Olé: nove navi cariche di grano estero (per lo più canadese) in Puglia: ‘buon appetito’ Italia…

17 luglio 2020

Continuano senza sosta gli arrivi di navi cariche di grano duro estero, soprattutto canadese (grano maturato a colpi di glifosato). E continua la speculazione ai danni del prezzo del grano duro del Sud Italia. La denuncia del presidente di GranoSalus, senatore Saverio De Bonis. Però la televisione ci dice che la pasta italiana è preparata con “grano duro rigorosamente italiano”… I Ministri Teresa Bellanova e Roberto Speranza hanno qualcosa da dire?   

In televisione dilaga la pubblicità martellante che ci racconta che in Italia questa o quella pasta industriale è fatta con “grano duro rigorosamente italiano”. Peccato che, quest’anno, la produzione di grano duro, in Italia, abbia subito una riduzione. Mentre continuano ad arrivare navi cariche di grano duro estero, soprattutto canadese (quello maturato con il glifosato, l’erbicida che fa bene alla salute umana e all’ambiente…).

L’ennesima denuncia arriva dal senatore Saverio De Bonis, che è anche il presidente di GranoSalus, l’Associazione di produttori di grano duro del Sud Italia e di consumatori che si batte per la tutela del grano duro del Mezzogiorno.

“Dopo gli arrivi di navi durante il lockdown senza controlli – leggiamo nel sito di GranoSalus – la Puglia è presa d’assalto con nuovi arrivi di grano estero proveniente soprattutto dal Canada. Destinatari Agriviesti e Casillo. I risvolti economici e sanitari sono drammatici per un Paese come il nostro che vanta la qualità migliore. Nove navi tra Bari, Barletta e Molfetta. I ministri Speranza e Bellanova che fanno? Difendono l’economia e la salute italiana? Perché ICQRF e USMAF, organismi di controllo dei Ministeri dell’Agricoltura e della Salute, non fanno controlli analitici sulle stive? Coldiretti non svolge nessuna attività di controllo nei porti, né denuncia la speculazione in corso”.

Nove navi cariche di grano duro estero – a quanto pare in prevalenza canadese – significa che tutta l’Italia verrà inondata con questo cereale! Non dobbiamo dimenticare che la Puglia non è solo la prima Regione italiana per la produzione di grano duro, ma è anche la Regione dove si concentra il maggior numero di molini.

Quello che sta succedendo nel mondo del grano duro del Sud Italia è semplicemente incredibile. La produzione mondiale di questo cereale registra una contrazione. Nel Mezzogiorno – a cominciare da Puglia e Sicilia, che sono le Regioni dove si produce l’80% circa del grano duro italiano – la riduzione della produzione è stata sensibile.

In questi casi il prezzo schizza all’insù. E così è stato, se è vero che il prezzo del grano duro italiano è arrivato a 33 euro al quintale in Puglia e a 27 euro al quintale in Sicilia (in Sicilia i commercianti danno luogo a ‘cartelli’ per non far lievitare i prezzi).

Va detto che il prezzo del grano duro è aumentato nonostante il continuo arrivo di navi, come scrive De Bonis, anche durante l’emergenza Coronavirus. Con l’arrivo di altri nove navi cariche di grano duro estero il prezzo, adesso, dovrebbe andare giù.

“L’apertura di questa campagna granaria – leggiamo sempre nel sito di GranoSalus – aveva visto un adeguamento dei prezzi del grano locale ed un avvicinamento ai costi di produzione. Ma ancora una volta l’azione speculativa l’ha avuta vinta sul libero mercato. C’è da chiedersi se il picco dei prezzi dovuti alle basse rese/ha (per ettaro ndr) e a un tenore proteico inferiore al 2019, subito rientrato dopo pochi giorni per l’invasione di grano canadese, sia andato a beneficio dei produttori che verosimilmente non avevano ancora raccolto o degli altri operatori del settore”.

“Di fronte all’incertezza per un raccolto sotto i 4 m/t, con rese/ha al Centro-Nord a macchia di leopardo ed inferiore alle previsioni – leggiamo sempre nell’articolo di GranoSalus – gli operatori continuano a rifornirsi di grano estero che viene ‘nazionalizzato’ e miscelato ai grani italiani. Una nuova dicitura che contribuisce a confondere i confini del Made in Italy”.

De Bonis fa riferimento all’ultimo raggiro avallato dai signori dell’Unione europea dell’euro: la dicitura “naz.” che serve per confondere i consumatori, i quali pensano che la sigla “naz.” stia per grano nazionale, mentre, in realtà, si tratta di grano duro estero “nazionalizzato”. 

De Bonis spiega che la “massiccia ed incontrollata importazione” di grano duro estero in Puglia (e secondo noi anche in Sicilia, solo che noi non riusciamo a capire da dove e come il grano duro estero arrivi nella nostra Isola) sopperisce “alla scarsità della produzione locale, incidendo sulla formazione dei prezzi a sfavore dei produttori e dei consumatori che vengono ingannati”.

“Eppure – si legge sempre nell’articolo di GranoSalus – i volumi di grano nazionale ci sono anche qualora l’industria del ‘100% grano italiano’ volesse soddisfare il fabbisogno nazionale di pasta”.

A questo punto arriva l’affondo a Coldiretti:

“Assistiamo invece ad un ribasso ingiustificato e al silenzio di Coldiretti dinanzi all’uso strategico della leva importazioni per controllare i listini nazionali. E’ sempre più forte la percezione che l’importazione del grano estero di basso costo e di bassa qualità incida negativamente sulla quotazione del più pregiato e ricercato grano nazionale. Ovviamente i ritardi della Commissione Unica Nazionale (CUN) favoriscono questo stato di cose, nonché l’andazzo speculativo relativo all’export del grano locale che spunta prezzi di gran lunga superiori sul mercato del Nord Africa. Sicché noi italiani siamo costretti a mangiare grano canadese contaminato, mentre i consumatori degli altri Paesi pagano bene per avere il nostro grano non contaminato. Ma a chi? Ai grossi traders che l’hanno pagato a prezzi ridicoli ai nostri produttori!”.

Questa storia dei Paesi africani che non vogliono il grano duro canadese per preparare il cus cus e che importano il grano duro pugliese e siciliano l’abbiamo raccontata tre anni fa.  La cosa che deve fare riflettere – e fa bene De Bonis a denunciarlo – è che non sono i produttori di grano duro pugliesi e siciliani a vendere il proprio grano ai Paesi africani, ma i commercianti che lo scippano agli agricoltori pugliesi e siciliani a prezzi bassi per rivenderlo in Africa a prezzi maggiorati!

“In quindici giorni – racconta Granosalus – il ‘Fino’ a Foggia passa da 335 €/t a 307 €/t, con un calo di 28 €/t, a fronte di un crollo delle rese per ettaro, che in alcune zone ha toccato il picco del 70%, ma soprattutto in assenza di scambi effettivi su cui Coldiretti non si pronuncia. Del resto la sentenza del TAR Puglia ha spiegato bene il malfunzionamento del mercato” (qui vi abbiamo raccontato cos’è successo in Puglia con il pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale).

A questo punto l’articolo descrive le prime tre navi cariche di grano duro arrivate nei porti pugliesi.

“Nel porto di Bari sono arrivate tre navi – scrive De Bonis -. Le altre cinque navi arriveranno nei prossimi giorni. Un Governo serio di fronte al sospetto di navi già sdoganate è tenuto a fare analisi aggiuntive su tutte le stive di grano ed è tenuto a respingere le navi se trova più residui, in ossequio proprio al Principio di precauzione”.

“Il nome della prima nave che ha finito di scaricare a Bari è FEDERAL LEDA, una Bulk Carrier battente bandiera Marshall Island proveniente dal porto di PORT CARTIER in CANADA, IMO: 9229996, con un carico di quasi 350 mila quintali di grano duro destinato alla società AGRI VIESTI. La nave ha fatto tappa anche a Sarroch in Sardegna L’agenzia è Spamat”.

“La seconda nave in ormeggio al porto di Bari è HELENA G, una Bulk Carrier battente bandiera Portogallo proveniente dal porto di SOREL in CANADA, IMO: 9358383, con un carico di quasi 330 mila quintali di grano duro destinato alla società CASILLO COMMODITIES ITALIA SPA. L’agenzia è Spamat”.

“La terza nave in ormeggio al porto di Bari è CRISTINA, una Bulk Carrier battente bandiera italiana proveniente dal porto di CADICE in SPAGNA, IMO: 9455985, con un carico di quasi 70 mila quintali di grano duro destinato alla società CASILLO COMMODITIES. L’agenzia è Spamat”.

“Sono previsti arrivi di altre tre navi a Bari MATRIX, SUPREME STAR e WICKO provenienti dal Messico e dal Texas – conclude l’articolo di Granosalus -. Al porto di Barletta è in arrivo la nave SEABEE proveniente dalla Turchia. A Molfetta è in arrivo la nave F.Arslan V dalla Spagna e la nave Kythnos dalla Grecia. Coldiretti che cosa farà nel frattempo?”.

Non sappiamo cosa farà Coldiretti, ma sappiamo cosa faranno gli italiani: mentre la televisione continuerà a bombardarli con la promozione di “pasta prodotta con grano duro rigorosamente italiano” si faranno una bella scorpacciata di grano duro estero, soprattutto canadese…

QUI L’ARTICOLO DI GRANOSALUS

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