Messina, il sindaco De Luca dà 5 giorni di tempo a Roma per chiudere l’Hotspot. Scontro istituzionale?

18 luglio 2020

In tempi non sospetti abbiamo scritto che il sindaco di Messina, Cateno De Luca, è un osso duro. Il Governo nazionale pensava di averlo messo all’angolo bloccando l’ordinanza sui controlli nello Stretto. In realtà, sull’Hotspot di Messina, da dove sono scappati 24 migranti, è il sindaco che sembra aver messo in difficoltà Roma…

L’ha detto e l’ha fatto. Il sindaco di Messina, Cateno De Luca, ha detto che avrebbe chiuso l’Hotspot della città. E l’ha fatto. Ieri pomeriggio il primo cittadino ha emanato l’ordinanza con la quale si stabiliscono i termini per la chiusura dell’hotspot di Bisconte, attualmente presente nell’ex Caserma Gasparro. La disposizione amministrativa prevede lo sgombero dell’area in questione entro i prossimi 5 giorni. In seguito la struttura sarà soggetta a demolizione.

“Non potevo fare altrimenti – dichiara il sindaco di Messina – si tratta di un centro abusivo, non a norma sotto il profilo igienico-sanitario. Dalle relazioni tecniche degli uffici comunali è emerso che non esiste nessuna concessione per adibire l’area a centro per identificare e registrare i migranti. Essendo ad ogni modo una sistemazione temporanea, doveva essere dismessa dopo due anni, nel Settembre del 2019. Non possiamo tollerare l’abusivismo di Stato. Io sono il garante della comunità che amministro e sono chiamato a tutelare la salute e l’ordine pubblico. Così come contrastiamo gli eccessi della movida, non possiamo chiudere gli occhi di fronte a 24 migranti in fuga ed ai rischi conseguenti. Per tale motivo ho chiesto al Viminale di spostare l’Hotspot altrove, smettendola di considerarci l’ultima ruota del carro”.

“Darò un tempo limite di 5 giorni – conclude il primo cittadino – per sgomberare il Centro ed evitare che ci siano altri elementi che mettano in pericolo la pubblica incolumità. Non esistono le condizioni a garanzia della sicurezza. La fuga nella notte di mercoledì è la testimonianza più eclatante: 24 migranti a piede libero sfuggiti al controllo della legge. È pertanto chiaro ed evidente che non si possono accogliere migranti in tale struttura, perché in questo modo certamente non li aiutiamo. La fase dell’emergenza COVID-19 che stiamo vivendo impone di non abbassare la guardia: non possiamo subire passivamente scelte che mettono a repentaglio l’incolumità dei nostri cittadini”.

Messaggio finale del sindaco di Messina Cateno De Luca al Governo nazionale e, in particolare, al Ministro degli Interni, Luciana Lamorgese: 

“Avverto già da ora il Ministro Lamorgese che se il Governo starà a guardare, senza muovere un dito, si aprirà la fase dello scontro istituzionale, mi sono stancato di dover subire scelte che danneggiano la mia gente”.

Già il primo cittadino di Messina si è scontrato con il Ministro Lamorgese, quando con un’ordinanza ha imposto i controlli sulle persone che, nei giorni dell’emergenza Coronavirus, attraversavano lo Stretto. Ordinanza che è stata annullata dal Governo nazionale.

Ora De Luca, a proposito dell’Hotspot parla di “abusivismo di Stato”. E lancia un ultimatum a Roma, lasciando intendere di non temere lo “scontro istituzionale”.

Il problema, per un Governo nazionale che, fino ad oggi, sulla questione migranti, non ha certo trattato bene la Sicilia: anzi!, è che dietro il sindaco di Messina ci sono i cittadini: non a caso, nella speciale classifica dei sindaci più graditi d’Italia stilata da Il Sole 24 Ore, De Luca si trova al secondo posto. 

Vedremo, adesso, quale sarà la mossa del Governo nazionale, che in questo momento sembra un po’ in difficoltà…

Foto tratta da la Gazzetta Ionica

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