Palermo, la manifestazione contro il DPCM di Conte si trasforma in una guerriglia urbana con bombe carta e feriti

28 ottobre 2020

Resta da capire perché certi gruppi si infilano nelle manifestazioni generando violenza. Una cosa è certa: non aiutano i commercianti che vogliono manifestare pacificamente e fanno solo il gioco del potere  

Pomeriggio e serata di scontri a Palermo. La manifestazione contro l’ultimo DPCM del capo del Governo Conte è degenerata in una guerriglia urbana: fumogeni, bombe carta, petardi, lanci di bottiglie, cariche della Polizia. E feriti. E anche qualche fermo da parte delle forze dell’ordine. Di tutto e di più.

Doveva essere una manifestazione pacifica organizzata dai commercianti della città penalizzati dai provvedimenti restrittivi varati dal Governo nazionale. Ma non è andata così: anzi. Con molta probabilità, a far salire la tensione sono stati i protagonisti dei centri sociali. Perché lo fanno? Questa è una bella domanda.

In queste persone c’è la semplice, idealistica e un po’ violenta voglia di combattere contro il Governo o, alla fine – consapevolmente o no – fanno il gioco del potere che così avrà buon gioco nel dire che queste manifestazioni non si debbono organizzare più??

Le cronache di queste ore raccontano che quando sono cominciati i lanci di petardi e di altro ancora, la Polizia ha risposto con le cariche. Da qui la fuga tra i vicoli che si affacciano lungo Corso Vittorio Emanuele.

Tante le scene di vandalismo: su panchine, fioriere, cestini e altro. Un operatore della troupe di Mediaset è stato colpito da un petardo ed è stato soccorso dagli operatori del 118. Come già ricordato, ci sono stati anche fermi: due persone sono state portate in Questura.

Domani a Palermo è prevista una nuova manifestazione. Appuntamento alle 18 e 30 in quello che resta di Piazza Politeama massacrata dagli eterni appalti ferroviari. Ci dovrebbero essere i titolari di ristoranti, bar, pub, enoteche, palestre, cinema, teatri.

Da quello che si capisce, gli operatori di questi settori non credono alle promesse del Governo nazionale e del Governo siciliano. E hanno perfettamente ragione:

il Governo nazionale, dopo i flop sui ‘famigerati’ 600 euro, sulla ‘potenza di fuoco’ delle banche e sui ritardi nell’erogazione della Cassa integrazione (in tanti ancora non l’hanno percepita!), non gode di alcuna credibilità (tanto che si vocifera di sostituire il capo del Governo Conte);

il Governo regionale di Nello Musumeci ‘babbia’: come abbiamo scritto stasera, per disporre la chiusura dei bar alle 20,00 invece che alle 18,00 e la chiusura dei ristoranti alle 22,00 serve un’ordinanza subito operativa, non un disegno di legge che diventerebbe legge operativa a Novembre inoltrato!

Insomma, la protesta è sacrosanta, la violenza, no!

Foto tratta da Il Gazzettino    

 

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