Italiani nel mirino: il Governo farà ‘cassa’ con una patrimoniale e con un ‘attacco’ ai conti correnti?

31 ottobre 2020

Il quotidiano economico INVESTIRE OGGI lo scrive senza tanti giri di parole: “Il rischio di tassa patrimoniale cresce, attenzione massima a conto corrente e casa”. Dietro questa manovra c’è l’Unione europea, che punta alle case e ai conti correnti degli italiani

L’esempio, per l’Italia, potrebbe arrivare dalla Spagna, dove il Governo di Pedro Sanchez, appoggiato da Podemos, ha introdotto un’imposta sui grandi patrimoni con una contestuale stretta sui redditi alti e, in generale, sui redditi finanziari.

La notizia non è nuova, se è vero che qualche settimana fa il Commissario agli Affari monetari, Paolo Gentiloni (PD), ha detto a chiare lettere che la Commissione europea vuole che l’Italia reintroduca l’IMU sulla prima casa.

In Italia – questo ormai è nelle cose – si va verso la chiusura per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Ci vorranno molti soldi e l’Italia, al 31 Dicembre, segnerà un nuovo record: un debito pubblico pari a circa 2 mila e 600 miliardi di euro, con quasi 200 miliardi di euro sottoscritti nell’ultimo anno.

Questo ed altro lascerebbero pensare alla possibile materializzazione di un imposta patrimoniale. Il quotidiano on line INVESTIRE OGGI lo scrive a chiare lettere:

Il rischio di tassa patrimoniale cresce, attenzione massima a conto corrente e casa

“Con l’arrivo ormai quasi scontato di un secondo lockdown – leggiamo su INVESTIRE OGGI – anche in Italia, la crisi economica e, di riflesso, delle finanze pubbliche sembra destinata ad aggravarsi. E’ vero che la BCE ci offrirà il suo sostegno comprando BTp e la Commissione erogandoci le prime tranche degli aiuti stanziati con il Recovery Fund, ma in Europa tutto quello che si prende bisogna conquistarselo. Gli stati ‘frugali’ del Nord non accettano l’idea che un governo attinga alle risorse comuni senza impegnarsi per ridurre gli squilibri fiscali e macroeconomici. E poiché la ricchezza privata degli italiani risulta tra le più alte al mondo, se rapportata al PIL, in molti a Bruxelles da anni fanno pressione per ottenere che il nostro debito pubblico divenga più sostenibile con il trasferimento di risorse dal settore privato. In gergo, si chiama imposta patrimoniale”.

In pratica, l’Unione europea – come I Nuovi Vespri scrivono da tempo – vuole mettere le mani sul risparmio privato degli italiani, che ammonta a oltre 5 mila miliardi di euro. Non solo. Alla Ue l’idea che l’Italia abbia un debito pubblico di 2 mila e 600 miliardi di euro e che gli italiani contestualmente, siano in buona parte proprietari di una casa non va proprio giù: da qui la richiesta di ripristinare l’IMU sulla prima casa.

L’obiettivo è che molti italiani, tra imposta patrimoniale e ripristino dell’IMU sulla prima casa, comincino a vendere le proprie case, magari ai tedeschi che in Italia hanno già messo salde radici.   

INVESTIRE OGGI punta i riflettori sulle “forme di una stangata patrimoniale. In primo luogo verrebbe la casa, in seconda battuta i conti correnti e depositi: circa 1.682,9 miliardi di euro.

“Questa immensa liquidità – scrive INVESTIRE OGGI – sconta un’imposta di bollo di 34,20 euro per le giacenze medie superiori ai 5.000 euro, nel caso di un conto corrente; dello 0,20% della giacenza nel caso di un conto deposito. Il gettito è piuttosto magro, pari a soli 766 milioni di euro nel 2019 e comprese le imposte di successione e donazione. E se il governo aumentasse questa imposta, anche solo temporaneamente? Farebbe cassa e formalmente non imporrebbe alcun prelievo forzoso, la cui sola espressione risulta impopolarissima”.

Il Governo italiano, “Per rendere la misura più accettabile – leggiamo sempre si INVESTIRE OGGI – opterebbe per accrescere l’imposta sopra una certa giacenza (50-100.000 euro). E così, si racimolerebbe qualche centinaio di milioni di euro, se non qualche miliardo. Analogo il meccanismo per ri-tassare le prime case. Il gettito che è venuto a mancare con la totale cancellazione dell’IMU degli ultimi anni è stato di 4 miliardi di euro. Impensabile recuperarlo tutto, ma Gentiloni nel sostenere la necessità di colpire anche le prime abitazioni ha parlato della possibilità di legare l’imposta ai redditi dei proprietari. A parte che ne uscirebbe un’imposta né carne e né pesce, dato che si tradurrebbe in una stangata a carico del solito ceto medio e che passerebbe dalle dichiarazioni dei redditi, si riuscirebbe a non scontentare la massa delle famiglie con redditi medio-bassi, incassando qualche altro miliardo. Per non parlare della possibilità che anche la tassazione sulle seconde case venga rivista al rialzo, magari attraverso il famoso ‘aggiornamento dei valori catastali’ di cui si discute da anni”.

INVESTIRE OGGI non crede che in Italia si varerà un’imposta sui grandi patrimoni. Ma l’attacco alla casa e ai conti correnti va messo nel conto.

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