Cassa integrazione bloccata: Stato e Regioni recitano, la verità è che mancano 7 miliardi!/ MATTINALE 507

5 maggio 2020

Governo nazionale e INPS che tacciono. le Regioni che si ‘scusano’ per i ritardi con i milioni di italiani rimasti chiusi in casa senza Cassa integrazione. Attenzione: è solo una farsa. La verità – che Stato e regioni conoscono benissimo – è che all’appello mancano 7 miliardi di euro. Un ‘buco’ del quale dobbiamo ringraziare l’Unione europa dell’euro!

Comincia piano piano a venire fuori la verità sulla Cassa integrazione. Da qualche settimana non si fa altro che dire e scrivere che la responsabilità dei ritardi nell’erogazione della Cassa integrazione è delle Regioni italiane. In realtà, come abbiamo più volte scritto nei giorni scorsi, a mancare sono i soldi e quella tra Stato e Regioni è solo una recita.

A Roma sanno benissimo che i soldi non ci sono. Quando il Governo nazionale e le Regioni – era il tempo in cui era vigente il demenziale Patto di stabilità imposto dall’Unione europea – hanno siglato l’accordo sulla Cassa integrazione agli osservatori attenti non è certo sfuggita l’assurdità di questa intesa.

In Cassa integrazione, è noto, vanno i lavoratori delle aziende private dei quali l’INPS, per ovvie ragioni, conosce tutto. Che bisogno c’era di coinvolgere le Regioni? Sul piano logico, nessuna ragione, se non quella di allungare i tempi per l’erogazione della Cassa integrazione.

Lo schema programmato è quello che si sta verificando in queste settimane: al momento dell’erogazione della Cassa integrazione si sarebbe ‘scoperto’ che le Regioni erano in ‘ritardo’ con le pratiche e che sarebbero passati due, tre mesi e forse più prima di dare le ‘carte’ all’INPS.

L’INPS, a propria volta, avrebbe dovuto riguardare le ‘carte’ annunciando che ci sarebbero voluti almeno 15 giorni che, poi, sarebbero diventati 30, 45 e via continuando.

Questo giochetto avrebbe fatto guadagnare allo Stato italiano almeno sei mesi di tempo prima di erogare la Cassa integrazione. Che volete: quando una cosa “la chiede l’Europa” (spendere meno per tenere i “conti in ordine” non si può dire di no, specialmente se a farne le spese sono i cittadini più in difficoltà, dei quali l’Europa dell’euro se ne sta tranquillamente fregando).

Nessuno ovviamente si aspettava l’esplosione della pandemia di Coronavirus che ha provocato il blocco di migliaia di imprese. Così è esploso il patatrac. Perché un conto è ritardare il pagamento della Cassa integrazione per qualche migliaia di persone, altra e ben diversa cosa è ritardare l’erogazione della Cassa integrazione per milioni di italiani chiusi in casa!

Che si tratti di un problema di soldi e non della sceneggiata tra Stato e Regioni lo si può desumere da una nota dell’Adnkronos di due giorni fa.

Titolo:

“Coronavirus, ‘problemi su Cig, mancano 7 mld”

Segue l’articolo:

“Mancherebbero 7 mld per la copertura degli ammortizzatori sociali. È quanto sarebbe emerso durante l’incontro in videoconferenza tra i capi delegazione e il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, secondo quanto riferito da diverse fonti. Ci sarebbe stato un errore di calcolo, che alcune fonti attribuiscono all’INPS mentre altre ritengono responsabile il ministro del Lavoro”.

“Se nel nuovo decreto dovessero mancare le coperture per gli ammortizzatori sociali, le responsabilità non sarebbero né dell’INPS né tantomeno del Ministro del Lavoro. Nessun ‘errore di calcolo’, quindi, è imputabile al Ministro Catalfo. Così all’Adnkronos fonti del Ministero del Lavoro”.

Tranquilli: se milioni di italiani prenderanno chissà quando la Cassa integrazione la colpa non è di nessuno: non è del Governo nazionale nella sua interezza, non è del Ministro dell’Economia Gualtieri, non è della Ministra del Lavoro Nunzia Catalfo, non è dell’INPS.

Forse la colpa è un po’ – ma solo un po’, senza esagerare – delle Regioni perché la recita concordata lo prevede. Anzi, se dobbiamo dirla tutta, la colpa è del Coronavirus che ha fatto schizzare a 7 miliardi di euro il fabbisogno per pagare gli ammortizzatori sociali.

Ma soprattutto la colpa è di chi ha perso il lavoro ed è rimasto chiuso in casa. Cosa volete, signori: l’Italia ha deciso di rimanere ‘impiccata’ all’Europa dell’euro e la Germania, l’Olanda e via continuando non possono certo occuparsi, con i propri bilanci, delle disgrazie italiane.

La Germania ha drenato soldi con il gioco dei tassi d’interesse, l’Olanda è un paradiso fiscale e alla sola Italia scippa poco più di un miliardi di tasse all’anno. I cassintegrati italiani senza soldi? Cavoli loro!

Foto tratta da Investireoggi

QUI L’ARTICOLO DELL’ADNKRONOS

 

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