Dicevano che è grano italiano, ma è francese! Inchiesta della Magistratura sul gruppo De Cecco/ SERALE

15 novembre 2020

L’inchiesta è stata avviata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Chieti. La notizia è stata lanciata dal TG regionale della Rai dell’Abruzzo

Certo che nel mondo della pasta italiana ne succedono di cotte e di crude. La notizia lanciata dal TG regionale della Rai dell’Abruzzo lascia basiti: la De Cecco – nota azienda con sede in Abruzzo, nel Comune di Fara San Martino, in provincia di Chieti – stando a un’inchiesta della Magistratura, avrebbe fatto passare un carico di grano francese per grano pugliese e quindi italiano!

La notizia la leggiamo su Abruzzo Web:

“… la Procura di Chieti ha aperto un fascicolo per frode in commercio, nei confronti proprio della De Cecco. Tre, in particolare, gli avvisi di garanzia emanati nei confronti del presidente Filippo Antonio De Cecco, di Mario Aruffo direttore acquisti, e Vincenzo Villani, ex direttore controllo qualità, a seguito delle indagini dei carabinieri dei Nas che, passando al setaccio hard disk e posta elettronica aziendale, avrebbero scoperto che a svariate tonnellate di grano importato dalla Francia sarebbe stata cambiata origine, facendolo risultare come grano italiano, senza adeguata comunicazione al consumatore in etichetta”.

Ricordiamo che nei mesi scorsi il gruppo De Cecco è stato sanzionato dall’Antitrust assieme a DivellaMargherita Distribuzione (ex Auchan, marchio Passioni) e Pastificio Artigiano Cav. Giuseppe Cocco  (marchio Cocco). Queste aziende sono state invitate a modificare le etichette e i rispettivi siti per garantire ai consumatori un’informazione completa, fin dal primo contatto, sull’origine del grano utilizzato nella produzione della pasta.

“Eh sì – scrivevamo lo scorso Gennaio – perché anche se la cosa non viene pubblicizzata, come sanno bene i lettori de I Nuovi Vespri, il grano duro per produrre pasta industriale arriva in Italia da mezzo mondo: in primo luogo dal Canada (nell’ultimo anno l’importazione di grano canadese in Italia è aumentato di ben sette volte!), dagli Stati Uniti d’America (il riferimento è alla varietà Desert Durum che si coltiva in California e in Arizona), ma anche da altri Paesi del mondo: Ucraina, Kazakistan, Argentina, Francia, Grecia, Messico). (QUI PER ESTESO IL NOSTRO ARTICOLO DI GENNAIO).

Che dire? Due considerazioni.

Prima considerazione: meno male che c’è la Magistratura. Anzi, meno male che ci sono l’Antritrust e la Magistratura.

Seconda considerazione: l’Italia è messa veramente male e i consumatori – non soltanto italiani, ma di tutti i Paesi del mondo vittime della follia della globalizzazione dell’economia – sono messi ancora peggio!

 

 

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