Stato di calamità per controllare i ghiri che si ‘pappano’ le nocciole dei Nebrodi

24 luglio 2020

Con i tanti problemi dell’agricoltura siciliana ci mancavano solo i ghiri che si sbranano le nocciole dei Nebrodi. Alla buonora, senza fretta, sta intervenendo il Governo regionale, che ha approvato lo stato di calamità. Si punta a ridurre la popolazione dei ghiri per tutelare gli agricoltori e l’ambiente 

Ricordate i ghiri dei Nebrodi, gli animali famelici che si ‘pappano’ le nocciole, tra la disperazione degli agricoltori? Noi, nel Gennaio di quest’anno, abbiamo pubblicato un bel video di Teresa Frusteri

Ebbene, la notizia di oggi è che la Giunta regionale siciliana, presieduta da Nello Musumeci, ha approvato la richiesta dello stato di calamità per i danni prodotti dai ghiri alle colture di nocciole sui Monti Nebrodi.

“Su proposta dell’assessore all’Agricoltura Edy Bandiera – si legge nel comunicato – il Governo Musumeci è intervenuto per sostenere la coricoltura nel Messinese dopo le ripetute segnalazioni di una proliferazione esponenziale dei piccoli roditori, causata dalla diminuzione, o dalla totale scomparsa, dei loro naturali predatori come rapaci, volpi e serpenti”.

“Stiamo avviando – spiega l’assessore all’agricoltura Edy Bandiera – una serie di azioni che garantiscano la massima efficacia nel rispetto dell’equilibrio faunistico e dell’ambiente. L’economia di un pezzo importante del territorio siciliano, quello dei Nebrodi, già duramente provato dalla pandemia, è minacciata anche dai danni alle colture prodotti da questi roditori. D’intesa con gli enti e le istituzioni interessate, intendiamo risolvere il problema rapidamente”.

Beh, se l’intenzione è di “risolvere il problema rapidamente” l’assessorato all’Agrcioltura poteva anche intervenire prima…

“La richiesta dello stato di calamità approvata – si legge nel comunicato del Governo regionale – è propedeutica al Piano di controllo numerico dei ghiri. Le azioni di contenimento sono attive da diverso tempo, ma incontrano grande difficoltà essendo l’animale una specie protetta ed essendo vietata la cattura. Sono state incentivate negli anni tutte le misure finalizzate al mantenimento del paesaggio tradizionale corilicolo, con interventi di potatura e pulizia del sottobosco. Il ghiro, infatti, si muove da albero ad albero attraverso i rami: un distanziamento tra piante e la creazione di fasce di rispetto tra culture è, quindi, la prima misura necessaria per evitare l’invasione dei roditori. Sono stati anche liberati alcuni esemplari di rapaci, ma nonostante tutto, il problema esiste e provoca gravi danni ai noccioleti”.

“Da qui l’esigenza di un Piano di controllo, preventivamente approvato dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, che riduca la presenza di questa specie e protegga le produzioni agricole dei Nebrodi”, conclude il comunicato.

Va detto che il controllo dei ghiri è importante non soltanto per salvare la produzione di nocciole e assicurare il reddito agli agricoltori, ma anche per tutelare l’ambiente. Se i ghiri continueranno a fare il bello e il cattivo tempo, infatti, gli agricoltori abbandoneranno i noccioleti e il territorio verrà travolto dal dissesto idrogeologico.

Foto tratta da Messinaora.i

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