Palermo, dalla pandemia del Coronavirus al pandemonio delle oltre 50 antenne del 5G

6 giugno 2020

Ormai la polemica sul 5G ha investito il Consiglio comunale di Palermo e la politica regionale. E se, ieri, Pino Apprendi ha chiamato in causa l’assessore regionale Toto Cordaro, il deputato regionale Vincenzo Figuccia annuncia per la prossima settimana una conferenza sul ‘caso’ 5G a Palermo, nella sede del Parlamento dell’Isola. Le parole di Leoluca Orlando, Totò Orlando, Sabrina Figuccia e Stefano Battaglia. I dubbi di Nadia Spallitta   

Una cosa è certa: l’obiettivo di coinvolgere la politica sulle oltre 50 antenne del 5G installate a Palermo è stato raggiunto. Si potrebbe aggiungere che già, in città, c’è chi si comporta come se la tecnologia 5G stia per arrivare: ma questo è un altro discorso. Intanto il Comune di Palermo è stato ‘stanato’. Il sindaco Leoluca Orlando è stato quasi costretto a venire allo scoperto. Ma avrà vita dura, perché la prossima settimana, a Palermo, nel saloni del Palazzo Reale – la sede del Parlamento siciliano – il deputato Vincenzo Figuccia ha annunciato una conferenza stampa dove verranno illustrati i rischi che corrono i cittadini palermitani sulle cui teste incombono – come già accennato – oltre 50 antenne del 5G.

Dicevamo che il sindaco Orlando è intervenuto, criticando le dichiarazioni dei consiglieri comunali Sabrina Figuccia e Igor Gelarda:

“Mi dispiace che i consiglieri Figuccia e Gelarda, per puro spirito di polemica e forse travalicando i propri ruoli istituzionali creando un ingiustificato allarme nella popolazione, diffondano comunicati stampa travisando le dichiarazioni di un assessore e quanto comunicato al Consiglio comunale. L’assessore Piampiano ha chiaramente affermato che il Comune, facendo affidamento sulle relazioni dell’unico ente pubblico titolato e competente in materia e cioè l’ARPA, rilascia o non rilascia autorizzazioni unicamente finalizzate alla installazione di antenne che comunque, fino a quando non interverranno modifiche normative a livello nazionale, sono destinate a rimanere spente. Sarebbe infatti impossibile attivare impianti 5G nella nostra città visto che Palermo è esplicitamente esclusa dalla sperimentazione in atto, decisa anni fa a livello nazionale. Le aziende hanno la libertà di richiedere, assumendosi i rischi del caso, l’installazione di antenne di qualsiasi tipo destinate a rimanere spente fin quando il Governo nazionale sulla base dei risultati della sperimentazione non deciderà se possono essere accese o meno. Pur comprendendo lo spirito polemico che anima i consiglieri e riconoscendo il diritto di critica delle forze di opposizione in Consiglio comunale, credo che non sia saggio instillare immotivati timori nella popolazione, soprattutto da chi ricopre importanti ruoli istituzionali”.

In realtà, sono stati tanti cittadini che si sono rivolti a un legale per chiedere al Comune di accedere agli atti. Il legale si chiama Giuseppe Cannizzo che un mese fa ha presentato la richiesta di accesso agli atti.

Il Comune ha risposto, ma la risposta non ha convinto l’avvocato Cannizzo. 

Sulla vicenda interviene anche il presidente del Consiglio comunale di Palermo, Salvatore ‘Totò’ Orlando:

“Il giovane consigliere Gelarda ha la memoria corta, anzi cortissima – dice Totò Orlando – oppure fa finta di non sapere che è stato sotto il Governo a trazione leghista che a ottobre del 2018 si è svolta la gara per l’assegnazione delle frequenze del 5G nel nostro Paese. Forse allora il suo partito dava la priorità agli incassi rispetto alla salute dei cittadini? Non vorrei che fosse un vizio malcelato. Stia tranquillo il consigliere Gelarda e tutti coloro che oggi cercano di alimentare psicosi e paure di ogni tipo nascondendo le proprie responsabilità: a Palermo nessun impianto 5G sarà attivato fin quando chi ha la competenza e l’autorità per farlo non dirà che non ci sono rischi per la salute. Nel frattempo il Comune agisce con rispetto della legge e delle procedure. Se una o più aziende che hanno vinto la gara bandita dal governo leghista chiedono di installare antenne pur sapendo che al momento non possono accenderle, è loro diritto farlo ed è un dovere del Comune, sentita l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, valutare quelle richieste. Se non lo facessimo esporremmo l’Amministrazione e i cittadini ai costi di contenziosi giudiziari che non c’è motivo di instaurare”.

Intanto Sabrina Figuccia replica al sindaco:

“Stando tutti i giorni in giro tra i miei concittadini, ascolto tutte le sensibilità della gente. In particolare, in questo periodo durante il quale la pandemia Covid ha cambiato le nostre abitudini, l’attenzione e le perplessità vengono rivolte verso i nuovi impianti 5G. E mentre il sindaco Orlando mi accusa di creare allarmismi, io rispondo dandogli dell’irresponsabile. Sì, perché è da irresponsabili – osserva Sabrina Figuccia – essere così superficiali su un tema delicato come questo. Già da quarant’anni Orlando fa subire ad i palermitani i rischi derivanti dalla discarica di Bellolampo, non vorrei trovarmi tra qualche tempo a dover dire: io l’avevo detto”.

Sulla vicenda, come già ricordato, intervengono anche il parlamentare regionale Vincenzo Figuccia (fratello della consigliera comunale Sabrina Figuccia) e il sindacato SUFUS:

 

“La querelle politica che sta vedendo protagonista il sindaco Orlando lo fa scadere in un certo pressappochismo sulla questione delle antenne 5G a Palermo. L’atteggiamento liquidatorio e censurante nei confronti di alcuni consiglieri comunali, che hanno legittimamente sollevato la questione, fa emergere un certo dispotismo contrario a quella democraticità da sempre rivendicata dal primo cittadino. Quella di autorizzare l’istallazione degli impianti è una decisione scellerata e inammissibile che vedrebbe una proliferazione di antenne in città”.

“Vogliamo forse continuare a fare orecchie da mercante per perseguire logiche liberiste di profitto che non tengono affatto conto della sacralità del diritto alla salute dei cittadini? – si chiede e chiede Figuccia -. O vogliamo nasconderci dietro una retorica ipocrita che predica bene e razzola male? Lo chiedo al sindaco e a tutti coloro che avrebbero contribuito all’accelerazione di questo percorso. Per queste ragioni – conclude Figuccia – la prossima settimana convocherò una conferenza stampa all’Ars col fine di fare il punto sulla questione insieme ad alcuni tecnici che, senza mezze parole, esporranno i seri rischi che questa tecnologia potrà cagionare ai nostri palermitani”.

Stefano Battaglia, del SIFUS, precisa:

“Per comprendere quanto le preoccupazioni dei cittadini siano fondate basta leggere con attenzione le ricerche dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nelle quali si evidenzia la cancerogenicità dei campi elettromagnetici a radiofrequenza emessi dai telefoni cellulari, da antenne radiotelevisive e antenne fisse per telefonia cellulare, nonché da apparecchiature di notevole potenza usate in ambito industriale”.

Un fatto dovrebbe essere certo: a Palermo non sono in funzione le antenne del 5G. Quindi i telefoni cellulari con questa tecnologia non hanno motivo di esserci. E’ così, no?

Dovrebbe essere così, ma Nadia Spallitta, avvocato, che sta affrontando la questione con un gruppo di cittadini dice:

“Sono perplessa, molto perplessa. E’ credibile che le aziende di questo settore abbiano installato trentacinque antenne del 5G a Palermo senza poterle utilizzare? E’ vero che, per installare queste nuove antenne, avrebbero rinunciato alle vecchie antenne? Siamo sicuri che a Palermo non siano già in vendita strumentazioni a che utilizzano la tecnologia 5G?”.

E i grillini che dicono? Vattelappesca!

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