Migranti: la Sicilia è nel caos, mentre in Libia e in Tunisia c’è chi guadagna soldi a palate!/ MATTINALE 494

29 luglio 2020

Come scriviamo da tempo, quello dei barchini che arrivano fin sotto le coste di Lampedusa e della Sicilia è un sistema organizzato che frutta una barca di soldi a chi lo gestisce. In Libia questo sistema è noto da anni. Ma adesso si scopre che lo stesso sistema viene utilizzato anche per fare arrivare da noi i migranti tunisini. L’intervista del procuratore della repubblica di Agrigento, Luigi Patronaggio  

Mentre in mezzo mondo il Coronavirus o COVID-19 torna a picchiare duro, costringendo molti Paesi ad adottare misure restrittive, in Italia, anzi in Sicilia si continua a scherzare con il fuoco dei migranti. Nella nostra Isola si registra un aumento del numero dei positivi al virus. Un incremento di 19 casi così distribuiti: 5 a Catania, 1 a Palermo, 4 Messina, 1 ad Agrigento e 8 casi in provincia di Ragusa: in quest’ultimo caso si tratta di 8 migranti arrivati all’Hotspot di Pozzallo.

No torniamo a ribadire due concetti. Il primo concetto è che, in periodo di pandemia ognuno deve rimanere nel proprio Paese, perché i viaggi non hanno altro che trasferire i contagiati da un Paese all’altro.

Nel caso in questione, grazie ai migranti, la Sicilia sta ‘importando’ virus da altri paesi del mondo, mettendo a rischio la stessa popolazione siciliana.

In più – cosa tutt’altro che secondaria – dietro questo traffico di persone c’è chi guadagna una barca di soldi. Ora, mettere a rischio la salute dei siciliani solo perché bande di criminali debbono lucrare sui migranti è veramente un’assurdità!

Il ritorno, nei posti di comando in Libia, dei trafficanti di persone è stato segnalato lo scorso Aprile da Sputnik. Ma, a quanto pare, anche sui migranti che in questi giorni arrivano dalla Tunisia c’è chi sta guadagnando una barca di soldi.

Leggiamo su AGRIGENTO NOTIZIE il seguente articolo:

“Ventitrè cittadini tunisini, tra cui due minori, sono stati sottoposti a fermo con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Si tratta dei membri dell’equipaggio del motopesca tunisino Hadj Mhamed di 27 metri, posto sotto sequestro dai militari della sezione operativa navale della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera di Lampedusa. Sono accusati di avere trasportato illegalmente cinque cittadini tunisini, che avevano pagato 4.000 dinari a testa per essere trasportati dalle coste vicino al porto di Mahdia (Tunisia) a Lampedusa, col sistema della ‘nave madre’: a poche miglia dall’isola i migranti sarebbero stati imbarcati su uno dei tre barchini a motore a disposizione del motopesca e indirizzati verso Lampedusa”.

L’operazione è stata coordinata dalla Procura presso il Tribunale di Agrigento.

La vicenda raccontata da AGRIGENTO NOTIZIE conferma quello che questo blog scrive da tempo: e cioè che quello dei barchini è un sistema collaudato gestito da chi governa il traffico di persone. E’ impossibile, infatti, arrivare dalla Libia o dalla Tunisia a Lampedusa o in Sicilia con i barchini. Ci debbono essere per forza di cosa delle imbarcazioni più grandi che scortano questi barchini a ridosso di Lampedusa o delle coste siciliane.

A proposito degli sbarchi di migranti tunisini riprendiamo un’intervista che il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, Luigi Patronaggio, ha rilasciato all’Adnkronos.

Secondo Patronaggio, i flussi migratori che in questi giorni sono arrivati in Sicilia dalla Tunisia “creano seri problemi di ordine pubblico”, problemi “aggravati dalla pandemia in atto, che mettono a dura prova le forze dell’ordine”. Per il capo della Procura di Agrigento, “i tunisini”, a differenza di altri migranti provenienti dall’Africa subsahariana “non fuggono da situazioni di persecuzione politica o razziale ma che cercano in Italia solamente migliori condizioni di vita”.

Sono, in parole povere, migranti economici.

La questione dei migranti che arrivano dalla Tunisia è stata affrontata ieri dal nostro Economicus.

“In questi giorni la Procura di Agrigento – ha detto Patronaggio sempre nell’intervista all’Adnkronos – ha effettuato ovvero convalidato un numero elevatissimo di fermi ed arresti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per reingresso illegale di cittadini stranieri già espulsi o dichiarati indesiderati in Italia. In particolare, l’attività del Roan della Guardia di Finanza ha permesso di fermare 5 cittadini tunisini che avevano tentato di fare sbarcare loro connazionali sull’isolotto di Lampione. Sono al vaglio della Procura le posizioni di altri 22 cittadini tunisini che, utilizzando il cosiddetto sistema della nave madre, hanno tentato di introdurre sul territorio altri loro connazionali, alcuni dei quali minorenni”.

Patronaggio parla anche della Squadra Mobile di Agrigento, che ha “proseguito in modo efficace e costante la sua attività di identificazione ed arresto di cittadini stranieri ospiti nei Centri di accoglienza della provincia aventi precedenti provvedimenti di espulsione o allontanamento”.

“Il fenomeno dell’immigrazione clandestina di queste ultime settimane – ha detto sempre il procuratore di Agrigento – ha riguardato quasi esclusivamente cittadini tunisini che con grossi barconi da pesca hanno di fatto ‘accompagnato’, in modo affidabile e sicuro, loro connazionali a Lampedusa o addirittura fino sulle coste agrigentine”.

“Talvolta sui barconi tunisini sono stati imbarcati anche subsahariani o bengalesi”, ha detto Patronaggio.

Secondo il procuratore di Agrigento, il flusso di migranti che arriva dalla Tunisia potrebbe essere arginato e regolamentato “con successo da accordi politici internazionali bilaterali ovvero multilaterali con Tunisi. Si ritiene, infatti, sulla scorta delle conoscenze processuali acquisite, che non è complesso identificare gli organizzatori di questi traffici e le loro basi logistiche e predisporre conseguentemente efficaci servizi di prevenzione e controllo”.

Quello che fa rabbia, in questa storia, è che mentre i disagi provocati da questi migranti alla Sicilia sono tanti (la gestione di Hotspot e centri di accoglienza, le fughe continue di migranti, il timore dei cittadini siciliani, visto che da questi paesi arrivano migranti positivi al Coronavirus, lo sforzo dei militari, lo sforzo del personale medico della Sicilia che si deve occupare dei migranti), ci sono persone che, in Libia e in Tunisia, guadagnano una barca di soldi grazie a questo traffico di essere umani.

Torniamo a ribadire un altro concetto. Da due mesi gli sbarchi di migranti hanno già messo a dura prova la Sicilia. L’estate siciliana arriva fino a Ottobre e, qualche volta, fino ai primi giorni di Novembre.

Si dovrà andare avanti così per altri tre mesi e forse più? E se il numero dei contagiati – in mezzo mondo in aumento – dovessero crescere che si farà? I siciliani chiusi di nuovo in casa mentre chi governa il flusso di migranti verso la Sicilia continuerà ad arricchirsi?

P.s.

Ah, dimenticavamo: avete notizie dell’Unione europea? La Sicilia e Lampedusa fanno ancora parte dell’Europa?

QUI L’ARTICOLO DI AGRIGENTO NOTIZIE 

 

 

 

 

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