Sul Titanic

Referendum: gli exit-poll danno in vantaggio il sì: c’è da crederci?

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Noi, in verità, manifestiamo qualche dubbio sulla vittoria dei Sì. Quindi invitiamo i nostri lettori ad aspettare i veri risultati che arriveranno dallo spoglio delle schede

Noi, per nostra formazione, non crediamo molto né ai sondaggi, né agli exit-poll. Siccome già in televisione impazzano gli exit-poll sul referendum sul taglio dei parlamentari, che danno il Sì al 60%, invitiamo i nostro lettori ad aspettare lo spoglio delle schede.

Perché diciamo questo? Perché un’eventuale vittoria del Sì – come abbiamo scritto qualche giorno fa – si configurerebbe come una clamorosa smentita della rete, dove il NO è in netto vantaggio.

Detto in parole ancora più semplici, una vittoria dei Sì ci consegnerebbe una rete non in grado di ‘leggere’ la realtà politica italiana: e sarebbe veramente una novità.

Così, anche a costo di andare controcorrente, diciamo subito che a noi gli exit-poll sul risultato del referendum ci sembrano un po’ strani. 

Certo, la legge costituzionale oggetto del referendum è stata votata e approvata dal 97% dei parlamentari presenti oggi alla Camera e al Senato. Il No, insomma, è partito da un 3-4% e anche un 40% sarebbe una mezza vittoria.

Ebbene, noi siamo convinti – e lo scriviamo ora anche a costo di rischiare di sbagliare previsioni – che il No sia ben più avanti del 40%.

Aspettiamo lo spoglio delle schede, allora.

Noi – i nostri lettori lo sanno – fino all’ultimo siamo rimasti in bilico: da siciliani abbiamo sempre pensato che questa storia del Parlamento nazionale sia più italiana che siciliana; e siamo sempre convinti che la Sicilia sarà penalizzata comunque, a prescindere dal risultato del referendum.

Insomma: non volevamo andare a votare. Ieri invece siamo andati a votare: e abbiamo votato No.

Forse è anche per questo che non crediamo al 60% dei sì? Magari è anche questo. Ma non è solo questo.

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