I venti consiglieri comunali di Palermo sono al corrente delle ‘news’ su cemento & affari e “Habitus criminale’?/ SERALE

23 settembre 2020

Ricordate gli arresti ‘eccellenti’ avvenuti a dine Febbraio a Palermo, tra consiglieri comunali (‘di sinistra’), imprenditori e burocrati? I ‘ragazzi’, il prossimo 8 Ottobre, saranno tutti davanti al giudice per l’udienza preliminare. Il commento al vetriolo di Giulia Argiroffi

Continua a picchiare duro la consigliera comunale di Palermo, Giulia Argiroffi, che su Facebook commenta la richiesta di rinvio a giudizio per il presunto giro di tangenti al Comune di Palermo nel quadro dell’inchiesta detta ‘Giano bifronte’. E lo fa attaccando il sindaco della città, Leoluca Orlando:

“Magistratura non fermarti! Questo ‘HABITUS CRIMINALE’ che hai scoperto non può essere così circoscritto! Dall’indagine emerge che gli uomini scelti personalmente da Orlando (tanto da modificare il modulo nella ordinanza sindacale, perché voleva proprio loro nonostante i carichi pendenti) avevano ‘costituto un comitato di affari in un INQUIETANTE CONTESTO CRIMINOSO nel quale la corruzione altro non è che un habitus mentale che ne connota l’agire quotidiano'”.

Poi parte la ‘bordata’ per Mario Li Castri, chiamato dal Comune di Palermo “a presiedere la commissione dell’AFFARE TRAM (Incarico da 27 milioni di euro) anche se non aveva i titoli”.

Il finale è riservato ai 20 consiglieri comunali che hanno salvato la poltrona al sindaco di Palermo:

“E intanto 20 consiglieri comunali fanno finta di non capire…”. 

Brutta storia il mega progetto di edilizia residenziale convenzionata nelle aree di via Maltese (ex Keller), via Messina Marine e via San Lorenzo. Giusto perché noi non siamo nati a Oslo ma in Sicilia e, magari, conosciamo un po’ Palermo possiamo affermare che si tratta di ‘aree giuste’ della città.

Molto azzeccato anche il nome dato all’inchiesta: Giano Bifronte, i due volti del dio dell’antica Roma che potevano guardare al futuro e al passato: in questo caso si guarda molto al passato di Palermo…

La storia è iniziata a fine Febbraio scorso con gli arresti di imprenditori, politici e burocrati del Comune di Palermo. Ora la Procura della repubblica del capoluogo siciliano chiede un processo per la “cricca”, ovvero per una sorta di comitato di affari che avrebbe tentato di aggirare il Piano regolatore con una delibera del Consiglio comunale. Il pronunciamento del Consiglio comunale avrebbe dovuto attestare “l’interesse pubblico”. Solo che la delibera è stata ‘bocciata’.

Ora la parola passa ai giudici. L’8 ottobre sarà il giudice Ermelinda Marfia a presiedere l’udienza preliminare. Ci saranno due funzionari del Comune di Palermo, Mario Li Castri, ex dirigente dell’Area tecnica del Comune, e Giuseppe Monteleone, già dirigente dello Sportello unico delle Attività produttive; poi l’architetto Fabio Seminerio; gli ex consiglieri comunali  Giovanni Lo Cascio, che ricopriva l’incarico di capogruppo del PD e di presidente della commissione Urbanistica del Comune, e Sandro Terrani, all’epoca dei fatti capogruppo di Italia viva e componente della commissione Bilancio. Entrambi si sono dimessi dal Consiglio comunale.

Richiesta di rinvio a giudizio anche per i costruttori Giovanni Lupo e Francesco Lo Corte, della Biocasa srl; per Agostino Minnuto, direttore dei lavori di un cantiere della Biocasa; per l’architetto Giovanna D’Attardi.

Impressionante quello che leggiamo in un articolo del quotidiano la Repubblica:

“Le indagini, condotte dai finanzieri del nucleo di polizia economico finanziaria e dai carabinieri del nucleo investigativo di Palermo, hanno fatto emergere un «sistema corruttivo – come lo ha chiamato il gip Michele Guarnotta, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare – un sistema innervatosi da almeno tre lustri all’interno degli uffici tecnici del Comune, a causa delle continue e pervicaci malversazioni poste in essere in primis dagli indagati Li Castri e Monteleone, evidentemente abili a sfruttare ripetutamente la deplorevole inerzia degli stessi organi di controllo comunali, chiaramente dimostratisi del tutto incapaci di difendere l’ente locale». I due superburocrati erano già stati condannati per lottizzazione abusiva, per la costruzione delle loro ville a Mondello, ma continuavano ad avere la fiducia dell’amministrazione”.

Qui un articolo su via Miseno a Mondello:

Speculazione edilizia a Mondello: condanne durissime. E i tanti altri casi?

 Una storia che getta una bruttissima luce sul Comune di Palermo amministrato dal centrosinistra:
«Continuano a godere – scrivono i magistrati – di un’ampia fiducia all’interno degli organigrammi comunali, sicché appare chiaro che in assenza di un’adeguata misura cautelare potranno continuare a beneficiare di incarichi apicali all’interno dell’area tecnica e di ogni altra struttura amministrativa affine».

“Parole pesantissime – leggiamo sempre su la Repubblica -. Li Castri, annotava il giudice, «continua ad avere, al di là degli incarichi formalmente rivestiti, un inusitato potere decisionale in relazione all’intera organizzazione comunale». E, soprattutto, una «strettissima contiguità — questa l’espressione utilizzata dal giudice — con l’assessore Emilio Arcuri» (che oggi non è più assessore comunale ndr), descritto come «uno dei principali sponsor» di Li Castri. Nel provvedimento di arresto veniva riportata un’intercettazione in cui l’esponente politico chiedeva consigli al funzionario su come far ruotare gli incarichi all’interno dell’Area tecnica. Eppure, in un altro dialogo, fra l’assessore e Paola Di Trapani (la dirigente del settore Risorse umane), era lo stesso Arcuri a chiamare ironicamente Li Castri «un imbroglione». Anche quel dialogo è finito intercettato, anche se Arcuri non è stato indagato”.

Ci chiediamo e chiediamo: a quando chiarezza sul Tram, a cominciare dall’incarico da 27 milioni di euro?

QUI L’ARTICOLO DE LA REPUBBLICA

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