Elezioni americane/ Altri otto Stati si uniscono al Texas chiedendo alla Corte Suprema di bloccare il voto (VIDEO)

9 dicembre 2020

La notizia l’abbiamo data ieri sera: lo Stato del Texas ha chiesto alla Corte Suprema degli Stati Uniti d’America di bloccare i voti nel collegio elettorale di quattro Stati (Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin). Adesso questa richiesta è stata fatta propria da altri otto Stati. Si attendono evoluzioni nelle prossime ore   

Ieri abbiamo dato la notizia che lo Stato del Texas ha chiesto alla Corte Suprema di bloccare i voti del collegio elettorale in quattro Stati. La notizia l’abbiamo presa da Rai News:

“Il Texas ha presentato un ricorso alla Corte Suprema contro le modifiche alle procedure di voto nelle ultime elezioni in Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin, chiedendo di bloccare i voti del collegio elettorale in questi quattro Stati (62 voti) e di rinviare la riunione del 14 dicembre in cui lo stesso collegio è chiamato ad eleggere formalmente il presidente. Il ricorso, annunciato dal procuratore generale Ken Paxton, accusa i dirigenti dei quattro Stati di non aver protetto dalle frodi il voto per posta – esteso a causa della pandemia – riducendo così ‘il peso dei voti espressi negli Stati che rispettano legalmente la struttura elettorale esposta nella Costituzione’”.

La novità – che viene comunicata in un video da Roberto Mazzoni, un giornalista italiano che vive in Florida – è che altri otto Stati si sarebbero uniti al Texas. Ciò significa che la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America dovrà adesso esaminare una richiesta che ha una forza maggiore, visto che è stata presentata da ben nove Stati.

Gli altri otto Stati sono Alabama, Sauth Dakota,  Luisiana, Arkansas, Florida, South Carolina, Alabama, Missisipi, Kentucky.

Adesso sono nove gli Stati che chiedono alla Corte Suprema che non vengano contati i voti dei quattro Stati oggetto del ricorso (Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin). In pratica, si parla di 62 gradi elettori che, se il ricorso dovesse essere accolto, verrebbero meno a Joe Biden, che fino ad ora ha totalizzato 306 voti grande elettori, ma che senza i 62 scenderebbe sotto la soglia del quorum necessario (270) per essere eletto Presidente degli Stati Uniti d’America. (270).

Quello che cerchiamo di dire è che negli Stati Uniti i giochi non sono ancora fatti, ma sono in evoluzione. E se è vero che la Corte Suprema ha respinto il ricorso della Pennysilvania, è anche vero che adesso i Giudici della più alta Magistratura degli Stati Uniti d’America si dovranno pronunciare si un ricorso di ordine costituzionale presentato da ben nove Stati.

Per quello che capiamo noi, la Corte Suprema si dovrà pronunciare prima del 14 Dicembre, giorno in cui i grandi elettori dovrebbero eleggere il nuovi Presidente degli Stati Uniti.

Gli scenari potrebbero essere tre.

Primo scenario. La Corte Suprema respinge il ricorso dei nove Stati: in questo caso il 14 Dicembre i grandi elettori eleggeranno il nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Secondo scenario. La Corte Suprema accoglie e dà ragione ai nove Stati ricorrenti: in questo caso Biden perde 62 grandi elettori, consegnando la vittoria a Trump.

Terzo scenario: la Corte Suprema accoglie il ricorso dei nove Stati, ma si riserva di esaminare la questione: in questo caso l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti – prevista come già ricordato il 14 Dicembre – verrà rinviata.

Va anche aggiunto, per completezza d’informazione, che le cause penali per brogli elettorali – che procedono su un binario diverso da quello costituzionale – andranno avanti sia che il 14 Dicembre il nuovo Presidente venga eletto dall’assemblea dei grandi elettori, sia che non venga eletto.

Che dire, allora? Che, in ogni caso, lo scenario che si prospetta per Biden e per i Democratici, comunque andranno le cose, si prospetta problematico. Anche se Biden riuscirà ad essere eletto il 14 Dicembre – cosa che sapremo nelle prossime ore o al massimo tra qualche giorno, e comunque prima del 14 Dicembre – ci sono nove Stati (quasi il 20% degli Stati) che contestano la sua elezione e ci sono le indagini per brogli elettorali che andranno avanti.

A questo contesto si aggiungono i rapporti tra la famiglia Biden e la Cina. Ma di questo parleremo in un prossimo articolo.

QUI IL VIDEO CON LA NOTIZIA (DA ZERO AL SECONDO MINUTO) 

Foto tratta da Panorama

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