Istanza al Tribunale del consumatore sulle oltre 50 antenne del 5G installate a Palermo

11 giugno 2020

L’iniziativa è stata presa da un folto gruppo di cittadini rappresentati dagli avvocati Nadia Spallitta e Anna Cucina. La mossa è molto abile, perché aggira il Comune di Palermo e chiama in causa altre autorità. Intanto in Sicilia cresce il fronte anti-5G: anche il Comune di Ragusa dice No a questa discussa tecnologia. I pericoli illustrati dallo scienziato Ernesto Burgio

Cresce a Palermo l’opposizione al 5G e – di fatto – all’attuale amministrazione comunale. E’ stata infatti presentata l’istanza promossa da numerosi cittadini che si sono rivolti al Tribunale del consumatore per accedere agli atti relative alle autorizzazioni rilasciate a Palermo per l’installazione degli impianti sperimentali 5G.

“In particolare – si legge in un comunicato – i cittadini, a mezzo dei legali Nadia Spallitta e Anna Cucina, contestano l’assenza di informazioni che obbligatoriamente l’amministrazione avrebbe dovuto dare in presenza di istanze rivolte all’installazione di questi nuovi impianti. E chiedono copia dei pareri già rilasciati dalle competenti autorità sanitarie e tecniche”.

“Più precisamente – si legge nel comunicato dei due legali – secondo la vigente normativa, oltre all’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), deve intervenire l’autorità sanitaria e deve essere altresì emessa la valutazione di impatto sanitario. Infatti, applicando il Principio di precauzione, è necessaria una preventiva certificazione scientifica che attesti che la nuova tecnologia non arrechi danni alla salute, prima di poter autorizzare qualsivoglia impianto di 5G”.

La mossa è molto abile, perché aggira il Comune di Palermo e chiama in causa altre autorità che, adesso, dovranno rispondere.  

“I cittadini, in particolare – prosegue la nota dei due legali – sono preoccupati per la loro salute, anche per le modalità di funzionamento di questa nuova tecnologia che presuppone reti capillari e l’emissione ad alta frequenza di onde elettromagnetiche. Esistono infatti numerosi studi scientifici, anche internazionali, che hanno osservato gli effetti nocivi per la salute derivanti dall’emissione costante di onde elettromagnetiche. E, del resto, la stessa legge che disciplina la materia impone alle amministrazioni procedure precauzionali e tutti gli accertamenti del caso a tutela della salute privata e pubblica. Tra l’altro il sindaco ha uno specifico obbligo di tutela della salute collettiva quale massima autorità sanitaria locale. Con l’istanza, inoltrata anche al Ministero della Salute e dell’Smbiente, i cittadini chiedono altresì che vengano revocate le autorizzazioni già rilasciate e che si sospenda ogni procedimento in corso”.

Proprio ieri, grazie all’avvocato Giuseppe Cannizzo (un legale molto impegnato nella attaglia civile per fare chiarezza sul 5G) abbiamo pubblicato alcune considerazioni di un grande scienziato, Ernesto Burgio:

“In estrema sintesi – dice Ernesto Burgio, ricercatore siciliano che si occupa proprio degli effetti che le trasformazioni ambientali potrebbero avere sul DNA e, più in generale, sulla salute umana – credo che nessuno al mondo possa negare che c’è ormai letteratura scientifica importante che dimostra gli effetti negativi dei campi elettromagnetici utilizzati nell’ambito della telefonia mobile sulla salute umana. In particolare per quanto concerne gli effetti sulle cellule staminali e quindi, in potenza, sui disturbi del neurosviluppo e sulla possibilista di sviluppare il cancro. Due tipi di patologia in continua crescita in tutto il mondo, soprattutto tra i bambini e i giovanissimi”.

Per la cronaca, il citato avvocato Giuseppe Cannizzo ha presentato al Comune di Palermo istanza di accesso agli atti sulle antenne del 5G installate nel capoluogo della Sicilia. Il Comune ha risposto in modo parziale e l’avvocato Cannizzo si accinge a intraprendere altre iniziative legali. 

Intanto in Sicilia si va sempre più allargando il fronte dei cittadini contrari al 5G. E’ di queste ore la notizia che anche il Comune di Ragusa ha detto No al 5G. 

Il 5G? Un esperimento “in vivo” sull’intera specie umana e sulle generazioni future

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