Migranti: l’ordinanza di Musumeci manda in tilt Roma. Come reagiranno i ‘filantropi’ di Libia e Tunisia? /MATTINALE 521

26 agosto 2020

Descritta come un’ordinanza “farlocca”, la mossa del presidente Musumeci, in realtà, ha gettato nello scompiglio Palazzo Chigi e il Viminale che non sanno cosa fare. O meglio, lo sanno: debbono tutelare i migranti eliminando gli assembramenti negli Hotspot e nei Centri di accoglienza. Ma questo costerebbe una barca di soldi… ‘Sgamati’ i finti profeti dell’accoglienza. Gli interrogativi sulle reazioni di Libia e Tunisia   

Come scriviamo da qualche giorno, l’ordinanza del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, sui migranti ha colpito nel segno. Le previsioni dei detrattori dell’attuale Governo regionale – che poi coincidono con i fans del Governo nazionale di Giuseppe Conte – si sono rivelate sbagliate. Quella dipinta come un’ordinanza farlocca, priva di effetti giuridici e bla bla bla non solo ha mandato in tilt i giuristi di Palazzo Chigi e del Viminale, ma sta mettendo in grande difficoltà tutta la ‘filiera’ degli sbarchi di migranti in Sicilia, dalla Libia alla Tunisia.

A Roma tutto si aspettavano, ma non di dovere fronteggiare un’ordinanza sulla sanità. Soprattutto dopo che il TAR Lazio ha respinto il ricorso presentato dalle associazioni che rappresentano le discoteche chiuse dal Governo Conte bis nel nome dell’emergenza Coronavirus. Niente assembramenti nelle discoteche nel momento in cui il virus torna a diffondersi.

NIENTE ASSEMBRAMENTI – Insomma, il Governo nazionale ha fatto bene a chiudere le discoteche. Il problema, adesso, è che per lo stesso principio per il quale sono state chiuse le discoteche – niente assembramenti in tempo di Coronavirus – vanno eliminati pure gli assembramenti di migranti negli Hotspot e nei Centri di accoglienza.

I migranti sono uomini in carne ed ossa, proprio come gli italiani: e se gli italiani non si devono assembrare nelle discoteche per evitare di contagiarsi l’un l’altro, anche i migranti non possono restare assembrati negli Hotspot e nei Centri di accoglienza perché rischiano di ammalarsi tutti e perché – è il caso di Lampedusa, ma non è l’unico – non possono restare in mille e 200 in un Hotspot che di persone ne può ospitare non più di un centinaio!

Il fatto che si tratti di migranti non significa che si possono costringere migliaia e migliaia di persone a vivere in condizioni inumane. Precetto che i vertici della Chiesa cattolica sicilian-bergogliana non hanno ancora approfondito…

Chi, in Sicilia – ma non soltanto in Sicilia – pensava di guadagnare una barca di soldi facendo i grandi numeri con i migranti è rimasto fregato. Se vuole ospitare i migranti lo deve fare dando ad ogni migrante il giusto spazio: e per far questo ci vuole una barca di soldi!

Questo, con molta probabilità, spiega la rabbia di chi, nel nome della solidarietà ai migranti, pensava di avere ormai messo il classico ferro dietro la porta. A conti fatti – e la formula linguistica è veramente calzante, visto che parliamo di denaro – l’ordinanza del presidente Musumeci ha messo a nudo l’ipocrisia di certi professionisti dell’umanità: dove si dimostra che l’ordinanza del Governatore dell’Isola non è affatto inumana ma, semmai, inumani sono coloro i quali avrebbero voluto continuare a tenere stipati i migranti negli Hotspot e nei Centri di accoglienza. 

IMPUGNALA TU, NO, IMPUGNALA TU... – Non sfugge agli osservatori il ‘palleggio’ tra Palazzo Chigi e il Viminale. Se l’ordinanza del presidente Musumeci è ‘farlocca’ va impugnata: ma né la presidenza del Consiglio dei Ministri, né il Ministero degli Interni, fino a questo momento, l’anno impugnata. E se un’ordinanza non è impugnata è vigente e va applicata, come ha sottolineato ieri sera il presidente della Regione siciliana.

La situazione si complica, per il Governo nazionale. Perché qualcosa dovrà fare: e non potrà certo lasciare i migranti ammassati negli Hotspot e nei centri di accoglienza. Per la cronaca, su questa vicenda, se si arriverà all’impugnativa, a pronunciarsi dovrà essere il TAR Sicilia, sezione Palermo.

I ‘FILANTROPI’ D’AFRICA – L’ordinanza rischia di creare problemi a tutta la ‘filiera’ della nuova ondata migratoria iniziata nel Maggio scorso. Il riferimento è ai ‘filantropi’ della Libia e della Tunisia che tengono in piedi questo ‘bordello’.

Da quello che abbiamo capito, le navi per migranti, la tendopoli di Vizzini e magari la riapertura del CARA di Mineo – più un moderato flusso di migranti verso le altre Regioni italiane (magari limitando al minimo i sacrifici per le Regioni dove si dovrà votare per le elezioni regionali) – avrebbe dovuto assicurare il flusso di migranti a Lampedusa e in Sicilia fino a metà Novembre.

Ma, adesso, con il rispetto per le norme sull’emergenza Coronavirus che il Governo siciliano chiede anche per i migranti, tutto si complica. Perché, a cominciare da Lampedusa, si dovranno applicare le regole anti-contagio: ciò significherà non più di un centinaio di migranti per la più grande isola delle Pelagie e rispetto delle regole, in generale, per tutti i migranti.

Come reagiranno i ‘galantuomini’ che gestiscono il traffico umano in Libia e in Tunisia? Questi ultimi pensavano di lavorare a pieno ritmo a Settembre, a Ottobre e, magari, fino a metà Novembre.

 

A rigor di logica, se questi ‘filantropi’ non hanno nulla da spartire con l’Italia e l’Unione europea dovrebbero continuare ad intasare di migranti Lampedusa. Se ciò non dovesse succedere – e se magari dovessero tornare in pista, pardon, in mare le navi targate ONG (quelle che ‘salvano’ i migranti in mezzo al mare) – ebbene, qualche domanda dovremo cominciare a porcela.

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