I pescatori di Mazara? Potrebbe averli liberati Putin. Conte, Di Maio e Berlusconi non c’entrano niente!/ MATTINALE 542

23 dicembre 2020

Secondo il nostro Economicus, nella positiva liberazione dei 18 pescatori di Mazara del Vallo è probabile che sia intervenuto Putin. Ma non su input di Berlusconi. Il perché siano stati liberati, secondo l’autore di questo articolo, è ancora un mistero. Di sicuro Giuseppe Conte e Luigi Di Maio non hanno avuto alcun ruolo. L’articolo di scenarieconomici.it

di Economicus

Il direttore de I Nuovi Vespri mi ha chiesto di scrivere questo MATTINALE dedicato al sequestro dei 18 pescatori di Mazara del Vallo rimasti prigionieri in Libia e liberati nei giorni scorsi dopo oltre 100 giorni di prigionia. Lo faccio riprendendo un articolo di scenarieconomici.it. A propria volta, l’articolo di scenarieconomici.it riprende un’analisi tratta dal sito eleggio.info.

“I pescatori di Mazara liberati in queste ore – scrive scenarieconomici.it – hanno dato inizio ovviamente a festeggiamenti e sospiri di sollievo, ma nessuno racconta cosa avvenuto e perché siano stati rapiti. Vi dicono, da settimane, e lo dicono anche coloro che ci governano e hanno causato il rapimento, che questo è avvenuto per loro colpa. Perché a loro rischio e pericolo si sono spinti a pescare in acque contese. Davvero? E come mai nessuno ha fatto notare che esattamente mentre i pescatori venivano rapiti, Luigi Di Maio arrivava in Libia per appoggiare l’intesa tra il Presidente del parlamento di Tobruk, Aguila Saleh, e il capo del Governo di accordo nazionale libico, Fayez al-Serraj? Una coincidenza? Un incontro, quello, che aveva come scopo la delegittimazione del generale Haftar che, per ritorsione, ha sequestrato gli italiani che ora sono stati rilasciati, guarda caso, con una sospetta celebrazione pubblica e di risonanza internazionale della sua leadership attraverso la visita con cui Conte e Di Maio sono andati col cappello in mano a Bengasi, facendo da comparse con le braghe calate in una cerimonia che aveva come scopo il rafforzamento dell’immagine pubblica del leader libico; ma, soprattutto, una sua consacrazione come protagonista indiscusso della crisi libica e delle trattative per la sua soluzione. Gli è stata data autorevolezza, che è forse, io credo, quello che lui ha trattato per ridarci in cambio i pescatori in ostaggio e che, solo pochi giorni fa, avevano avuto la notizia che sarebbero andati sotto processo invece che essere rilasciati. Una cosa di una gravità inaudita”.

Dunque, i 18 pescatori sarebbero stati liberati – questa la tesi che leggiamo su scenarieconomici.it – in cambio di una sorta di accreditamento del generale Haftar da parte dell’Italia A noi questa tesi sembra un po’ azzardata e anche contraddittoria. Veramente pensiamo che il capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, e il Ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, abbiano la forza diplomatica per accreditare Haftar che, peraltro, ha alle spalle la Francia?

Giusta, invece, ci appare la motivazione del rapimento. E’ stata la visita del Ministro Di Maio agli avversari di Haftar, nei primi giorni dello scorso Settembre a scatenare la reazione dello stesso Haftar. Ma questa non è una tesi nuova: anche I Nuovi Vespri, in un articolo del 2 Settembre, scriveva:

“I due pescherecci di Mazara sequestrati: che ha combinato il Ministro Luigi Di Maio in Libia?”

Più interessante ci sembra la seconda parte dell’articolo di scenari economici.it, là dove segnala le differenze tra l’Italia della Prima Repubblica e l’Italia di oggi:

“Per renderci conto delle differenze tra il nostro governo e un qualsiasi altro governo – leggiamo nell’articolo – possiamo portare l’esempio della nave turca sequestrata e liberata in soli sei giorni. Il problema si è risloto con qualche dichiarazione di Erdogan che ha minacciato rappresaglie e azioni militari immediate sui territori libici. Che è la stessa cosa che faceva l’Italia quando era un Paese normale governato da gente autorevole. Come non menzionare il Ministro della Difesa del 1980, Lelio Lagorio, che sulla base degli accordi di Malta per proteggere il fronte sud dalla minaccia sovietica dell’accerchiamento, inviò nel Mediterraneo le flotte italiane con cannoni e missili spianati contro i libici che, per quegli accordi, dovevano essere mandati via dalle acque maltesi e dai posizionamenti sull’isola. Stiamo parlando di una Italia che è stata, di fatto, non solo la protagonista assoluta ma la ragione del crollo dell’Unione Sovietica, messa all’angolo dopo i tentativi di ‘finlandizzazione’ dei Paesi europei più influenti, grazie al posizionamento a Comiso, in Sicilia, dei missili nucleari Cruise puntati su Mosca. Questo eravamo noi, l’Italia. Ora abbiamo il bibitaro che va a far danni in giro per il mondo ma siamo tutti contenti perché si taglia lo stipendio. Forse…”.

L’articolo continua con un  capitolo dal titolo: “Un rapimento politico per sottomettere l’Italia”.

“Ormai – leggiamo nell’articolo – come denunciato da Adolfo Urso, è evidente che quello del peschereccio di Mazara non è stato affatto un incidente ma un rapimento politico con lo scopo di umiliare l’Italia e sottometterla per punirla delle manifestazioni pubbliche che avevano messo in ombra Haftar. Ma attenzione, vorrei precisare che, ovviamente, qui né io né Urso – men che meno chiunque – metta in discussione una linea di politica estera di quel tipo. Qui si mette in discussione il modo di operare imprudente di dilettanti allo sbaraglio che mettono a repentaglio la vita dei cittadini italiani e l’onore della nazione. E se queste persone, con la stessa incapacità, senza neanche accorgersene, facessero sgarbi simili a chi è capace di sganciarci di sopra una bomba nucleare? Ma davvero possiamo accettare ancora tutto questo? Il rapimento che si è concluso con queste celebrazioni in pompa magna e la visita ufficiale addirittura del Presidente del Consiglio italiano, ha infatti avuto come risultato il consacrare Haftar come interlocutore per la Cirenaica in un momento storico dove in Libia gli si voleva sottrarre questo ruolo e questa importanza. Un pastrocchio, una figura barbina dell’Italia, che prima va a fare la riverenza a chi è contro Haftar e poi appena Haftar ci minaccia va a fare la riverenza a quest’ultimo”.

Ribadiamo: veramente gli autori di questo articolo pensano che l’attuale Governo italiano possa accreditare Haftar nel contesto internazionale?

L’ultima parte dell’articolo è condivisibile:

“Ma come accennavo sopra qui non si discute sulla scelta di settembre di isolare Haftar. Qui si discute sui modi. Ed il problema, signori miei, è il narcisismo dei perfetti sconosciuti che dal grande fratello sono diventati ministri o altro, e quindi adesso pensano di giocare al gioco della visibilità, per pavoneggiarsi e fare viaggi e pranzi importanti. Mi spiego: a settembre se il governo italiano aveva deciso quella linea, era proprio opportuno in quel quadro e in piena guerra civile, fare le visite ufficiali con i leader opposti e nemici di Haftar? Durante tutti gli anni ’70, gli accordi geopolitici più importanti della nostra storia, sono stati siglati anche a voce dai dirigenti dei servizi segreti, a Beirut, mentre i ministri rimanevano a Roma senza fiatare e senza che, di quegli accordi, qualcosa trapelasse sui giornali. Era necessaria la passerella di Di Maio a settembre per quelle quattro cose che si sono detti? Non era sufficiente mandare un ambasciatore a colloquio, o un incaricato, senza avere le televisioni libiche a riprendere l’incontro?”.

L’articolo descrive alcuni scenari, in alcuni casi enfatizzando un po’ troppo il ruolo dell’attuale Governo italiano. Ma non dà una spiegazione credibile del perché, a un certo punto, i 18 pescatori di Mazara sono stati liberati. 

Noi scartiamo l’ipotesi che l’attuale Governo italiano possa avere accreditato Haftar. E scartiamo anche l’intervento di Berlusconi. Attenzione: non stiamo scartando il possibile intervento risolutore di Putin, che ha il carisma e la credibilità internazionale per accreditare Haftar: noi siamo convinti che, nella liberazione dei pescatori mazaresi, Berlusconi si sia ‘imbucato’ mediaticamente in virtù della sua lunga amicizia con Putin.

Perché siamo convinti di questo? Perché se Berlusconi avesse avuto un ruolo attivo in questa vicenda, intanto sarebbe intervenuto prima e non dopo 100 giorni; e poi conoscendo la sua straordinaria abilità mediatica avrebbe costruito attorno al suo ruolo chissà quanti altri elementi a proprio favore. 

Chi scrive, invece, crede che sì, l’intervento risolutore potrebbe essere stato di Putin, ma senza il ruolo attivo di Berlusconi, che è arrivato all’ultimo per prendersi una parte del merito, con il sì del suo amico di sempre Putin.

A parte il possibile ruolo di Putin – magari ruolo di mediatore – Haftar non ha ‘incassato’ niente? Questo non lo possiamo sapere. Anche perché, in questi casi, tutti gli scenari sono possibili.

Quello che bisogna capire è che cosa avrebbe spinto Putin, a un certo punto, a intervenire per far liberare i 18 pescatori di Mazara del Vallo. La domanda è tutta qui. A nostro modesto avviso, Conte, Di Maio e Berlusconi, in questa storia, non hanno giocato alcun ruolo. Questa liberazione è ancora misteriosa. Potrebbe trattarsi di un mistero anche semplice. Ma fino a quando non verranno fuori i veri retroscena questa storia rimarrà un mistero.

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