L’Italia vende a altri Paesi del mondo i pesticidi vietati nell’area Ue perché dannosi per la salute/ MATTINALE 449

24 settembre 2020

L’inchiesta è di Public Eye e Greenpeace. Rilanciata dal senatore Saverio de Bonis. I Paesi che utilizzano in agricoltura i veleni chimici che importano dall’Italia e da altri Paesi europei poi esportano i propri prodotti agricoli freschi e trasformati in Europa (e quindi anche in Italia). Tranquilli: chi si ammala viene ‘curato’ dalle industrie farmaceutiche. E il cerchio si chiude. Il ‘caso’ CETA-Canada. Perché è fondamentale uscire subito dalla Ue

La notizia l’hanno lanciata con un’inchiesta Public Eye e Greenpeace ed è stata ripresa dal senatore della Basilicata, Saverio De Bonis, sempre attento ai problemi legati all’agricoltura: l’Italia vende agli altri Paesi i pesticidi vietati nell’Unione europea.

Di scena il solito business della chimica in agricoltura: a farne le spese sono gli ignari cittadini consumatori di tutto il mondo, compresi – come ora proveremo ad illustrare – i cittadini italiani.

IL RUOLO DELLA UE – “L’Unione europea – scrive De Bonis – autorizza ogni anno la produzione e l’esportazione di pesticidi che sono vietati in ambito comunitario per via dei rischi per la salute e per l’ambiente. E l’Italia, con circa 9 mila 500 tonnellate, sarebbe il primo esportatore, dopo l’uscita dall’UE del Regno Unito (che ne esporta 32.000 tonnellate). È un fatto gravissimo. Non è ammissibile mantenere standard elevati in casa propria e poi infischiarsene della salute dei cittadini degli altri Paesi”.

In realtà, i problemi, come dice sempre il senatore De Bonis, riguarda anche l’Italia e i suoi cittadini:

VELENI PER I CONSUMATORI EUROPEI (E ITALIANI) – “Ancor più grave – spiega il parlamentare – è il fatto che i maggiori importatori siano Paesi che esportano poi grosse quantità di prodotti finiti nella stessa Europa! Insomma, quello che vietiamo in casa nostra lo facciamo rientrare dalla finestra sulle nostre tavole, con grave rischio dei consumatori. Stiamo parlando di decine di migliaia di tonnellate di pesticidi, stando a un’inchiesta di Public Eye e Greenpeace”.

I principali importatori di pesticidi ed erbicidi che nei Paesi dell’Unione europea sono vietati perché dannosi per la salute umana sono Stati Uniti, Australia, Canada, Marocco, Sudafrica, India, Giappone, Messico, Iran e Vietnam. Molti di questi Paesi sono grossi esportatori di prodotti finiti verso l’Europa”.

IL SOLITO CETA – Facciamo un esempio semplicissimo: grazie al CETA – il trattato internazionale tra Unione europea e Canada, trattato internazionale mai ratificato dai Parlamenti dei 27 Paesi della Ue, ma applicato lo stesso, perché quando di mezzo interessi miliardari la stessa Unione europee viola le proprie leggi mettendo sotto i piedi la salute pubblica – un diluvio di prodotti agricoli freschi e trasformati prodotti in Canada arrivano in Europa.

Ebbene, questi prodotti agricoli freschi e trasformati che arrivano dal Canada non solo stanno massacrando alcune produzioni agricole europee ma, a giudicare dalla denuncia di Public Eye e Greenpeace, ripresa dal Senatore De Bonis, allietano le nostre tavole con prodotti agricoli, freschi e trasformati, coltivati e lavorati con sostanze chimiche che in Europa e quindi anche in Italia sono vietate perché dannose per la nostra salute!

Abbiamo citato CETA e Canada, ma il problema riguarda anche altri Paesi che esportano prodotti agricoli – a quanto pare tossici, in Europa e in Italia.

Dietro questo sistema c’è il business nel business: introducendo sistematicamente sulle tavole di milioni di europei di tutte le età prodotti agricoli freschi e trasformati trattati con sostanze dannose per la salute umana aumentano le malattie, malattie che un tempo erano rare sono sempre più diffuse nella popolazione e spuntano nuove patologie.

Il tutto per la ‘gioia’ dell’industria farmaceutica che, in questo sistema, aumenta il proprio giro di affari.

Così va il mondo, e così vanno le cose nell’Unione europea controllata dai liberisti:

“Tutto questo avviene – scrive De Bonis – nel silenzio della Commissione europea”.

RICORDATE IL VOTO DEGLI EUROPARLAMENTARI GRILLINI? – Già, la Commissione europea: il Governo della Ue eletto con i voti determinanti dei parlamentari europei del Movimento 5 Stelle.

De Bonis chiama in causa la Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova:

“Chiediamo con forza che la Ministra Bellanova e le nostre istituzioni intervengano con urgenza per vietare questa pratica insana (come già stanno facendo Francia e Belgio) e che facciano sentire la loro voce anche in sede europea!”.

Proviamo ora a illustrare, per grandi linee, l’inchiesta di Public Eye e Greenpeace. E lo facciamo riprendendo alcuni passi di un articolo di Greenpeace. Dove possiamo leggere un elenco “il più completo mai diffuso di questo genere di prodotti notificati per l’esportazione nel 2018 dall’Ue verso altri Paesi: 41 diversi ‘prodotti fitosanitari’ vietati in Ue, in partenza dall’Europa verso 85 Paesi, più di tre quarti dei quali a reddito medio o basso; un volume complessivo di 81.615 tonnellate, di cui oltre la metà destinate a Paesi in via di sviluppo”.

Qui arriva il dato che riguarda l’Italia:

“In totale, circa 9.500 tonnellate (12%) delle esportazioni pianificate risultano a carico dell’Italia, il totale più alto dei Paesi dell’Ue interessati, seconda solo al Regno Unito. Le esportazioni italiane notificate riguardavano 10 diversi prodotti agrochimici pericolosi destinati a Paesi tra cui Stati Uniti, Australia, Canada, Marocco, Sud Africa, India, Giappone, Messico, Iran e Vietnam”.

Giusto per citare qualche esempio: oltre che importare tanti prodotti dal Canada, l’Italia importa prodotti agricoli freschi e trasformati dagli Stati Uniti, dal Marocco, dal Messico, dall’Iran.

BUON APPETITO… “La prima sostanza esportata per quantità nel 2018 (circa due terzi del totale) – leggiamo sempre nell’articolo di Greenpeace – è stato il trifluralin puro, prodotto da Finchimica: un sospetto cancerogeno vietato in Ue già dal 2007 a causa della sua elevata tossicità per i pesci e altri organismi acquatici, nonché per la sua elevata persistenza nel suolo. Il secondo posto (con 1.820 tonnellate) spetta a un altro sospetto cancerogeno per gli esseri umani: l’erbicida l’ethalfluralin, diretto principalmente in Canada e Stati Uniti e prodotto sempre da Finchimica”.

C’è anche un’azienda italiana che esporta tonnellate di diserbante a base di atrazina, “un erbicida tossico vietato nel 2004”, scrive sempre Greenpeace. Erbicida che viene esportato in Sudan, in Israele, negli Stati Uniti e in Sud Africa. Pronti per l’esportazione anche “220 tonnellate di diserbante a base di alachlor in Sud Africa, un sospetto cancerogeno classificato come molto tossico per gli organismi acquatici, identificato come un potenziale interferente endocrino dalla Commissione europea nel 2000 e una delle poche sostanze chimiche che rientra nei criteri per essere elencato come pesticida pericoloso ai sensi della Convenzione di Rotterdam”.

“Grandiosa” Unione europea: firma le convenzioni e poi…

“Altri pesticidi vietati che sono stati notificati per l’esportazione dalle autorità italiane – scrive sempre Greenpeace – includevano 400 tonnellate in Marocco del fumigante 1,3-dicloropropene e 329 tonnellate di insetticidi a base di propargite, in India, Vietnam e Marocco. Entrambe le sostanze sono state classificate come probabili cancerogeni per gli esseri umani dall’EPA”.

A questo punto la domanda di Greenpeace:

“Ma se questi pesticidi sono così pericolosi da indurre le autorità europee – giustamente – a vietarne l’uso, come può essere accettabile che le aziende europee continuino a produrli e le stesse autorità europee ne autorizzino l’esportazione in tutto il mondo? Altrettanto assurdo che da molti dei Paesi cui vengono vendute queste sostanze tossiche, vengano prodotti alimenti rivenduti poi sul mercato europeo”.

CI FANNO AMMALARE E CI CURANO: SERVIZIO COMPLETO! – Proprio ‘assurdo’ non è, perché, come già accennato, ‘grazie’ a questi prodotti agricoli freschi e trasformati ‘ricchi’ di stanze chimiche dannose per la salute, tantissimi cittadini europei si ammalano e le industrie farmaceutiche li ‘curano’. Volete mettere?

“E’ quindi evidente – leggiamo sempre su Greenpeace – come sia doveroso che l’Ue e gli Stati membri, Italia compresa, pongano fine a questo assurdo commercio, colmando le lacune normative che l’hanno reso finora possibile e vietando per sempre la produzione e l’esportazione di tutti i pesticidi vietati. In questo modo si darebbe una risposta dignitosa anche alle dozzine di esperti di diritti umani delle Nazioni Unite che hanno lanciato un appello affinché si metta fine alla pratica ‘deplorevole’ di esportare pesticidi tossici vietati verso i Paesi più poveri. Questa è anche l’unica strada per proteggere in modo efficace noi stessi e l’ambiente da sostanze tossiche, che costituiscono un rischio per le persone, inquinano acqua e suolo e contribuiscono al declino di specie essenziali per il mantenimento degli equilibri naturali, come le api e gli insetti impollinatori”.

pensare che la Ue ponga fine a tale sistema è sa ingenui. la cosa più sensata da fare è una sola: uscire subito da questa Unione europea di ‘banditi’ controllata da liberisti & affaristi senza scrupoli. Il resto sono solo chiacchiere 8o, come si usa dire in Sicilia, minchiate!).

QUI L’ARTICOLO DI GREENPEACE

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