Trema la Palermo degli appalti e degli affari: arrestati imprenditori, politici e burocrati del Comune

29 febbraio 2020

Una bufera giudiziaria si è abbattuta sul Comune di Palermo. Storie di affari, anzi, come dichiara il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo di “un vero e proprio comitato d’affari in grado di incidere sulle scelte gestionali di pubblici dirigenti e amministratori locali”  

Trema la Palermo degli appalti e degli affari. Trema la politica cittadina, legata, se non espressione, di questo mondo dalle molte ombre e dalle poche luci. Noi non ci occupiamo quasi mai cronaca giudiziaria. Ma come ci capita quando la cronaca giudiziaria ‘invade’ la politica, siamo quasi costretti a dare notizia ai nostri lettori del terremoto che si è abbattuto sul Comune del capoluogo della Sicilia.

Accuse pesanti, quelle ipotizzate dagli inquirenti. Noi facciamo riferimento a quello che leggiamo su altri giornali e, in particolare, su BlogSicilia. Dove leggiamo di un “comitato di affari che in questi anni a Palermo avrebbe gestito il settore dell’edilizia privata del Comune”.

I lettori ci consentano un’autocitazione. E’ il sommario di un nostro articolo scritto nel Luglio del 2018, dopo la condanna dei protagonisti di una lottizzazione a Mondello:

“Leggendo le motivazioni della sentenza sulla speculazione edilizia di via Miseno, a Mondello – vicenda conclusasi con una sfilza di condanne in primo grado – vengono fuori non soltanto le responsabilità dei condannati, ma anche le responsabilità amministrative e politiche del Comune di Palermo e dei suoi amministratori. Non solo su tale vicenda, ma su tante altre speculazioni ancora oggi rimaste nell’ombra”.

Oggi qualche ombra viene diradata, come leggiamo sempre su BlogSicilia, “dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza e dai Carabinieri del Reparto Operativo, Nucleo Investigativo di Palermo, nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo”. Coinvolti politici, imprenditori e burocrati del Comune.

Le richieste della Procura – procuratore capo Francesco Lo Voi, procuratore aggiunto Sergio Demontis e sostituto procuratore Giovanni Antoci – sono state accolte Giudice per le indagini preliminari (Gip) Michele Guarnotta.

“I militari nel corso della notte – leggiamo sempre su BlogSicilia – hanno eseguito un’ordinanza cautelare del Gip e hanno sottoposto agli arresti domiciliari i consiglieri comunali Sandro Terrani, 50 anni, membro della Commissione Bilancio, Finanza e Tributi, esponente di Italia Viva, e Giovanni Lo Cascio 49 anni, Presidente della Commissione Urbanistica, Lavori pubblici, Edilizia privata e residenziale pubblica, eletto tra i Democratici e Popolari, i funzionari comunali fedelissimi del sindaco Leoluca Orlando e di Emilio Arcuri, Mario Li Castri, 53 anni di Palermo, già dirigente dell’Area Tecnica della Riqualificazione Urbana e delle Infrastrutture, Giuseppe Monteleone, 58 anni, di Palermo, già dirigente dello Sportello Unico Attività Produttive, il professionista Fabio Seminerio, 56 anni di Palermo, architetto e gli imprenditori Giovanni Lupo, 76 anni, di San Giovanni Gemini (Ag) e Francesco La Corte, 46 anni, originario di Ribera (Ag), rispettivamente amministratore di fatto e di diritto della Biocasa s.r.l. (con sede in Palermo) operante nel settore edilizio. All’architetto Agostino Minnuto, 59 anni, originario di Alia (PA), è stato notificato l’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria”.

I reati contestati, a vario titolo, sono sono corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, corruzione per l’esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico.

“Le indagini – leggiamo sempre su BlogSicilia – hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un comitato d’affari composto da imprenditori e professionisti in grado di incidere sulle scelte gestionali di pubblici dirigenti e amministratori locali, i quali avrebbero asservito la pubblica funzione agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore dell’edilizia privata”.

La vicenda viene illustrata così da BlogSicilia:

“Nel corso del 2016, Seminerio e soggetti a lui riconducibili hanno presentato – per conto di numerosi imprenditori – tre progetti per la lottizzazione di aree industriali dismesse del Comune di Palermo (via Maltese, via Messina Marine e via San Lorenzo) e conseguente realizzazione di complessive 350 unità abitative di edilizia sociale residenziale convenzionata. Per derogare al Piano regolatore generale era necessario che il Consiglio comunale attestasse il pubblico interesse di tali iniziative. L’istruttoria sulle proposte di deliberazione è stata curata da Li Castri, all’epoca a capo dell’Area Tecnica del Comune, il quale, da un lato, si trovava in situazione di incompatibilità, essendo stato socio in affari con Seminerio, con il quale manteneva assidua frequentazione, dall’altro, rilasciava parere favorevole anche in mancanza di alcuni requisiti di ammissibilità in materia di edilizia convenzionata. In cambio, Li Castri accettava la promessa (formulata da La Corte e Lupo, interessati all’approvazione dei piani costruttivi) di assegnare a Seminerio la direzione dei lavori edilizi da realizzarsi, che a sua volta avrebbe destinato a Li Castri una parte dei profitti percepiti a seguito dell’approvazione da parte del Consiglio comunale delle tre proposte di deliberazione. Anche Monteleone si adoperava per il buon esito della delibera relativa all’ex area industriale di via San Lorenzo”.

E i consiglieri comunali? “I consiglieri comunali – leggiamo sempre su BlogSicilia – destinatari del provvedimento, in cambio della promessa di utilità di varia natura, si sarebbero adoperati per una rapida calendarizzazione ed approvazione delle tre proposte di costruzione in deroga al piano regolatore. In data 7 novembre 2019 il Consiglio comunale ha comunque espresso parere contrario alle proposte costruttive”.

“In un’altra vicenda – leggiamo sempre su BlogSicilia – Li Castri, sempre nel suo ruolo di dirigente comunale, avrebbe accordato una variante a una concessione edilizia della Biocasa, consentendo di aumentare le unità abitative da realizzarsi da 72 a 96. Il progetto era stato redatto anche in questo caso dal suo ex socio in affari Seminerio, al quale veniva assegnato l’incarico di direttore dei lavori. Monteleone, già dirigente dell’Area Tecnica, curava alcune pratiche di concessione edilizia presentate dalla Biocasa anche per la realizzazione di un ulteriore complesso immobiliare sempre a Palermo, avallando varianti in aumento al fine di consentire la realizzazione di un maggior numero di unità abitative da 96 a 133. In cambio Lupo, La Corte e A.M. gli promettevano 15.000 euro. I primi due, inoltre, assegnavano a una strettissima amica di Monteleone, molteplici incarichi professionali, corrispondendole cospicue somme di denaro”.

“Le ipotesi delittuose – scrive ancora BlogSicilia – sono state avvalorate anche dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia, Filippo Salvatore Bisconti, imprenditore edile nell’area metropolitana di Palermo, tratto in arresto dall’Arma dei Carabinieri per associazione mafiosa il 4 dicembre 2018 (operazione Cupola 2.0) quale capo-mandamento di Misilmeri-Belmonte Mezzagno, il quale ha riferito circostanze e dinamiche interne agli uffici tecnici comunali, con particolare riguardo agli interessi coltivati per anni dai citati Li Castri, Seminerio e Monteleone e in particolare “alle numerose cointeressenze economiche che effettivamente i tre soggetti coltivavano insieme nel settore dell’edilizia”.

“Le indagini – dice il colonnello Gianluca Angelini, comandante del nucleo di polizia economico finanziaria di Palermo – hanno consentito di ipotizzare l’esistenza di un vero e proprio comitato d’affari in grado di incidere sulle scelte gestionali di pubblici dirigenti e amministratori locali, i quali avrebbero asservito la pubblica funzione agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore dell’edilizia privata”.

E adesso che succederà al Comune di Palermo?

QUI PER ESTESO L’ARTICOLO DI BLOGSICILIA 

 

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