“La Sicilia vuole i suoi pescatori liberi!”: manifestazioni in quattro città siciliane/ MATTINALE 524

3 dicembre 2020

Oggi dedichiamo il nostro MATTINALE ai 18 pescatori di Mazara del Vallo prigionieri nella Libia di Haftar da oltre 90 giorni. Sabato prossimo quattro manifestazioni simultanee a Palermo, Catania, Messina e Mazara del Vallo. Prendiamo atto del fallimento diplomatico del Governo nazionale e proviamo a pensare a qualcosa di diverso per liberare queste persone. Gli aiuti economici della Regione siciliana alle famiglie dei pescatori 

La Sicilia si mobilita per i 18 pescatori di Mazara del Vallo prigionieri in Libia da oltre tre mesi. Sabato 5 dicembre, alle 17,00, sono previste quattro manifestazioni simultanee in quattro diverse città della nostra Isola: Palermo, Messina, Catania e Mazara del Vallo. Lo slogan sarà uguale per tutti: “La Sicilia vuole i suoi pescatori liberi!”.

Sono tanti i cittadini e le associazioni che si stanno mobilitando: tra queste ricordiamo Antudo, Generazione Basta Già, Attiva Sicilia con il suo gruppo parlamentare all’Ars, Siciliani liberi, Terra e Liberazione, Italiexit e tanti cittadini (se ci sono altre sigle fatecelo sapere e li aggiungiamo).

L’appuntamento è davanti le Prefetture delle quattro città.

A Mazara del Vallo i familiari dei pescatori daranno vita a un presidio a piazzale Quinci.

Per la cronaca, il sequestro dei due pescherecci mazaresi è avvenuto lo scorso 1 Settembre, a 38 miglia da Bengasi. Sulle imbarcazioni si trovavano 18 pescatori mazaresi. Ad effettuare l’arresto e il sequestro dei pescherecci sono stati i militari del generale Haftar, leader di una delle fazioni che si contendono oggi la Libia. L’accusa mossa ai pescatori mazaresi è quella di aver violato la competenza territoriale ed economica delle acque che la Libia considera proprie.

Sul Gazzettinonline leggiamo la seguente dichiarazione di Helena Morales di Antudo:

“Sono passati ormai tre mesi dal sequestro. Più di 90 giorni lontani dalle proprie madri, dalle figlie e le mogli. Dal Governo sempre la stessa solfa: «stiamo lavorando, lasciateci lavorare». Davanti al silenzio delle istituzioni, alle infinite attese, alle false promesse, non possiamo rimanere con le mani in mano”.

Già, il Governo nazionale, quello dei DPCM che cambiano ogni mese per evitare che i cittadini si possano difendere impugnando questi provvedimenti davanti ai Giudici.

Di fatto – e questo è un dato oggettivo – il Governo nazionale, fino ad oggi, non ha ottenuto alcun risultato: fallimento su tutta la linea: fallimento che non è solo politico, ma anche diplomatico e che, quindi, coinvolge tutta la Farnesina.  

E il Governo regionale siciliano? Prova a dare un po’ di sollievo ai familiari con un intervento economico:

“Varato un aiuto concreto alle famiglie degli equipaggi e agli armatori dei pescherecci Medinea e Antartide, fermati e poi successivamente trattenuti, dalle autorità libiche, durante una battuta di pesca a nord di Bengasi – recita un comunicato stampa del Governo regionale -. Su proposta del governo Musumeci, il Parlamento siciliano ha destinato 150 mila euro in favore delle famiglie dei 18 pescatori di Mazara del Vallo e degli armatori delle due imbarcazioni fermate dai libici. Le risorse finanziarie destinate, derivano da una rimodulazione di fondi del dipartimento Agricoltura”.

“In un momento così delicato e snervante, per le famiglie coinvolte, abbiamo scelto la via della concretezza – dice l’assessore all’Agricoltura e Pesca, Edy Bandiera – che ha il fine di alleviare le criticità che stanno attraversando non solo le famiglie dei pescatori ma anche gli armatori”.

“Alle famiglie dei pescatori sequestrati – leggiamo sempre nel comunicato – andranno 100mila euro. Ai due armatori, proprietari delle imbarcazioni, sono destinati, complessivamente, 50 mila euro a parziale ristoro per i danni economici determinati dal sequestro delle barche, in termini di perdita del pescato, di carburante e di costi necessari per realizzare la battuta di pesca compromessa dal sequestro”.

“Su questa vicenda – conclude l’assessore Bandiera – il governo Musumeci mantiene alta l’attenzione e con questo intervento concreto ha voluto manifestare piena vicinanza alle famiglie dei pescatori e agli armatori. Continuiamo con forza a chiedere al governo nazionale di impegnarsi fattivamente, per far sì che i nostri marittimi possano tornare immediatamente a casa e poter riabbracciare, finalmente, i propri familiari”.

Per carità, l’aiuto economico ci sta. Ma forse la Regione siciliana avrebbe potuto fare di più, emulando quello che fece alla fine degli anni ’80 del secolo passato l’allora presidente della Regione, Rino Nicolosi: ma sono diversi i tempi e, soprattutto, gli uomini.

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