Quel filo targato Ue dell’euro che lega l’invasione di tunisini a Lampedusa con l’invasione di olio d’oliva tunisino/ MATTINALE 518

23 agosto 2020

Non è vero che l’Unione europea, rispetto a quello che sta succedendo a Lampedusa, in Sicilia e in tante città d’Italia con i migranti fa finta di niente. La Ue, al contrario, nel Nord Africa, fa politica estera sulla pelle del Sud Italia. La stessa cosa la sta facendo con il CETA, che sta sistematicamente danneggiando l’agricoltura del Mezzogiorno

Sulla rete impazzano i commenti ironici degli esponenti di quello che resta della sinistra siciliana (per la verità molto poco, a parte il solito tentativo elettorale – per l’occasione definito “Campo largo” – di mettere assieme i delusi dal PD per riportarli nel PD) contro la dichiarazione del presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, che ieri sera ha annunciato un’ordinanza con la quale dispone la chiusura di Hotspot e Centri di accoglienza per migranti presenti nella nostra Isola.

I più ‘colti’, legge alla mano, spiegano con sussiego che il presidente Musumeci non avrebbe i poteri per chiudere alcunché. A questi ‘scienziati’ del diritto e del rovescio va ricordato che in Sicilia non c’è soltanto la Costituzione italiana del 1948: c’è anche lo Statuto siciliano che precede di un anno e mezzo circa la stessa Costituzione italiana. E nello Statuto che un articolo – l’articolo 31 – che è chiarissimo in materia di poteri del presidente della Regione in Sicilia.

Ieri sera, quando abbiamo ripreso la dichiarazione del presidente Musumeci, abbiamo inserito anche l’articolo 31 dello Statuto autonomistico siciliano. Lo riprendiamo per la seconda volta, magari gli esponenti della presunta sinistra siciliana troveranno finalmente il tempo di leggere cosa prevede, in materia di ordine pubblico, la ‘Costituzione’ siciliana che, nella nostra Isola, è importante quanto la Costituzione italiana.

Articolo 31 dello Statuto siciliano:

“Al mantenimento dell’ordine pubblico provvede il Presidente della Regione a mezzo della polizia dello Stato, la quale nella Regione dipende disciplinarmente, per l’impiego e l’utilizzazione, dal Governo regionale. Il Presidente della Regione può chiedere l’impiego delle forze armate dello Stato.

Tuttavia il Governo dello Stato potrà assumere la direzione dei servizi di pubblica sicurezza, a richiesta del Governo regionale, congiuntamente al Presidente dell’Assemblea e, in casi eccezionali, di propria iniziativa, quando siano compromessi l’interesse generale dello Stato e la sua sicurezza.

Il Governo regionale può organizzare corpi speciali di polizia amministrativa per la tutela di particolari servizi ed interessi”.

Non siamo stupiti che i nostri amici della sinistra siciliana ignorino, o facciano finta di ignorare questo articolo dello Statuto. Va detto che negli anni subito successivi alla Seconda guerra mondiale, quando veniva istituita la Consulta regionale per redigere lo Statuto autonomistico siciliano, la destra e la sinistra erano contrarie all’Autonomia.

Dal loro punto di vista avevano ragione: in quegli anni il popolo siciliano – il popolo e non la borghesia siciliana, spesso ben disposta a consegnarsi al migliore offerente, come quando, nel 1812, offrì i propri ‘favori’ agli inglesi interessati a mettere le mani sulle miniere di zolfo della Sicilia per proprie esigenze militari: da qui la farsa della tanto celebrata “Costituzione del 1812” – era insorto per ottenere l’indipendenza.

Davanti all’onda d’urto del Separatismo siciliano il nascente Stato italiano accettava – e non concedeva! – l’Autonomia siciliana. “Autonomia sì, separatismo no”, mandava a dire ai suoi in Sicilia Don Luigi Sturzo, barone di Altobrando. E Autonomia fu, anche se i democristiani – con l’eccezione di Giuseppe Alessi e di qualche altro – si preparavano ad affossarla con il clientelismo e con la mafia.

Hanno ragione da vendere, i democristiani siciliani, quando dicono che la Dc, in Sicilia, non fu tutta mafia: ma non possono negare il ruolo del loro partito nella sistematica azione di sabotaggio dello Statuto siciliano in combutta con la mafia. Chi conosce la storia di quegli “Anni roventi”, per dirla con un celebre volume dello storico Salvo Di Matteo, sa benissimo che il bandito Salvatore Giuliano, dopo le elezioni regionali del 1947, aveva le sue buone ragioni per avercela con alcuni esponenti della DC e del Pci…

L’attacco all’Autonomia siciliana si concretizzerà in modo palese nel 1957, quando, in barba all’Assemblea Costituente, verrà istituita la Corte Costituzionale che “seppellirà viva” l’Alta Corte per la Sicilia, che pure Don Sturzo avrebbe dovuto difendere. Invece il sacerdote calatino lasciò solo, in questa difesa, il primo presidente della Regione siciliana, il citato democristiano Giuseppe Alessi. E ci sta anche questa: il vero riferimento di Sturzo su tali questioni, in Sicilia, non era Alessi e nemmeno Mario Scelba: era Salvatore Aldisio, un democristiano che dell’Autonomia siciliana aveva una visione tutta sua.

Questa è storia. Oggi c’è il presente. Il presidente Musumeci rispolvererà l’articolo 31 dello Statuto? Non siamo nelle condizioni di saperlo. Anche se la presa di posizione di ieri sera – chiusura di Hotspot e Centri di accoglienza per migranti è forte. Roma impugnerà l’ordinanza del Governatore siciliano? Probabilmente. Anche perché, senza l’ultima delle colonie italiane – questa, alla fine, è la Sicilia per il Governo nazionale di PD, Movimento 5 Stelle, Italia Viva di Renzi e Liberi e Uguali – il capo del Governo Giuseppe Conte e la Ministra degli Interni Luciana Lamorgese non saprebbero dove mettere i migranti e, soprattutto, non saprebbero dove farli sbarcare.

Dicono, gli esponenti del Governo Conte bis, che la mossa di Musumeci è elettorale. Considerazione ovvia: cosa ci sarebbe, in politica, di non elettorale in tempo di elezioni? Con l’inadeguatezza politica che li contraddistingue, gli esponenti della sinistra stanno sottovalutando il peso che la presenza dell’attuale, pesante ondata di migranti sta provocando in tante parti d’Italia.

I fatti accaduti ieri a Massa Carrara sono un segnale brutto per l’attuale Governo. E’ accaduto, a Massa Carrara, quello che in Sicilia succede da due mesi: e cioè che migranti in quarantena sono fuggiti per le strade della città. Nella ‘Colonia’ Sicilia questo è un fatto ordinario, a Massa Carrara non è affatto ordinario.

Cosa stiamo cercando di dire? Che se Musumeci non verrà lasciato solo e altri presidenti di Regione – e soprattutto gli esponenti del centrodestra delle sei Regioni dove a Settembre si andrà a voto (ammesso che si voti, ovviamente) – gli daranno manforte le cose si metteranno molto male per il centrosinistra, perché la gente, in Italia, comincia ad essere stanca dei migranti economici che l’Unione europea dell’euro, tramite i propri lacchè, scarica nel nostro Paese per distruggere il mercato del lavoro, equiparando i ceti deboli italiani ai migranti: tutti uguali e tutti senza diritti.

Non è affatto un caso che l’80% dei migranti che invade Lampedusa per poi riversarsi in Sicilia e in altre città italiane provenga dalla Tunisia. E’ lo stesso Paese, guarda caso, al quale l’Unione europea ha elargito, negli ultimi anni, tante concessioni: anche la possibilità di esportare in Europa, a dazio zero, uno ‘squisito’ olio d’oliva ‘extra vergine’ al prezzo di un euro-due euro al litro, ‘ammazzando’ i produttori di olio d’oliva extra vergine di Puglia, Calabria e Sicilia (tre Regioni del Sud che producono il 90% dell’olio d’oliva extra vergine italiano).

Una mossa, quella della Ue sull’olio d’oliva tunisino, a tutto vantaggio degli imbottigliatori di olio d’oliva del Centro Nord Italia: quelli che vendono nei Centri commerciali uno ‘squisito’ olio d’oliva extra vergine a 5 euro al litro, a 4 euro al litro, addirittura anche a un prezzo inferiore a 3 euro al litro: peccato che un litro di vero olio d’oliva extra vergine non può costare meno di 8 euro al litro. 

Come fanno, allora, i nostri amici del Centro Nord Italia a commercializzare le bottiglie di olio d’oliva extra vergine a 3 euro? Chiedetelo ai signori dell’Unione europea dell’euro, ovvero a quelli che hanno riempito l’Europa di grano canadese – duro e tenero – al glifosato!

E’ arrivato il momento di dire basta. Non è vero che, di fronte all’invasione di Lampedusa da parte dei tunisini, “l’Europa fa finta di niente”. In questa storia la Ue, invece, è presente. C’è un filo comune che lega l’invasione di tunisini a Lampedusa con l’invasione, sempre in Sicilia ma non soltanto in Sicilia, di prodotti agricoli freschi e trasformati scadenti. Le due cose vanno di pari passo. Con la regia dell’Unione europea dell’euro che, nel Nord Africa, fa politica estera sulla pelle del Sud Italia.

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti