Perché nessuno parla dei danni che i cinghiali provocano agli agricoltori? Pericoli anche per le persone?

20 agosto 2020

Il problema dei cinghiali continua ad essere sottovalutato. Il caso di un agricoltore siciliano che ha subito danni per oltre 400 mila euro, al quale hanno detto che potrà avere – ammesso che riesca ad averlo – un risarcimento di appena 20 mila euro! 

Nessuno ne parla. L’argomento, nonostante le proteste che si registrano in quasi tutte le Regioni italiane, è quasi un tabù. Dei cinghiali non si deve parlare, anche se di danni ne producono tanti, soprattutto alle aziende agricole. E, forse, chissà, è anche per questo che non se ne parla: se il progetto è quello di smantellare, lentamente ma inesorabilmente, l’agricoltura italiana, ebbene, i cinghiali stanno svolgendo un lavoro egregio…

Già, i danni. Chi dovrebbe pagare? Un agricoltore siciliano che ha avuto a che fare con i cinghiali, sia personalmente, visto che se li è trovati di faccia a faccia, sia come imprenditore agricolo danneggiato dalla presenza di questi animali, ci racconta la sua esperienza negativa.

“La mia azienda, a causa dei cinghiali – ci racconta Franco Calderone, un agricoltore che produce vino e olio d’oliva – ha subito danni per circa 450 mila euro. Ho presentato denuncia alle autorità competenti. Mi hanno risposto che, per questo tipo di danni, si può procedere con gli aiuti di Stato ammessi dall’Unione europea. Il problema è che i risarcimenti previsti dal de minimis dell’Unione europea non superano i venti mila euro”.

Non c’è proprio nulla da fare? Calderone ci racconta che, su sollecitazione degli agricoltori, l’attuale Governo regionale ha provato a fare qualcosa. Ma da Roma è arrivato lo stop.

“Oggi anche se ci rivolgiamo agli uffici della Regione – ci dice sempre Calderone – allargano le braccia e ci dicono che non possono intervenire. Insomma i cinghiali danneggiano le nostre aziende e noi non ci possiamo difendere. Né ci risarciscono. Una situazione che rasenta la follia, perché la Sicilia è letteralmente invasa da migliaia e migliaia di cinghiali, che sono potenzialmente pericolosi anche per le persone”.

In Sicilia la situazione è problematica. E va peggiorando. Perché? Forse perché con gli incendi delle tante aree verdi della nostra Isola – dove i cinghiali vivono – si vanno spostando e, magari, si fanno vedere sempre più spesso nei centri abitati?

Di fronte a questo scenario la politica non fa molto. Anzi, in certi casi crea problemi agli agricoltori che provano a limitare i danni prodotti dai cinghiali. Fino ad oggi, ad esempio, i cinghiali sono stati protetti da alcune associazioni ambientaliste. Ma dopo una recente sentenza della Corte Costituzionale la protezione, in un certo senso, è venuta meno:

“Storica sentenza della Corte Costituzionale – h scritto nei giorni sorsi La Nuova Riviera – che boccia il ricorso del Tar delle Marche contro la legge regionale che autorizza gli agricoltori muniti di licenza di caccia a partecipare all’abbattimento dei cinghiali all’interno delle proprie aziende. Contro il provvedimento avevano fatto ricorso al Tribunale amministrativo regionale alcune associazioni ambientaliste, lamentando che, tra le altre cose, l’estensione ai proprietari dei fondi della possibilità di prendere parte all’attività di selezione prevista dall’articolo 25 fosse di fatto incostituzionale. Una tesi che la Suprema Corte ha ora respinto, aprendo di fatto la possibilità per tutte le Regioni di seguire l’esempio delle Marche. Un’opportunità importante per porre un freno a un fenomeno, quello della proliferazione degli animali selvatici, che sta devastando le campagne italiane” (QUI PER ESTESO L’ARTICOLO).

Sul problema cinghiali in Sicilia è intervenuto anche il presidente di Confagricoltura Sicilia, Ettore Pottino:

“Pensate che, quest’anno, i cinghiali sono arrivati anche nella mia azienda cerealicola di Resuttano. Di solito i cinghiali non vanno nei campi di grano. Ma, a quanto pare, il fatto di essere diventati tanti e di essere sempre più affamati li spinge un po’ dovunque. La politica siciliana non può fare finta che il problema non esista”.

Che fare? “La risposta è molto semplice – dice il presidente di Confagricoltura Sicilia -: bisogna aprire la caccia ai cinghiali tutto l’anno. I cinghiali i provocano danni enormi alle colture, creando problemi ad un settore, l’agricoltura, che di problemi ne ha già tanti. Non c’è bisogno di fare filosofia. Diamo ai cacciatori siciliani la possibilità di cacciare i cinghiali tutto l’anno e il problema rientrerà in tempi brevi”.

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti