La Cina ci ha ‘regalato’ il virus e oggi controlla mezzo mondo. E Joe e Hunter Biden…

13 dicembre 2020

Interessante e istruttivo questo articolo del Daily Mail sul modo con il quale la Cina si è insinuata nel mondo economico e nel mondo accademico e della ricerca del Regno Unito. Ma se è riuscito in questo Paese è probabile che lo abbia fatto nel resto del mondo. E di Joe Biden, vicino alla Cina, che dire? E di suo figlio Hunter?   

La vicenda che coinvolge il figlio di Joe Biden, l’uomo che domani l’assemblea dei grandi elettori dovrebbe eleggere presidente degli Stati Uniti d’America, ha portato alla ribalta il ruolo della Cina in America e nel mondo. Sulla vicenda giudiziaria di Hunter Biden abbiamo riferito qui. Ora vogliamo segnalare un articolo pubblicato da Daily Mail.

Già è singolare che il Paese che ha ‘regalato’ al mondo il Coronavirus sia oggi esentato dalla crisi economica mondiale. Mentre nell’Eurozona, al di là delle notizia ‘tranquillizzanti’ diffuse da autorità sempre più screditate – Commissione europea e Parlamento europeo – il calo del Prodotto Interno Loro (PIL), in questo 2020, si attesterà, bene che andrà, intorno al 20-25% (e forse più), la Cina fa registrare un + 4%!

Ma andiamo all’articolo del Daily Mail:

Titolo:

Con disperata ingenuità, le grandi imprese e le università non sono riuscite a capire che la Cina vuole distruggere il nostro modo di vivere”

Leggiamo adesso alcuni passaggi dell’articolo:

“Entrare nei ranghi del Partito Comunista Cinese (PCC) è abbastanza diverso da iscriversi a un partito politico qui o in qualsiasi altra democrazia. Potrebbe sembrare più vicino a unirsi a una famiglia criminale nella mafia di New York. I membri devono giurare la massima fedeltà all’unico partito che ha governato in Cina dagli anni ’40. Devono impegnarsi a “custodire i segreti del partito”, a “lottare per il comunismo per tutta la vita” e ad essere pronti in ogni momento “a sacrificare tutto me stesso per il Partito”. Il giuramento è a vita e viene prestato alla presenza dei funzionari del partito. Se avessero mai avuto il coraggio di infrangerla, ne sarebbe derivata una punizione rapida e dura”.

Insomma, l’articolo illustra come si articola e come opera il Partito Comunista Cinese:

“L’appartenenza al Partito – leggiamo sempre nell’articolo – non è una semplice formalità. Il PCC esige segretezza, astuzia e disciplina assolutamente spietata dai suoi milioni di membri. Notoriamente riservato, la sua autorità è assoluta… Le nazioni occidentali come il Regno Unito sono bloccate in un conflitto mortale con la Cina e devono essere sconfitte. È un partito le cui convinzioni sulle minoranze religiose ci ricordano le politiche razziste dei peggiori dittatori del XX secolo. Il PCC non vede nulla di sbagliato nel radunare i musulmani uiguri, metterli sui treni e portarli in “campi di rieducazione” dove le donne possono essere sterilizzate e gli uomini costretti a lavorare”.

L’articolo punta l’attenzione sulla presenza cinese nel mondo:

“Tuttavia l’indagine di The Mail on Sunday mostra che l’influenza del PCC si sta diffondendo in tutto il mondo, con membri che lavorano per alcune delle più importanti multinazionali del mondo, istituzioni accademiche e persino i nostri servizi diplomatici. Gran parte della loro diffusione nel Regno Unito è avvenuta durante la cosiddetta Golden Era, o progetto Kow Tow, come preferisco chiamarlo. Il Regno Unito ha accolto con favore la Cina, credendo – erroneamente – che la Cina avrebbe aperto la sua economia e che gli investimenti cinesi avrebbero portato crescita, investimenti e prosperità benvenuti nel Regno Unito”.

Non mancano le critiche ai colossi della City di Londra Standard Chartered, KPMG ed Ernst & Young, che hanno “assunto diverse centinaia di membri del PCC in diverse filiali in Cina”. Una stoccata anche a HSBC “in cima alla vergognosa classifica delle aziende disposte a rispettare le regole del Partito Comunista Cinese. Ora – prosegue l’articolo – apprendiamo che apparentemente una volta impiegava più di 300 membri dello stesso partito che sta orchestrando la repressione draconiana a Hong Kong. Più volte, la HSBC si è dimostrata la banca preferita di Pechino. Niente di tutto ciò sarebbe degno di nota in un’istituzione cinese, ma per una banca britannica – regolamentata e con sede qui a Londra – è imperdonabile. La condotta di HSBC e di altre istituzioni finanziarie del Regno Unito non è solo sbagliata, ma immorale”.

nell’articolo si parla di “verità” che stanno “cominciando a sorgere nelle aziende di tutto il mondo… Sappiamo già che i marchi domestici sono stati collegati al lavoro degli schiavi dei detenuti dei campi di prigionia uiguri nella regione dello Xinjiang.  Prove crescenti collegano il Partito ai campi di concentramento sponsorizzati dallo Stato e al genocidio contro le minoranze uiguri. Quindi, quando le ricche multinazionali decideranno che non vale più la pena per il loro marchio?”. 

Nell’articolo si sottolineano i pericoli per la sicurezza nazionale:

“Società come Boeing, Airbus, Thales e Rolls-Royce svolgono ciascuna un ruolo essenziale nella produzione di apparecchiature utilizzate dalle nostre forze armate. Producono alcune delle nostre armi più avanzate e sono affidabili per proteggere i progetti top-secret per le nostre risorse e strutture più sensibili. Eppure collettivamente danno lavoro a centinaia di comunisti cinesi che si sono impegnati a servire il Partito prima di ogni altra cosa. Altre aziende vitali come Pfizer, AstraZeneca e GlaxoSmithKline impiegano centinaia di membri del Partito Comunista, dando loro accesso a reti, progetti e catene di fornitura”.

Un passaggio è dedicato anche alle università e alla ricerca:

“Poi c’è la questione degli accademici nel Regno Unito, alcuni dei quali studiano tra le materie più delicate nelle nostre università. Negli ultimi anni siamo arrivati ​​a capire che la Cina sta sistematicamente prendendo di mira – e rubando – la tecnologia accademica. A settembre, il nostro governo ha vietato agli scienziati militari cinesi di effettuare ricerche delicate. Adesso sappiamo perché. La cosa più preoccupante di tutte è la scoperta che questo flagello si estende al nostro Ministero degli Esteri. Non siamo riusciti a riconoscere che al centro del sistema cinese c’è un sistema di idee e valori che non solo è contrario al nostro, ma cerca di superarlo. Gli interessi del Partito Comunista vengono prima di tutto”.

“Non è che la Cina abbia cercato di nascondere questa realtà, ma che noi nel mondo libero siamo stati pronti a chiudere un occhio per così tanto tempo. Non c’è da stupirsi, quindi, che Xi Jinping affermi apertamente che la Cina avrà le forze militari più potenti del mondo entro il 2049. La domanda oggi è questa – conclude l’articolo -: in che misura le nostre istituzioni e le grandi imprese lo hanno aiutato a raggiungere il suo obiettivo?”.

In questo scenario, da domani, gli Stati Uniti d’America potrebbero avere un Presidente sul quale aleggia l’ombra della Cina, con il figlio sotto inchiesta per affari, non esattamente adamantini, con la Cina.

Una bella prospettiva, non c’è che dire!

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DEL Daily Mail 

Foto tratta da Il Fatto Quotidiano

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