… e così gli ‘europeisti’ italiani furono costretti ad acclamare l’uscita dell’Italia dall’euro!

5 maggio 2020

La crisi economica provocata dalla pandemia di Coronavirus sta accelerando l’addio dell’Italia all’euro. Ormai l’economia del Nord Italia, il commercio, la scuola, la gestione dei trasporti pubblici del nostro Paese non sono più compatibili con la permanenza della stessa Italia nell’Eurozona. L’aspetto comico di questa storia sarà nel vedere gli ‘europeisti’ italiani che dovranno ammettere di avere fallito su tutto! 

di Economicus

Molti diranno che a causare l’ormai imminente dibattito sulla possibile (in realtà più che probabile) uscita dell’Italia dall’euro sarà la sentenza, prevista per oggi, della Corte Costituzionale tedesca sugli acquisti dei titoli da parte della Banca Centrale Europea (BCE). In realtà, come ora cercheremo di illustrare, l’Italia dovrà uscire quanto prima dall’euro per motivi molto più stringenti.

Stamattina I Nuovi Vespri pubblicano un articolo illuminante sulla Cassa integrazione in Italia. O meglio, sul fatto che il Governo italiano, in questo momento, non ha i soldi per pagare la Cassa integrazione a milioni di lavoratori ridotti alla fame. Tutto vero. Ma questo è solo uno dei ‘buchi’ che l’adesione all’euro sta provocando alla vita economica e sociale dell’Italia. La situazione economica, in Italia, è molto più grave.

E’ noto che oltre 10 mila tra ristoranti e bar si rifiutano di aprire. Ed è anche logico: riaprire per lavorare con un terzo dei clienti dovendo fronteggiare gli stessi costi è semplicemente demenziale!

La scuola. Riaprire le scuole a Ottobre significherebbe non soltanto dimezzare le classi (gli studenti, secondo la proposta della Ministra Lucia Azzolina dovrebbero recarsi a scuola un giorno sì e un giorno no: confusione totale!), ma anche sobbarcarsi i costi della sanificazione giornaliera e delle mascherine da fornire a docenti, studenti e personale scolastico: una cifra pazzesca!

Non parliamo dei trasporti pubblici. Treni, tram e bus – soprattutto d’inverno, quando sarà impossibile viaggiare con gli sportelli aperti – resteranno a rischio contagio, nonostante gli ingenti costi per la sanificazione giornaliera!

L’Italia dovrà garantire questo servizio pubblico rischioso a costi elevatissimi.

La realtà è che la pandemia di Coronavirus non sparirà e fino a quando non ci sarà una cura efficace si andrà avanti tra alti e bassi. Qualche cura già c’è, ma si parla di cure che non si esauriscono in un paio di giorni ma, nella migliore delle ipotesi, in dieci-quindici giorni (chi viene colpito dal Coronavirus può tornare al lavoro solo con una guarigione certificata al cento per cento).

Questo scenario non è compatibile con le esigenze delle aziende e, in generale, con il sistema economico italiano ‘impiccato’ all’Europa dell’euro. 

Bastano questi tre esempi – ristoranti e bar, scuola e trasporti – per definire, sul piano logico, l’impossibilità per l’Italia di restare nell’euro. Si sarebbe arrivati all’addio all’euro anche senza la pandemia: il Coronvirus, infatti, ha soltanto accelerato la presa di coscienza dell’insostenibilità del sistema euro per l’Italia.

Ora, però, si pone un problema. Fino a prima della riunione dell’Eurogruppo eminenti esponenti politici italiani – anche di livello elevato – si sono spesi ancora una volta in elogi per l’Europa. Oggi, davanti alla realtà che sono costretti ad accettare, dovranno smentire quanto hanno affermato appena qualche settimana fa!

Abbiamo citato non a caso l’ultima riunione dell’Eurogruppo: riunione che il Governo italiano, con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha provato a far passare come una vittoria. In realtà, l’Italia è uscita massacrata da quell’incontro.

Gli Eurobond chiesti da Conte – soluzione che avrebbe soltanto ritardato d’addio dell’Italia all’euro – sono spariti. All’Italia è stato proposto il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) subito e un fumoso Fondo per la ricostruzione (Recovery fund) a fine anno…

Gli ‘europeisti’ italiani, pur di non darla vinta a chi dice e scrive da anni che l’euro, per l’Italia, è stato ed è un fallimento, hanno provato a far passare la tesi che il MES sarebbe stato ‘leggero’. Ma, a questo punto, sono intervenuti tedeschi e olandesi per dire che il MES – alla fine, per l’Italia, 36 miliardi di euro da restituire in cinque anni: un cappio al collo! – non solo non sarebbe ‘leggero’ ma, al contrario, sarebbe ‘rafforzato’!

Della serie: siccome a voi, cari italiani, per risollevarvi vi servono almeno 400 miliardi di euro, sappiate che li dovrete garantire con una riduzione di stipendi pubblici e pensioni e con il risparmio privato degli italiani: conti correnti, fondi comuni d’investimento e, forse, anche con le case degli stessi italiani!

E poiché nessun Governo italiano è in grado di dire agli italiani:

“Signori, ci servono i vostri risparmi e le vostre case per restare nell’Europa dell’euro”, ecco che l’uscita dalla moneta unica europea diventa una prospettiva tutt’altro che campata in aria!

Vedrete che, tra qualche giorno, in Italia comincerà non soltanto il dibattito sull’uscita dall’euro, ma anche sul perché, in caso di uscita dall’euro, non ci saranno svalutazioni & speculazioni!

Ovviamente, non ci diranno che le svalutazioni e le speculazioni non ci saranno solo se interverrà ‘qualcuno’ per bloccarle.

E’ noto che, dal 1971 in poi, cioè da quando non c’è più alcun legame tra monete ed oro, le monete si reggono sulle armi. Senza le armi americane il dollaro non ci sarebbe più già da un bel pezzo.

Ciò significa che l’Italia, uscendo all’euro, dovrà avere le ‘spalle coperte’. Proprio su questo blog, nelle scorse settimane, il senatore Saverio De Bonis ha centrato la questione, là dove ha spiegato che il sistema economico italiano del Nord Italia, ormai, ha tutto da perdere con l’Europa. Sollecitando una soluzione radicale: l’uscita dell’Italia dall’euro e il suo ingresso nell’area del dollaro statunitense.

Sarà così? Non lo so. Ma so che l’Italia non resterà nell’euro.

Sapete quali saranno gli aspetti più divertenti dell’uscita dell’Italia dall’euro? Il fatto che gli ‘europeisti’, con una delle tipiche contorsioni italiane, dovranno riconoscere che il Regno Unito ha fatto benissimo a lasciare l’Unione europea, prendendosi un bel vantaggio; che gli anti-Europa avevano ragione: e sarà veramente duro dare ragione alla Lega di Matteo Salvini e a Giorgia Meloni!

Ma è quello che succederà: non tra qualche anno, ma molto più presto di quanto non possiate immaginare…

 

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