Agricoltori del Sud Italia e della Sicilia traditi da centrosinistra, centrodestra e grillini/ MATTINALE 460

22 giugno 2020

Partendo da alcune considerazioni lette in un post di un protagonista dell’Associazione GranoSalus, arriviamo a due conclusioni. Siamo in presenza di una grande speculazione che colpisce agricoltori e consumatori. Ci sono tanti movimenti in Italia che si battono contro la Ue, contro il 5G, contro il MUOS di Niscemi, per un’agricoltura pulita. Per non parlare di autonomisti, sicilianisti e indipendentisti in Sicilia. Ma manca ancora la sintesi politica 

Roberto Carchia, agronomo, tra i protagonisti di GranoSalus, l’Associazione che si batte per il rilancio del grano duro del Sud e per i diritti dei consumatori (che sono le vittime, spesso inconsapevoli, del grano uro e tenero estero, spesso canadese, che arriva in Italia con le navi), ha scritto su Facebook un “ANNUNCIO PER I CONSUMATORI” che è un vero e proprio “Bollettino di guerra degli Alimenti Agricoli 2020”.

Carchia parte dei prezzi:

“- Avena : non quotata (non la vogliono neppure regalata) insieme al Farro!
– Orzo: 13 cent/kg (produrla costa 20 cent/kg)
– Grano duro: 28 cent/kg (produrlo ne costa 35 cen/kg) dicono a 32 cent ma non lo ritira nessuno) con basse produzioni, sotto i 20 qli/ha, a causa di siccità e gelate, mentre i porti che continuano a scaricare enormi quantità di grano di dubbia provenienza! Il resto….peggio che andar di notte!”.

Intanto…

Intanto, scrive sempre Carchia, si verifica un paradosso: a fronte dei prezzi bassi del grano “la pasta con grano italiano (attestabile solo da analisi in cui risultano assente il Glifosate e il Don)” si vede “da 2 euro/kg in su”.

Pane e pasta ai 5 cereali con avena, orzo e farro – prosegue Carchia – si vendono a un prezzo che oscilla “da 3 a 5 euro/kg”.

Non va meglio con birra che, ricorda Carchia, “si fa con l’orzo. Ebbenel la birra viene venduta a 1 euro/litro (1,5 kg pari a 20 cent di orzo per litro di birra!)”.

I prodotti agricoli sono deprezzati, a scapito del reddito degli agricoltori, e i derivati degli stessi prodotti agricoli si vendono a prezzi remunerativi?

Industriali e commercianti, con i prodotti agricoli, fanno affari, e gli agricoltori sono in grande affanno? Così va il mondo o così vanno le cose in Italia?

A noi, ad esempio, risulta che il Desert Durum – ottima varietà di grano duro prodotta in Arizona e in California – non si vende sotto i 40 dollari al quintale. Gli Stati Uniti d’America – sia che i Presidenti USA siano Repubblicano o Democratici – difendono gli agricoltori americani.

L’Unione europea governata dai Popolari (PPI) e dai Socialisti (PSE) affossa non tutta l’agricoltura europea, ma l’agricoltura dell’Europa mediterranea.

Carchia, nel p.s. offre un altro spunto di riflessione, sottolineano che il mercato italiano non fa “distinzione tra bio e convenzionale!”.

Eppure i prodotti agricoli biologici sono molto diversi dai prodotti agricoli convenzionali, “dal momento – scrive Carchia – che il cibo convenzionale può risultare pluricontaminato nei limiti di legge”. Mentre i prodotti agricoli biologici scontano costi di produzione superiori del 50% per le minori quantità prodotte e devono fare i conti con il divieto di utilizzare concimi di sintesi industriali e con le difficoltà di coltivazione dovute al divieto di ogni tipo di diserbo e/o fungicida!

“Cari amici – scrive Carchia – siete pregati di divulgare questa immensa vergogna per tutelare la Salute dei Consumatori e il Lavoro degli Agricoltori! È così dalla fine degli anni ’90 del secolo passato, quando si è deciso, con i trattati mondiali WTO, che l’Europa dovesse essere invasa da prodotti agricoli di dubbia qualità e spesso super contaminati di tutto il mondo. La chiamarono globalizzazione. Il tutto per consentire speculazioni economiche e finanziarie a danno della Salute dei Consumatori e del Lavoro degli agricoltori. Il cibo viene considerato soltanto un occasione di speculazione come avviene per una qualsiasi altra commodity”.

Son temi che I Nuovi Vespri trattano spesso. Sulla pasta, insieme con GranoSalus, abbiamo affrontato la difficilissima battaglia sui controlli che hanno coinvolto i grandi marchi italiani.

E siamo anche finiti in Tribunale. 

Sempre sulla pasta, da quando siamo in rete, consigliamo di acquistare solo pasta prodotta con il grano duro del Sud Italia e, se non c’è tale garanzia, di acquistare pasta artigianale (qui trovate una serie di articoli).

Quanto al pane, abbiamo più volte invitato i nostri lettori, compatibilmente con il tempo che hanno a disposizione, a prepararlo in casa.

Le considerazioni di Carchia sull’attuale andamento del mercato del grano duro – ma anche dell’avena e dell’orzo – segnalano una fragilità del mondo agricolo italiano a fronte di una politica nazionale e regionale assente.

A differenza di certi nostri amici ‘meridionalisti’ che attaccano solo la Lega e fanno finta di non vedere i disastri provocati dalla vecchia politica – con riferimento al centrodestra e dal centrosinistra, noi diciamo invece una cosa un po’ diversa.

Il discorso vale per gli agricoltori siciliani e per gli agricoltori del Sud Italia in generale. Non aspettatevi nulla dalla Lega di Salvini; non aspettatevi nulla dall’attuale Governo nazionale Conte bis (è sotto gli occhi di tutti il disinteresse verso il Sud della Ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, impegnata a stabilizzare migranti e assente su questioni cruciali quali il grano duro del Sud italia, il ‘furto’ della varietà di grano duro antica Senatore Cappelli, la CUN, l’olio d’oliva tunisino che invade l’Italia, l’invasione di ortofrutta che arriva dall’universo mondo); no aspettatevi nulla dalle Regioni del Sud Italia amministrate dal centrodestra e dal centrosinistra; non aspettatevi nulla dai grillini, che, nel Marzo del 2018, hanno fatto il piano di voti al Sud per poi abbandonare il Sud e l’agricoltura del Sud Italia e siciliana.

Non sappiamo quale sia la forza politica che possa intestarsi le battaglie per la rinascita del Sud e della Sicilia.

Forse in Sicilia qualcosa sta nascendo, ma il clientelismo e i fondi pubblici non daranno spazio di manovra ad autonomisti, sicilianisti, indipendentisti oggi ancora divisi.

Non va meglio nel Sud dove la speranza di un nuovo soggetto politico per il Sud è già abortita, se è vero che le poche esperienze si sono concentrate contro la Lega di Salvini, senza proporre un’alternativa: cosa, questa, che punta solo a favorire il PD, cioè la forza politica più legata all’Unione europea che vuole lo smantellamento dell’agricoltura del Sud Italia e della Sicilia.

Le uniche voci che si battono concretamente in favore degli agricoltori del Sud e della Sicilia sono quelle di alcuni parlamentari ex grillini come il Senatore Saverio De Bonis, Sara Cunial e altre voci di buona volontà. Più una serie di movimenti (importanti i protagonisti delle battaglie contro il 5G, contro la TAV, contro il MUOS di Niscemi).

Interessante, anche, il mondo dei tanti soggetti che si battono per far uscire l’Italia dall’euro.

I movimenti sono tanti, ma manca ancora una sintesi politica.

 

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