Coronavirus, Luigi Cavanna: “Casi severi in aumento, riabilitare l’Idrossiclorochina”

24 settembre 2020

Luigi Cavanna è il noto oncologo che a Piacenza, insieme con la sua equipe, ha combattuto il Covid-19 recandosi dai pazienti casa per casa. Il suo metodo ha funzionato ed è noto in tutto il mondo. Ed è lui che oggi invita le autorità italiane a tornare ad utilizzare l’Idrossiclorochina messa da parte per interessi poco chiari (o forse chiarissimi…)  

I casi di Coronavirus tornano ad essere preoccupanti, per questo bisogna tornare subito all’Idrossiclorochina. Parola di Luigi Cavanna, l’oncologo piacentino che, insieme con la sua equipe, ha combattuto il Covid-19 casa per casa. Il suo modello di cure a domicilio è diventato famoso in tutto il mondo: di lui e del suo metodo di cura hanno scritto il Time e Le Monde.

Oggi Cavanna racconta di guardare con preoccupazione a quello che sta avvenendo in Italia, dove si registra un sensibile aumento dei contagi e un aumento dei casi severi.

In tutto questo – e qui c’è la notizia brutta – dopo una strana campagna mediatica, complice anche la riduzione dell’infezione, in Italia è stata messa da parte l’Idrossicorochina, ovvero la cura sperimentata da uno dei più noto microbiologi della Francia: Didier Raoult.

Una cura, quella sperimentata dallo scienziato francese, che non è mai piaciuta ai potenti del Pianeta:

Coronavirus/ La scienza ufficiale denigra l’idrossiclorochina di Didier Raoult perché ‘nuoce’ alle multinazionali farmaceutiche?

Dice oggi Cavanna in un’intervista a Sanità e informazione:

“Fino a pochi giorni fa ero un po’ più ottimista perché da giugno eravamo stati chiamati sul territorio per persone positive al tampone ma paucisintomatiche o asintomatiche. Avevamo un’impressione suffragata dai pazienti che vedevamo: ora è cambiato qualcosa – spiega Cavanna -. Più recentemente abbiamo avuto due o tre pazienti ricoverati in ospedale ed erano due-tre mesi che non ce n’erano. Credo che lo sforzo che dovremmo fare come Paese è di spiegare ai giovani come si trasmette questo virus. Dedicare un po’ di tempo all’informazione per fargli acquisire delle conoscenze. Gli va spiegato senza vietare una cosa o l’altra. L’informazione è fondamentale per avere più coscienza in tutti gli strati della popolazione. Questo favorirà il contenimento”.

“La grande delusione di Cavanna – leggiamo sempre su Sanità e informazione – è quella sull’idrossiclorochina. Lui l’ha usata sui suoi pazienti con ottimi risultati, dato che nessuno è deceduto. Poi lo studio apparso sul Lancet, ritirato quasi subito, ha gettato un velo di discredito su questo vecchio farmaco che però in alcuni Paesi, come la Cina, viene ancora considerato un efficace alleato contro il Covid-19 e inserito nelle Linee guida”.

“Nello studio apparso sul Lancet veniva affermato che l’Idrossiclorochina era detrimentale per i pazienti, poi è stato ritirato ma il danno ormai l’aveva fatto – commenta Cavanna -. Questo ha creato un disorientamento anche nell’ambito degli enti regolatori, dall’OMS fino ai singoli Paesi come Italia e Francia che hanno messo, non dico un veto, ma un serio alert sul farmaco. Per fortuna questo stop è arrivato quando oramai eravamo fuori dalla tragedia dei mesi di marzo, aprile, maggio”.

“Stanno uscendo per fortuna diversi lavori fatti nel mondo reale – precisa sempre l’oncologo – non studi randomizzati, ma studi su dati del territorio e dall’ospedale in cui l’Idrossiclorochina è sicuramente riabilitata. Parlo di Idrossiclorochina non perché mi sia simpatica a priori, non è un giudizio sentimentale il mio, ma perché è di facile somministrazione precoce a domicilio. Non possiamo permetterci di fare anticorpi monoclonali a domicilio precocemente, in quel caso i malati andrebbero tutti ospedalizzati. Con dieci studi randomizzati fatti con tutti i crismi ci vorrebbero anni per avere i risultati. Ma se abbiamo una impressione e dei dati clinici a favore del funzionamento dobbiamo poter utilizzare questi farmaci. Nella pratica clinica usiamo tutti i giorni tanti farmaci su cui non c’è uno studio clinico randomizzato che ne dimostri l’efficacia. Mi fa un po’ specie che si stiano aprendo tante problematiche sull’Idrossiclorochina quando somministrata per sette giorni ad un dosaggio adeguato ha sicuramente salvato tante persone”.

“Non usare l’Idrossiclorochina in Autunno potrebbe essere pericoloso – spiega Cavanna -. Noi abbiamo seguito circa 300 pazienti che ancora oggi tornano per i controlli. Dopo pochi giorni di Idrossiclorochina stavano meglio. Stiamo ultimando il lavoro sui primi 100 casi seguiti a domicilio ed emerge che più precocemente viene somministrato questo farmaco più si hanno risultati favorevoli. Capirei se un farmaco ha tanti effetti collaterali o può essere davvero detrimentale per i pazienti. Ma per un periodo così breve come sono sette giorni non è così. Ora si usa molto il Remdesivir che però è un farmaco che deve essere iniettato per via venosa, quindi per forza di cose il paziente deve accedere all’ospedale o deve essere ricoverato. Per l’Autunno, in attesa del vaccino, sarebbe bene avere a disposizione dei farmaci semplici da somministrare precocemente a domicilio”.

Come potete leggere nell’articolo di Sanità e informazione, secondo l’oncologo, i pazienti vaccinati sembrano avere una prognosi migliore:

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI SANITA’ INFORMAZIONE 

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