Governo Conte bis sempre più in fibrillazione. Rimpasto o crisi di Governo?/ SERALE

31 ottobre 2020

Il dato oggettivo è che Giuseppe Conte è sempre più impopolare. L’ultimo DPCM del capo del Governo ha scatenato proteste popolari che non accennano a rientrare. Il fatto che molte di queste proteste sfocino in atti di violenza lascia pensare a qualche strategia tutt’altro che chiara e non certo favorevole allo stesso Governo. L’incognita Alessandro Di Battista. E il possibile ‘Pronto soccorso’ di Forza Italia 

Tira una brutta aria dalle parti del Governo Conte bis. La sensazione è che i nodi sulla gestione della pandemia stiano venendo al pettine sull’onda del malcontento popolare. Da quando il presidente del Consiglio ha varato l’ultimo DPCM sono cominciare le manifestazioni popolari: e non sembra che si fermeranno.

Sono, in verità, manifestazione di protesta un po’ strane, se è vero che cominciano con toni pacifici da parte dei rappresentanti delle categorie economiche colpite dai provvedimenti restrittivi e, in alcuni casi, finiscono quasi sempre con scontri tra manifestanti e forze dell’ordine con bombe carta e atti vandalici vari.

L’ultima manifestazione violenta è andata in scena in queste ore a Firenze.

Da quello che siamo riusciti a capire, dopodomani, 2 Novembre, a Napoli si proverà a organizzare una manifestazione di protesta – il Funerale dell’economia campana – tenendo lontano chi porta violenza. Ci riusciranno?

La domanda è: chi sono i manifestanti che trasformano le manifestazioni pacifiche in scontri violenti? Di chi fanno il gioco? Sicuramente non aiutano i commercianti e, in generale, le imprese in difficoltà; ma, forse, non aiutano nemmeno l’attuale Governo italiano. 

Insomma, chi soffia sul fuoco persegue obiettivi che sono fino ad oggi poco chiari, ma che potrebbero portare a una crisi del Governo Conte bis.

Difficile, ad esempio, capire quello che succede dentro il PD, che pure avendo circa la metà dei parlamentari del Movimento 5 Stelle, è il più importante partito dell’attuale Governo.

Qualche giorno fa Andrea Marcucci, capogruppo del PD al Senato, ha parlato di rimpasto di Governo. Subito ripreso dal segretario di questo partito, Nicola Zingaretti. Così, in un’intervista all’AGI, Marcucci ha precisato:

“Non sono a favore di un rimpasto come si dice voglia Renzi. Non sono renziano, ho la mia identità. Peraltro non condivido affatto la posizione di Renzi sul Dpcm”.

Il leader di Italia Viva, Renzi, è noto, è molto critico sull’ultimo DPCM di Conte che ha scatenato le proteste popolari.

Marcucci spiega di volere “un chiarimento politico per garantire forza al governo” per “non andare con un equipaggio incerto e criticato in balia delle onde”. E ribadisce che “occorre una guida sicura, una maggioranza forte e coesa che dia all’esecutivo le basi di autorevolezza sia nei confronti del Paese che della comunità internazionale e finanziaria”.

Marcucci ha in parte ritrattato, ma solo in parte:

“Ho chiesto a Conte di farsi carico lui di queste questioni con un maggiore coinvolgimento parlamentare a partire dalla legge di Bilancio. Invece che continuare ad ascoltare il chiacchiericcio sul rimpasto, ci dica cosa pensa” anche perché, e qui arriva la staffilata dell’esponente del PD, “degli errori di valutazione sulla scuola sono stati fatti. Però a noi oggi spetta affrontare i problemi. Gli errori li giudicheranno gli elettori. Noi abbiamo bisogno di Ministri autorevoli che lavorino collegialmente, che abbiano una maggioranza solida alle spalle in una collaborazione stretta con il Parlamento, dove va aperto un tavolo con le opposizioni. Sia Conte a valutare se i Ministri sono o meno adeguati”.

Di fatto, Marcucci nega di volere il rimpasto, ma parla di Ministri che, forse, non sono il massimo.

E’ solo un problema di Ministri? Difficile capire quello che succederà. Non si capisce, ad esempio, che cosa farà Alessandro Di Battista: quando parla è piuttosto critico con il Governo Conte, ma almeno per ora non sembra volere avviare la scissione del Movimento 5 Stelle. Tra l’altro, gli osservatori attenti hanno notato che un suo stretto alleato, l’europarlamentare siciliano Ignazio Corrao, ha preso sì le distanze dal Movimento a Strasburgo sulla nuova PAC (insieme con altri quattro europarlamentari grillini ha votato contro), ma ha salutato positivamente la ‘mancia’ di 50 milioni di euro per gli scali aerei di Trapani e Comiso, ben sapendo che la continuità territoriale è una cosa più seria.

Di quello che farà Di Battista si conoscerà di più durante e dopo gli Stati generali del Movimento 5 Stelle.

In ogni caso, nel Governo non mancano le fibrillazioni: cosa normale quando un Governo diventa impopolare: e con il nuovo DPCM il Governo Conte è diventato molto impopolare: e lo diventerà ancora di più se si dovesse arrivare a una nuova e ulteriore chiusura delle attività economiche per fronteggiare l’emergenza del virus.

In questa fase politica, non priva di confusione, ci sono un paio di dati certi.

Il primo dato, molto visibile, è la crisi del Movimento 5 Stelle. A dimostrarlo sono i tentativi in verità patetici di alcuni esponenti di questo soggetto politico che, sulla rete, cercano di far dimenticare gli impegni con gli elettori che hanno tradito magnificando aumenti dell’export e altre amenità varie.

Il secondo dato è la disponibilità di Forza Italia non ad entrare nel Governo, ma a sostenere l’attuale Governo dall’esterno votando questo o quel provvedimento. Morale: se ci sarà la scissione dei grillini sono pronti i voti di Berlusconi. Basteranno?

Il terzo dato sono le fibrillazioni dell’attuale maggioranza di Governo, delle quali le dichiarazioni di Marcucci – peraltro non ritrattate fino in fondo – sono solo uno degli aspetti.

Il tutto in una situazione sanitaria problematica, che denuncia gravi errori commessi dal Governo nazionale. Il migrante-terrorista di Nizza non aiuta certo un Governo che ha facilitato il ritorno dei migranti in Italia. In queste ore sono in tanti a porsi la seguente domanda: quanti altri terroristi sono entrati in Italia con la grande ondata di migranti della scorsa estate?

QUI LA DICHIARAZIONE DI ANDREA MARCUCCI ALL’AGI 

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