La possibile correlazione tra 5G e Coronavirus diventa un ‘giallo’/ SERALE

28 luglio 2020

Lo studio sulla possibile correlazione tra 5G e Coronavirus o COVID-19 è stato pubblicato da PubMed il 16 Luglio scorso. Il lavoro di un gruppo di scienziati ha resistito sulla rete dieci giorni. Poi è stato tolto. Perché? Perché dava fastidio ai ‘Padroni del vapore’?  

Si colora di ‘giallo’ lo studio sulla possibile correlazione tra il 5G e il Coronavirus. Il lavoro è stato pubblicato – anzi, per essere precisi, era stato pubblicato – da PubMed il 16 Luglio scorso. Titolo: “5G Tecnologia e induzione del Coronavirus nelle cellule della pelle”. Ma, come scrive Oasi Sana, “Sul portale non c’è più traccia del test condotto da sette ricercatori di Italia, Russia e America, tra cui quattro dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma. L’analisi è stata censurata anche dal sito dell’editore scientifico Biolife“.

Lo studio ha resistito in rete per nove giorni, poi è stato ritirato.

“In questa ricerca – leggiamo sempre su Oasi Sana – si dimostra come millimetriche onde 5G possano essere assorbite dalle cellule del derma, che fungono da antenne, essere trasferite ad altre cellule e svolgere un ruolo principale nella produzione di Coronavirus dentro le biocellule. Il DNA è costituito da elettroni e atomi carichi e ha una struttura simile a quella di un induttore. Questa struttura potrebbe essere divisa in induttori lineari, toroidali e rotondi. Gli induttori interagiscono con le onde elettromagnetiche esterne, si muovono e producono alcune onde extra all’interno delle cellule”.

“Le forme di queste onde – leggiamo ancora su Oasi Sana – sono simili alle forme delle basi esagonali e pentagonali della loro fonte di DNA. Queste onde producono alcuni fori nei liquidi all’interno del nucleo. Per riempire questi buchi, vengono prodotte alcune basi esagonali e pentagonali extra. Queste basi potrebbero unirsi l’una all’altra e formare strutture simili a virus come il Coronavirus. Per produrre questi virus all’interno di una cellula, è necessario che la lunghezza d’onda delle onde esterne sia più corta della dimensione della cellula. Così le onde millimetriche del 5G potrebbero essere utilizzate per la costruzione di strutture simili a virus come i Coronavirus (COVID-19) all’interno delle cellule”.

Oasi Sana pubblica anche il video di Byoblu 24 su questo particolare argomento. 

Lo studio ha suscitato scalpore. Perché fino ad oggi qualunque accostamento del 5G a Coronavirus è stato bollato subito come bufala.

Per la cronaca, ricordiamo che lo scorso Marzo, mentre in Italia infuriava il Coronavirus, il senatore Saverio De Bonis ha riportato sulla propria pagina Facebook una dichiarazione dello scienziato Gunter Pauli, secondo il quale ci potrebbe essere una correlazione tra 5G e diffusione del Coronavirus:

“La scienza deve dimostrare e spiegare causa ed effetto. Tuttavia la scienza osserva innanzitutto le correlazioni: fenomeni apparentemente associati. Applichiamo la logica scientifica. Qual è stata la prima città al mondo coperta nel 5G? Wuhan! Qual è la prima regione europea del 5G? Nord Italia” (QUI TROVATE L’ARTICOLO CON LE DICHIARAZIONI DI DE BONIS PER ESTESO).

Resta la domanda: perché uno studio viene ritirato? Questa risposta la trovate nel video di Byoblu.

P.s.

Abbiamo una sensazione: tutto quello che mette in discussione gli affari del liberismo economico – in questo caso il 5G – viene subito etichettato come “bufale” o come “teorie complottiste”. 

Il problema – nel caso del 5G – è che molti scienziati si sono già pronunciati negativamente su questa tecnologia: è il caso di Ernesto Burgio, che si occupa proprio degli effetti delle trasformazioni ambientali sul DNA.

Foto tratta da Monet.it

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