Referendum: il responso della rete sembra orientato sul No. Sarà così?

18 settembre 2020

Un mese fa nessuno avrebbe scommesso sul No. Oggi, invece, sulla rete domina il No, sostenuto da passione e spontaneità. La domanda è: la rete interpreta lo ‘spirito’ popolare? Possibile che il Sì, dato fino a un mese fa come vincitore netto, sia precipitato tanto in basso nel cuore degli italiani? Il risultato sarà anche un responso sulla capacità della rete di interpretare la società italiana

Sul referendum per il taglio dei parlamentari sta succedendo qualcosa di nuovo. Fino ad oggi è stato sempre detto che la rete riesce a cogliere meglio di qualunque sondaggio lo ‘spirito’ che anima un Paese. Ebbene, solo chi è distratto non si sarà accorto che, sulla rete, si registra una netta, nettissima prevalenza di No rispetto ai Sì.

Di più: mentre i post che invitano a votare Sì, in grande maggioranza, sono ‘di maniera’, ovvero scontati, quasi preparati e diffusi, magari con le facce dei politici del Movimento 5 Stelle, i post dei No sono spontanei, liberi, scritti da persone di tutte le estrazioni.

Insomma, sulla rete nei No sono una manifestazione spontanea, sentita, passionale.

Quello che sta succedendo è molto interessante. Soprattutto se guardiamo alla ‘storia’ della legge oggetto di referendum, che è stata votata e approvata da oltre il 97% degli attuali parlamentari di Camera e Senato.

Fino a un mese fa nessuno avrebbe scommesso sulla vittoria dei No, perché la vittoria dei Sì si dava per scontata. Oggi, lo ribadiamo, a giudicare da quello che si ‘respira’ sulla rete i No dovrebbero vincere con estrema facilità.

In questo cambiamento di opinione un ruolo importante potrebbe averlo giocato la voglia di tanti italiani di penalizzare il Movimento 5 Stelle, sponsor del Sì. Ma questo sentimento – molto diffuso, perché tanti sono gli elettori delusi dai grillini – non spiega del tutto quello che sta succedendo.

Ad ogni modo, il risultato di questo referendum ci dirà fino a che punto è vera la tesi di una rete che riesce a interpretare gli umori della società.

Se vinceranno i No si avrà la conferma che la rete interpreta meglio dei sondaggi lo ‘spirito’ popolare.

Se invece dovessero vincere i Sì, ebbene, dobbiamo cominciare a interrogarci sulla rete, chiedendoci fino a che punto questo strumento sia in grado di ‘leggere’ la società.

Foto tratta da Il Caleidoscopio

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