento utile e importante, ma sull’errata utilizzazione del Reddito di cittadinanza, che potrebbe provocare altri disastri sociali, soprattutto al Sud e in Sicilia. Abbiamo espresso i nostri dubbi nel Giugno del 2019, quando abbiamo letto che in Sicilia i percettori del Reddito di cittadinanza avrebbero lavorato nei Comuni: una follia che trasformerebbe tali soggetti in candidati a precari e alla loro successiva richiesta di stabilizzazione. Per non parlare dei problemi che il Reddito di cittadinanza ha creato al mondo dell’agricoltura. Se questo Reddito di cittadinanza venisse pagato con la moneta di Stato che non crea debito avrebbe un senso. Ma indebitare lo Stato italiano – aumentando gli interessi annui che si pagano sull’indebitamento – è un’operazione sbagliatissima!

La proposta sbagliata dei leghisti Igor Gelarda ed Elisabetta Luparello

Oggi, leggendo un comunicato di due esponenti della Lega della Sicilia – il capogruppo Igor Gelarda al Consiglio comunale di Palermo e la responsabile provinciale della Lega giovani Elisabetta Luparello – le nostre preoccupazioni sono cresciute: “C’è qualcuno all’interno del Comune di Palermo che dimentica che, in città, ci sono più di 30 mila percettori di reddito di cittadinanza – scrivono i due esponenti della Lega -. Nell’attesa o nella speranza di riuscire ad utilizzarli tutti per progetti utili alla collettività si potrebbe almeno attingere da loro, per evitare gli assembramenti davanti alle scuole nel rispetto dell’ordinanza del sindaco Orlando (Leoluca Orlando, sindaco di Palermo ndr). Forse l’assessore Marano (Giovanna Marano, assessore comunale ndr) non ha riflettuto su questa cosa. Glielo sussurriamo noi della Lega e la invitiamo a mettere a frutto questo enorme potenziale umano che resta assolutamente inattivo e inoperoso. Forse il Cesvop avrebbe potuto attingere, con questo avviso pubblico, proprio dagli elenchi di coloro che hanno il Reddito di cittadinanza. Non lo ha fatto, ma si può sempre tornare indietro. Questa è la linea politica della Lega verso il Reddito di cittadinanza, che deve diventare utile per rendere migliore la città. Un sostegno importante per i più bisognosi, ma anche risorse umane che devono essere assolutamente impiegate per il bene della collettività”. Egregi esponenti della Lega. Fino ad ora il Reddito di cittadinanza lo ha pagato lo Stato. Con la vostra errata proposta si rischia di creare i presupposti per consentire allo Stato di scaricare sulla Sicilia il costo di questo personale: cosa che è già avvenuta negli anni passati.

Già Regione siciliana e Comuni sono incasinati tra precari stabilizzati e non. Il Reddito di cittadinanza non può creare nuovi precari

Se, come sta succedendo, il Reddito di cittadinanza ha fatto trovare lavoro solo a pochissime persone, ebbene, significa che è un fallimento ed è più corretto, se deve essere mantenuto, dargli una diversa veste giuridica. Lo Stato pensa di tenere a stipendio oltre 2 milioni di persone a vita, continuando a indebitarsi? Sono problemi dello Stato. Far lavorare i percettori del Reddito di cittadinanza nei Comuni del Sud e della Sicilia è una follia. Perché si ripeterebbe quanto avvenuto con i Lavoratori socialmente utili (Lsu) della seconda metà degli anni ’90 del secolo passato: creati dallo Stato e poi sbolognati alla Regioni e ai Comuni! Se i bilanci dei Comuni siciliani oggi sono in ‘rosso’, ebbene, questo è dovuto anche all’alto numero di precari che hanno intruppato, in buona parte stabilizzati. Se i Comuni siciliani, oggi, pagano un numero impossibile di dipendenti, questo è dovuto al precariato, peraltro con risultati amministrativi modesti. Crearne altri con i percettori del Reddito di cittadinanza sarebbe deteriore e insostenibile economicamente. Uno dei motivi che crea tensioni tra la Regione siciliana e Roma, oggi, è il turnover nelle società e negli enti regionali, comunali e – sembra incredibile, visto che le Province siciliane sono ormai inutili, a parte la gestione degli appalti – provinciali. Ma questo è un tema che svilupperemo a parte.

 

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