Claudio Fava ricorda al neo assessore Alberto Samonà gli “obblighi di legge” sull’appartenenza alla massoneria

18 maggio 2020

La precisazione di Fava è corretta. Nel 2018 l’Assemblea regionale siciliana ha approvato una legge che prevede la dichiarazione di appartenenza alla massoneria per deputati e assessori (da estendere, perché no?, ai Dirigenti generali della Regione). L’augurio è che l’invito di fava non riguardi solo Samonà ma tutti gli eventuali ‘fratelli’ che circolano nei ‘Palazzi’ della politica siciliana 

La nomina di Alberto Samonà ad assessore regionale ai beni culturali non piace al presidente della Commissione Antimafia siciliana, Claudio Fava. Che non risparmia critiche al presidente della regione siciliana, Nello Musumeci, e allo stesso neo assessore Samonà.

“Che l’ultimo acquisto della giunta Musumeci sia uomo orgogliosamente di destra è affar suo e di Musumeci che se l’è scelto (Musumeci, non Salvini!).
Che si diletti a rivendicare la sua passione per la canzoncina fascista ‘Giovinezza’, che se la prenda pubblicamente con il Presidente Mattarella quando afferma che l’antifascismo è un valore, che proponga l’apologia di Almirante proponendo l’intitolazione di una strada in ogni Comune d’Italia, che pianga pubblicamente la morte del camerata fascista Stefano Delle Chiaie, ecco, di tutto questo avremmo fatto volentieri a meno”.

“Qualcuno però spieghi a Samonà – aggiunge Fava – che la Regione siciliana, come ogni istituzione della Repubblica Italiana, è figlia della Liberazione e di una Costituzione antifascista. Che forse per il neo assessore alla Cultura o per Salvini sono parole desuete. Per gli italiani, no”.

Ma forse il passaggio più importante è sulla massoneria:

“Il richiamo nostalgico agli anni più bui del nostro Paese e l’idea di una identità siciliana costretta ad abbeverarsi alla triste mitologia fascista rappresentano un ridicolo salto all’indietro. Soprattutto se si accompagnano ad una manifesta ed ostentata vicinanza di Samonà al mondo della massoneria, fatto che ci fa richiamare gli obblighi di legge vigenti in Sicilia in merito alla dichiarazione di appartenenza alle logge massoniche. Obblighi da cui il nuovo assessore non è esentato”.

Claudio Fava, nel 2018, è stato promotore di una legge che dovrebbe obbligare i deputati massoni e anche gli assessori a dichiarare la propria eventuale iscrizione alla massoneria. E magari anche agli alti burocrati della Regione.

A onor del vero, questa legge non ci ha convinti: ormai gli iscritti alla massoneria dovrebbero essere pubblici. Ma siccome non lo sono, vabbé, teniamoci la legge voluta da Fava.

Detto questo, però, l’anno successivo – cioè il 2019 – non abbiamo visto nulla. E l’abbiamo anche scritto:

“Massoneria, che fine ha fatto la legge regionale proposta da Claudio Fava?”.

Poco più di un anno fa ci siamo chiesti e abbiamo chiesto: se c’è una legge ‘sgama’-massoni perché non applicarla?

Non abbiamo ricevuto alcuna risposta: tutt’oggi non sappiamo se ci sono massoni tra i 70 parlamentari dell’Ars, tra i 12 assessori e, magari, tra i Dirigenti generali.

Ora è arrivato Samonà e Fava gli ricorda “gli obblighi di legge vigenti in Sicilia in merito alla dichiarazione di appartenenza alle logge massoniche”. Fa bene. Però noi chiediamo di saperne di più su eventuali massoni presenti nella Giunta regionale, in Assemblea regionale siciliana e tra i Dirigenti generali.

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