Crisi al Comune di Palermo: sul Tram Giusto Catania dimentica il TAR. La ‘tela’ di Gianfranco Miccichè. E Cateno De Luca…

1 gennaio 2021

Quella in corso al Comune di Palermo è una mezza pantomima. Giusto Catania e Sinistra Comune la buttano sul mancato mutuo per il Tram. In realtà, su progetto Tram pesa un ricorso al TAR Sicilia per il quale il pronunciamento è atteso a metà Febbraio. Sullo sfondo l’accordo tra Forza Italia di Gianfranco Miccichè, i renziani e il PD contro Lega, Autonomisti di Di Mauro e Fratelli d’Italia. La variabile Cateno De Luca 

Restando un un piede dentro la Giunta comunale di Palermo e con un piede fuori, Giusto Catania, il ‘capo’ di Sinistra Comune – il cartello che raccoglie Rifondazione comunista e SEL del capo luogo della Sicilia – dice una mezza verità, ma dimentica un’altra verità. Dice che il sindaco Leoluca Orlando sta pesando ad una nuova maggioranza; ma dimentica che a metà Febbraio il TAR Sicilia (Tribunale Amministrativo Regionale) si pronuncerà sulle procedure del progetto delle nuove linee di Tram, procedure che sono molto confusionarie e raffazzonate: e non è affatto detto che, questa volta, i giudici amministrativi diano ragione al Comune di Palermo.

Come sono andati i fatti li abbiamo riassunti nell’articolo in cui abbiamo raccontato che, in Consiglio comunale, le opposizioni, di fatto, hanno regalato al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, l’approvazione del Bilancio comunale 2021. Non è vero che, senza l’approvazione del Bilancio 2021, il Consiglio comunale sarebbe andato a casa: sarebbe stato disponibile un altro mese di tempo. La verità è che è stato siglato un accordo tra il sindaco e le opposizioni: e questo accordo prevede, tra le altre cose, il logico blocco del mutuo per le nuove linee del Tram.

Perché definiamo logico il blocco del mutuo per le nuove linee del Tram? Perché il Comune non può contrarre un mutuo sapendo che, tra un mese e mezzo circa, i giudici del TAR si dovrebbero pronunciare sulle procedure seguite dal Comune per mettere a punto il progetto per le nuove linee di Tram. Che senso ha contrarre un mutuo se il progetto potrebbe essere bloccato?

Poi c’è un problema politico. O meglio, il nuovo, possibile scenario politico che si va determinando in Sicilia e a Palermo. Dove la Lega di Salvini, dopo l’accordo siglato con gli Autonomisti di Roberto Di Mauro, con Vincenzo Figuccia a Palermo e con altri soggetti nelle altre province dell’Isola comincia a creare problemi alla vecchia politica siciliana di centrodestra e di centrosinistra.

E’ un caso che, in queste ore, circoli l’indiscrezione secondo la quale Gianfranco Miccichè, ‘capo di Forza Italia in Sicilia, starebbe cercando di portare dalla propria parte il sindaco di Messina, Cateno De Luca, e il suo movimento Sicilia Vera? E’ noto, infatti, che De Luca – che ha alle spalle una storia politica libertaria – vorrebbe candidarsi alla presidenza della Regione siciliana: e una candidatura di De Luca, alle elezioni regionali del 2022, appoggiato dagli Autonomisti di Di Mauro, dalla Lega, da Figuccia e dagli altri soggetti che via via si potrebbero aggiungere creerebbe seri problemi a Forza Italia e allo stesso presidente uscente, Nello Musumeci.

Insomma, a fronte di un centrosinistra siciliano ormai fragilissimo, a fronte della probabile scomparsa del Movimento 5 Stelle, alle elezioni regionali del 2022 si potrebbe verificare uno scenario per certi versi paradossale, con due candidati di centrodestra forti che si contendono la guida della Sicilia: l’uscente Nello Musumeci appoggiato dal suo movimento (Diventeràbellissima) da Forza Italia e da ‘frattaglie’ politiche sparse, e il candidato della Lega, di Fratelli d’Italia e di Sicilia vera: per l’appunto Cateno De Luca.

Per bloccare quest’operazione Miccichè deve tessere la sua tela: il rafforzamento di Forza Italia nelle province (a questo dovrebbe servire il rimpasto nella Giunta Musumeci con i due neo assessori – Marco Zambuto e Tony Scilla – che dovrebbero rafforzare gli azzurri ad Agrigento e a Trapani dove Forza Italia rischia di scomparire), l’agganciamento dei renziani siciliani di Davide Faraone e, alla fine, anche il tentativo di trascinare, quando meno nelle elezioni al Comune di Palermo, previste per la Primavera del 2022, il PD a sostegno di un candidato sindaco in alternativa al possibile candidato degli Autonomisti di Di Mauro, della Lega e di Fratelli d’Italia.

E’ chiaro che il progetto di Miccichè prevede l’accordo – che esiste già da tempo – con il sindaco di Palermo Leoluca Orlando; ma non può contemplare anche l’accordo con Sinistra Comune.

Oggi nel corso della conferenza stampa che ha convocato a Palermo, il ‘capo’ di Sinistra comune, Giusto Catania, ha provato a ‘rigirare la frittata’:

“Il nostro percorso politico sta in un’alleanza che non contempla le destre: noi con Forza Italia e i nipotini di Cuffaro non ci andremo mai. Orlando non consegni Palermo agli storici nemici della Primavera”. Catania e gli altri quattro consiglieri comunali di Sinistra comune dimenticano che, nella Primavera del 2017, Orlando è stato rieletto proprio grazie a i voti di una parte delle destre: con i voti dei seguaci dell’ex Ministro Angelino Alfano (che è stato autorevole esponente di Forza Italia), con i voti di Dore Misuraca, che in quel momento era parlamentare nazionale di Forza Italia, con l’appoggio di Salvatore ‘Totò’ Cardinale, per il quale destra e sinistra sono la stessa cosa.

Catania e Sinistra comune, dal 2017 ad oggi, hanno governato il Comune di Palermo anche con le destre, perché Orlando si è portato dietro ‘pezzi’ della destra siciliana. Dire, oggi, come fa Catania, che non gli piacciono le destre è un po’ tardi. Così come è una forzatura dimenticare che il TAR Sicilia, come già ricordato, si deve pronunciare sul ricorso non sulle linee di Tram, ma sulle procedure molto ‘sbrigative’ seguite dal Comune per le nuove linee di Tram.

Il nostro augurio è che, a Palermo, alle elezioni comunali del 2022, si presenti agli elettori una sinistra veramente rinnovata, che non può certo presentarsi con il volto di chi ha governato la città con Orlando, con gli alfaniani, con ‘pezzi’ di Forza Italia e con Totò Cardinale.

Rifondazione comunista di Palermo che abbiamo conosciuto in questi anni non può essere il contenitore buono per tutte le stagioni.

 

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