Non è un po’ strana la bufala sulle dimissioni del Papa in concomitanza con il caos nelle elezioni americane?

27 dicembre 2020

Sicuramente ci sbagliamo. E noi, scrivendo dalla Sicilia, magari siamo portati a romanzare la realtà. Però un fatto non può essere smentito, perché non si può smentire la realtà: ovvero la concomitanza tra la bufala (finora è tale) delle dimissioni del Pontefice e il caos che si registra nelle elezioni americane

La notizia delle dimissioni di Papa Bergogliolanciata da Daily Express – è già stata smentita. La vicenda è un po’ strana. E viene tirata fuori in un momento storico molto particolare con l’attribuzione di una frase a Austen Ivereigh, il biografo ufficiale del Pontefice.

Nell’articolo smentito si fa riferimento a un’intervista a una “televisione messicana nel 2014 in cui sosteneva che il suo papato sarebbe stato breve”.

Questa la frase che L’Express ha attribuito a Ivereigh:

“Quello che so ora dalle persone a lui vicine è che avrà bisogno di sette anni per realizzare il suo piano quinquennale e questo, ovviamente, significherebbe restare fino al 2020”.

Siamo a fine 2020 e qualcuno ha fatto due più due: il Papa si dimetterà entro il 31 Dicembre dell’anno che sta per finire. Ivereigh – lo ribadiamo ancora una volta – ha smentito con forza:

“Nessun giornalista serio se ne sta interessando, ma alcuni media continuano a riportare l’articolo di un tabloid britannico nel quale avrei predetto le imminenti dimissioni del Papa. Non è vero. Sono fake news”.

A noi questa storia ha fatto ricordare quando, tra la fine del 2012 e i primi mesi del 2013, una nostra amica e collaboratrice nel giornale on line al quale lavoravamo in quegli anni – Link Sicilia – ipotizzò le dimissioni di Papa Benedetto XVI. Ovviamente, ci presero per matti. Qualche mese dopo, però, le dimissioni del Pontefice arrivarono per davvero.

In realtà, non si trattò di vere e proprie dimissioni, ma di qualcosa mai del tutto chiarita. O quasi: nel senso che il papato di Benedetto XVI – questo era quello che si intuiva – non era molto gradito al mondialismo economico, che in Italia era entrato a fine 2011, in ‘grande stile’, a colpi di spread con il Governo di Mario Monti.

Detto questo, la notizia – anche se smentita – va comunque commentata. Perché? Perché, lo ripetiamo, arriva in un momento molto particolare. E arriva quando il cosiddetto Deep State – il ‘Governo dei Governi’ del mondo – sta provando a portare a compimento il ‘siluramento’ del Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump.

Trump è stato un acerrimo nemico della mondializzazione dell’economia e ha inferto colpi molto duri al capitalismo liberista celebrato più volte da Papa Francesco, che ha addirittura celebrato Sante messe in favore dell’Unione europea massonica e ultraliberista, espressione piena del liberismo economico imperante.

L’elezione di Trump alla Casa Bianca, per il capitalismo liberista che oggi controlla quasi tutto il mondo, è stato un incidente di percorso. Per quattro anni il Deep State ha dovuto sopportare un Presidente USA che ha messo in discussione i crismi del liberismo economico.

Il Deep State ha dovuto incassare anche un attacco dell’America di Trump al cuore della grande creazione liberista: l’Unione europea dell’euro a ‘trazione’ tedesca. L’attuale Presidente americano ha addirittura mantenuto un punto del suo programma di governo che mai e poi mai i liberisti pensavano sarebbe stato messo in atto: i dazi doganali appioppati ad alcuni Paesi europei, in testa la Germania.

Trump ‘deve’ essere eliminato dalla scena politica mondiale: questa la parola d’ordine del mondialismo economico e finanziario. Da qui l’alleanza tra Dem americani e Cina – ‘benedetta’ dal Deep State – per eliminare l’attuale Presidente USA. In realtà, il Deep State non pensava che, per eliminare Trump, avrebbe trovato tanti intoppi. Pensavano, i governanti del mondo, che sarebbe bastato mettere in giro la voce che Joe Biden era il netto favorito delle elezioni americane e, con la forza dei media e dei social, gli elettori americani, come tanti babbei, avrebbero votato per lo stesso Biden.

Però Dem, cinesi e lo stesso Deep State, nella prima notte elettorale, hanno scoperto che gli elettori americani non hanno seguito media e social e, in massa, hanno invece votato per Trump. Così è stato messo in atto il ‘Piano B’.

Ricordiamo che i voti veri presi da Trump sono stati tantissimi: voti di americani che si sono recati alle urne. Pensate: rispetto alle elezioni presidenziali di quattro anni fa Trump ha preso circa 12 milioni di voti in più. Nessun Presidente uscente degli Stati Uniti d’America che prende più voti alle elezioni per il possibile secondo mandato rispetto alle elezioni del primo mandato ha mai perso: invece Trump, pur avendo preso una barca di voti alle elezioni per il possibile secondo mandato dovrebbe perdere. Perché?

Perché sono spuntati tantissimi voti via posta per il suo avversario Biden. Quello che è successo in queste elezioni americane l’abbiamo raccontato in più occasioni: morti che votano, schede che scompaiono e riappaiono, conteggi stranissimi nei 28 Stati su 50 dove i voti sono stati  contati con il sistema Dominion, sistema informatico con sullo sfondo ombre cinesi…

I ricorsi di Trump e dei suoi legali sono stati tanti. Ma fino ad ora non hanno bucato il muro di gomma messo in piedi dal Deep State.

L’ultimo ricorso di Trump – firmato dallo stesso Trump – è stato forse il più insidioso. E’ stato presentato alla Corte Suprema degli Stati Uniti poco prima di Natale. Riguarda le elezioni in Pennysilvania. La Suprema Corte ha risposto dicendo che si dovranno attendere le controdeduzioni dello Stato della Pennysilvania e che tale ricorso verrà esaminato il 22 Gennaio del prossimo anno.

Ovviamente, se il 6 Gennaio Biden verrà proclamato Presidente degli Stati Uniti il ricorso non avrebbe più senso.

Perché stiamo collegando la strana notizia – ribadiamo ancora una volta: smentita – delle dimissioni di Papa Francesco con le elezioni presidenziali americane? Perché le due cose stanno avvenendo in concomitanza. E siccome sono due notizie di rilevanza mondiale – anche se le dimissioni del Papa sono fino ad ora una bufala – non è affatto detto che la concomitanza sia casuale.

Cosa vogliamo dire? Che noi non siamo così sicuri che la presa d’atto dell’elezione di Biden da parte dei due rami del Parlamento americano (Camera dei rappresentanti e Senato), il prossimo 6 Gennaio, sarà serena; e ancora meno sereno potrebbe essere il dopo. Per non parlare di quello che potrebbe succedere da domani al 6 Gennaio del prossimo anno.

Che le elezioni presidenziali americane non siano state normali, beh, questo è ormai assodato. Ma dubitiamo che questa storia passerà in cavalleria. Ed è in questo scenario – per concludere – che si inserisce la bufala delle dimissioni del Papa.

Siamo noi che leghiamo due eventi che non hanno punti in comune? Quasi sicuramente è così. Ma su un fatto non possiamo essere smentiti: sulla concomitanza tra le due notizie. Segnalare tale concomitanza non ci sembra un peccato mortale.

Foto tratta da Il Primato Nazionale 

Dimissioni del Papa, il suo biografo smentisce tutto: “Sono fake news”

 

 

 

 

 

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