Palermo: una semplice pioggia e la città si blocca. Serve un sindaco diverso/ MATTINALE 516

25 novembre 2020

Signori, Leoluca Orlando ha cominciato a fare il sindaco di Palermo nel lontano 1985. Non sono un po’ troppi tutti questi anni? La città disastrata che vediamo sotto i nostri occhi – e che peggiora di giorno in giorno – è la dimostrazione quasi matematica che l’attuale gestione comunale è al capolinea. Liberiamo la città da questo peso!   

Palermo: quella di ieri e di qualche giorno fa non è stata una pioggia straordinaria: nessun nubifragio, nessun evento unico. Insomma, non è stata la pioggia torrenziale dello scorso 15 Luglio. E’ stata, alla fine, solo una pioggia un po’ insistente. Ma un fatto che dovrebbe rientrare nell’ordinario, nel capoluogo della Sicilia si trasforma in un mezzo disastro.

Ad essere colpite sono le solite aree della città che si allagano ad ogni pioggia un po’ insistente e che diventano trappole pericolose quando la pioggia, come dire?, esagera un po’: i sottopassaggi della Circonvallazione, Partanna Mondello, via Colonna rotta, via Imera. Ieri, ribadiamo, giornata di pioggia un po’ insistente, si sono aggiunte, ma senza gravi conseguenze, altre vie.

Il problema è che non è pensabile, con un clima che diventa sempre più estremo, non adottare provvedimenti in grado di contenere questo fenomeno. Le piogge ci saranno sempre: e in una Sicilia dove è in corso il processo di desertificazione – come ha spiegato bene tre anni fa l’ecologo Silvano Riggio – quello che non servono sono la cattiva amministrazione e la continua ‘cementificazione’ del territorio.

 

Ci sono giornali che scrivono che a Natale, a Palermo, sarà “emergenza rifiuti”. E’ evidente che chi scrive questo non vive nel capoluogo dell’Isola, altrimenti si sarebbe accorto che, tra alti e bassi, a Palermo, da almeno due anni, è sempre emergenza rifiuti.

La verità è che l’attuale amministrazione comunale, considerata inamovibile, ha condannato i cittadini a vivere in mezzo l’immondizia. Non è vero che manca il personale: quello che manca è una corretta gestione della raccolta differenziata e una corretta gestione della discarica di Bellolampo che dovrebbe essere chiusa già da qualche decennio.

Noi, quasi tre anni fa, a proposito di Bellolampo, abbiamo segnalato la gestione errata di questa discarica da parte del Comune:

Discarica di Bellolampo: si va verso il disastro, ma non gliene frega niente a nessuno!

La risposta è stata tutt’altro che razionale. Il Comune si è mosso in due direzioni: ha cominciato a trasferire i rifiuti in altre province della Sicilia e a ipotizzare prima una settima vasca presso la discarica di Bellolampo (idea sbagliata, lo ribadiamo, perché la discarica andrebbe chiusa) e, poi, circa un anno fa, ha tirato fuori dal cilindro una nuova ipotesi: continuare a riempire di immondizia la sesta vasca.
Come siano andate le cose, in relazione all’ulteriore riempimento di immondizia della sesta vasca l’abbiamo già scritto: gli attuali amministratori del Comune hanno perso tempo e, adesso, considerato – legge alla mano – che per le autorizzazioni passeranno tre mesi – stanno cercando di scaricare sulla Regione le proprie responsabilità.    

Il risultato di questo nulla amministrativo è che Palermo è sempre più sporca e quando piove l’immondizia ‘naviga’ per le vie della città. Logico che, in questo scenario, i tombini e le caditoie siano intasati.

Immondizia e allagamenti, certo. Ma sarebbe riduttivo pensare che gli allagamenti siano solo il frutto dell’immondizia che va a intasare tombini e caditorie. Questo è sicuramente un problema, ma ce n’è un altro a monte: la ‘cementificazione’ selvaggia della città sulla quale, peraltro, indaga la Magistratura. 

Troppe, tante le ‘cementificazioni’ che hanno sconvolto la città negli ultimi vent’anni. I sottopassaggi della Circonvallazione, per esempio. Ormai vanno in tilt ad ogni pioggia. Non sappiamo di preciso cosa sta succedendo negli ultimi anni: ma sappiamo che, per anni, non hanno dato problemi e che negli ultimi anni si allagano ad ogni pioggia.

E sappiamo anche che, negli ultimi anni, sulla Circonvallazione, per fare posto alle linee di Tram, sono stati tagliati centinaia di alberi per fare posto al cemento. E quando il cemento prende il posto degli alberi, questo va da sé, il suolo si impermeabilizza. E quando il suolo di impermeabilizza ogni pioggia diventa una “bomba d’acqua”. 

Cosa, questa, che notavano due anni fa:

“A Palermo, ormai, ogni pioggia è una ‘bomba d’acqua’. Pur di nascondere la presenza, oggettiva, degli effetti di un nuovo, silenzioso ‘Sacco edilizio’ – diretta prosecuzione di quello degli anni ’50, ’60 e ’70 del secolo passato – si fa di tutto. Ed è anche logico: il primo ‘Sacco edilizio’ andò in scena all’ombra della mafia, l’attuale sotto l’egida dell’antimafia e della legalità fatta di parole, parole e ancora parole. Stringendo al massimo, si può affermare che, sotto il profilo urbanistico, nel capoluogo della Sicilia, vezzi e vizi che hanno contrassegnato la ‘cementificazione’ della Conca d’oro e l’assalto ‘selvaggio’ del cemento facile al Liberty non sono mai venuti meno. Sono stati abilmente riveduti e adattati con maestria all’ipocrisia di questi anni. I risultati si vedono ballando sotto la pioggia”…

E a proposito di Mondello:

“Rispetto a vent’anni fa – potete verificarlo sulla rete – la crescita del cemento, in questa parte della città, è stata impressionante. Davanti al confronto tra le foto scattate dall’alto 15-20 anni fa e le foto di oggi non c’è ipocrisia che tenga. La ‘cementificazione’ – lo ribadiamo – è stata impressionante. Un’area che era già problematica (Mondello è una palude bonificata) è oggi quasi del tutto impermeabilizzata dal cemento. Con quali ‘norme urbanistiche’ lo si può leggere nelle motivazioni della sentenza sulla vicenda di via Miseno. Il paradosso di Mondello e aree vicine è che, a fronte delle proteste degli abitanti, che adesso sono molto preoccupati dagli allagamenti continui provocati da piogge ordinarie, l’attuale amministrazione comunale risponde con il progetto del Tram, ovvero con un’altra colata di cemento!”

Palermo, oggi, va liberata da un’amministrazione comunale inadeguata che, invece di occuparsi delle emergenze, pensa a concludere il folle progetto del Tram e dei parcheggi (altro cemento, cemento e ancora cemento!). Leoluca Orlando ha cominciato a fare il sindaco nel lontano 1985. Ora basta. Alla città serve un sindaco diverso, serve un progetto culturale e civico diverso. Basta grandi appalti. E’ ora di curare la città e di occuparsi dei cittadini, che non sono, che non possono essere solo ‘limoni da spremere’ con tasse, imposte, ZTL e balzelli vari. Basta!

A Palermo serve un progetto civico: serve un’amministrazione che si occupi della città: delle strade, dei marciapiedi, della vera raccolta differenziata dei rifiuti (grave che la Regione siciliana abbia consentito e consente ancora al Comune di Palermo di trasferire la propria immondizia nei territori di altri Comuni!), un sistema di trasporto delle persone che tenga conto dei cambiamenti in corso: la stagione delle pandemie elimina alla radice i mezzi pubblici affollati – tipo bus e Tram – in favore di altre forme di mobilità.

Se Palermo non si libererà dell’attuale amministrazione comunale, che è ormai un peso per i cittadini, tra questioni amministrative destinate a incancrenirsi e desertificazione in atto (le piogge torrenziali sono uno degli effetti della desertificazione), l’ipotesi sinistra sul futuro della città formulata qualche anno fa dal professore Silvano Riggio rischierà di diventare realtà:

“Penso a quello che è successo in Siria. Anche se si parla della Siria solo per la guerra, va detto che in questo Paese ci sono state vere e proprie carestie dovute alla desertificazione. Milioni di persone hanno abbandonato le zone agricole colpite dalla siccità per riversarsi nelle città. In Sicilia il fenomeno è già in atto. Ma a Palermo si continuano a tagliare gli alberi per fare posto agli appalti milionari del Tram, si continua a ‘cementificare’ il territorio a colpi di varianti urbanistiche. Si pensa solo agli affari e ai soldi. Vuole sapere veramente cosa penso? Che si va verso la catastrofe”.

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