Agricoltura: dopo la mazzata dell’INPS arriva la mazzata della Regione sui danni Novembre 2018

18 luglio 2020

Non è facile capire chi ha deciso di assestare questa nuova mazzata alle aziende agricole siciliane. La prima ‘indiziata’ è la Protezione Civile regionale. Che, fino a prova contraria, è un ufficio che non dipende da Roma, ma dalla Regione siciliana che ne nomina i vertici. Qui di seguito i fatti  

Qualche giorno fa abbiamo raccontato della mazzata che l’INPS si accinge ad assestare agli agricoltori, chiedendogli di pagare circa 6 mila euro di contributi. Oggi invece vi raccontiamo dell’ultima trovata della Regione siciliana che si accinge ad assestare una bella ‘botta’ agli agricoltori della nostra Isola che aspettano, da due anni, il pagamento dei danni provocati dalle piogge torrenziali del Novembre del 2008.

Intanto sono importanti le date. Mentre gli attuali governanti regionali si ‘svuccazianu’ a destra e a manca parlando di mirabolanti “riforme” della pubblica amministrazione, di “procedure celeri” e bla bla bla, a quasi due anni di distanza dalle piogge del Novembre del 2018 che hanno distrutto le colture e le strutture di tante aziende agricole, siamo ancora nella fase di preparazione delle pratiche.

Proviamo a descrivere per sommi capi quello che stanno combinando i ‘geni’ dell’attuale Governo regionale insieme con i solerti burocrati.

Chi segue i fatti di agricoltura ricorderà che, dopo i danni provocati dal maltempo del Novembre di due anni fa, all’inizio era stato deciso di non ristorare i danni alle aziende agricole che avrebbero dovuto avere l’assicurazione.

Ma con i tempi che corrono in agricoltura – tempi molto brutti, causa globalizzazione dell’economia – il Ministero delle Politiche agricole e il Governo regionale decisero di estendere i risarcimenti anche alle aziende agricole assicurabili e non assicurate.

Perché ci siano voluti quasi due anni, da allora od oggi, per far ‘viaggiare’ queste pratiche non lo sappiamo: bisognerebbe chiederlo agli attuali governanti regionali (con in testa l’assessore regionale Edy Bandiera) e ai burocrati regionali, Protezione Civile regionale compresa, tra le protagoniste di questa vicenda.

Due anni dopo – quando le pratiche cominciano a ‘camminare’ – arriva la sorpresa.

Per decifrare la citata sorpresa bisogna leggere un documento della Protezione Civile regionale: l’OCDPC n°558 del 15.11.2018 recante “Primi interventi urgenti di protezione civile in conseguenza degli eccezionali eventi meteorologici che hanno interessato il territorio delle regioni Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana, Sardegna, Sicilia, Veneto e delle Province autonome di Trento e Bolzano, colpito dagli eccezionali eventi meteo a partire da ottobre 2018”. Direttiva per la concessione dei contributi ex art.4 del DPCM del 27 febbraio 2019 alle imprese del settore agricolo.

La parte che taglia le gambe a tanti agricoltori è contenuta nel comma 2 dell’articolo 4 di questo documento:

“… gli aiuti concessi sono ridotti del 50% salvo quando siano accordati a beneficiari che abbiano stipulato una polizza assicurativa a copertura di almeno il 50% della loro produzione media annua o del reddito ricavato dalla produzione e dei rischi climatici statisticamente più frequenti
nella regione per cui è prevista una copertura assicurativa”.

In pratica, le aziende agricole che hanno subito danni ai fabbricati, alle strade, alle colture arboree, alle serre e che, ad esempio, si aspettavano un ristoro dell’80% dei danni che hanno subito, riceveranno il 50% in meno di questo 80%: ovvero il 50% dell’aiuto che si aspettavano!

Esempio pratico molto diffuso: gli agricoltori che hanno subito un danno ai fabbricati, alle strade, alle serre o a un frutteto e che pensavano di ricevere 200 mila euro, ne riceverebbero la metà.

In che momento l’attuale Governo regionale – perché la Protezione Civile regionale dipende dalla Regione – ha adottato questa decisione? Proprio quando le aziende agricole della nostra Isola colpite dal maltempo del Novembre del 2018 debbono anche fronteggiare la crisi provocata dall’emergenza Coronavirus!

Tanto che ci sono agricoltori che, in questo momento, si chiedono: fino a che punto è conveniente rimettere in piedi un’azienda – sistemare i fabbricati, sistemare le strade interpoderali, ripiantare un frutteto – se arriverà la metà delle somme programmate?

C’è da stupirsi se molti agricoltori decideranno di vendere i propri terreni, magari a soggetti esteri?

 

 

 

 

 

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