In Libia comandano di nuovo i trafficanti di uomini. In arrivo un’ondata di migranti

23 aprile 2020

“In Libia i clan dei trafficanti di uomini schierati con Tripoli – scrive Sputnik Italia – strappano al generale Haftar la città costiera di Sabratha e si preparano a riprendere l’attività. E la sanatoria per i migranti irregolari proposta dai ministri Bellanova e Lamorgese rischia di agevolarli moltiplicando il numero dei disperati pronti a tutto pur di raggiungere l’Italia”. I due bandi del Governo Conte bis per le navi che li ospiterà

Una nuova ondata di migranti sta per abbattersi sull’Italia che, notoriamente, presenta i “porti più sicuri” d’Europa. Quello che sta succedendo lo racconta in un articolo il giornale Sputnik Italia.

L’attacco dell’articolo sintetizza bene quello che sta per succedere:

“In Libia i clan dei trafficanti di uomini schierati con Tripoli strappano al generale Haftar la città costiera di Sabratha e si preparano a riprendere l’attività. E la sanatoria per i migranti irregolari proposta dai ministri Bellanova e Lamorgese rischia di agevolarli moltiplicando il numero dei disperati pronti a tutto pur di raggiungere l’Italia”.

A quanto pare, quello che avviene in Libia va letto con quello che avviene in Italia. Se in Libia i trafficanti di uomini contano di riprendere il ‘commercio umano’, l’Italia, o meglio, l’attuale Governo italiano si prepara a presentare in Parlamento una legge di sanatoria per circa 600 mila migranti.

In realtà, come diremo appresso, il Governo Conte bis sta facendo di più. ma torniamo all’articolo di Sputnik Italia.

Cominciamo con la sanatoria. La prima a lanciare l’idea è stata la Ministra dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, che non si occupa degli agricoltori italiani, ma si occupa dei migranti. Subito dopo è scena in campo la Ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, che, come leggiamo su Sputnik Italia, ha precisato che “non si tratterebbe di una sanatoria per 600 mila persone come qualcuno ha detto, ma di un provvedimento per regolarizzare non tutti i presenti, ma solo chi serve, quelli cioè che lavorano in determinati settori, a cominciare dall’agricoltura”.

A questo punto – visto che noi ci occupiamo spesso di agricoltura – chiediamo non alla Ministra Lamorgese, ma ai parlamentari che esamineranno e approveranno la legge di sanatoria (ammesso che tale legge venga approvata): verrà sanata la posizione dei migranti che lavorano con un contratto a norma di legge? La domanda non è oziosa, perché una giornata di lavoro nei campi, per operai agricoli non specializzati, non costa meno di 80 euro.

Quante sono, oggi, le aziende agricole italiane che possono pagare un operaio agricolo 80 euro al giorno? Quindi in Italia, in questo momento, ci sono 600 mila migranti provenienti dall’Africa (supponiamo che la sanatoria delle Ministre Bellanova e Lamorgese non riguardi i lavoratori rumeni: o anche i rimeni chiedono di diventare italiani?).

“Comunque sia – scrive Sputnik Italia – la proposta rischia di trasformarsi in un incentivo alle attività dei trafficanti di uomini. Un incentivo messo sul tavolo proprio nel momento in cui vi sono tutte le condizioni per attendersi una ripresa delle loro attività. E non solo perché la bella stagione è alle porte e la guerra limita le attività della guardia costiera di Tripoli. Anzi proprio le ‘debacle’ subite dal generale Haftar nelle ultime settimane potrebbero rilanciare le partenze. Sabratha – la città costiera a ovest di Tripoli da dove prendevano il mare, fino al 2017, migliaia di clandestini – è stata strappata al generale Khalifa Haftar ed è tornata sotto il controllo dei clan di trafficanti di uomini legati a Tripoli. Dunque complici la primavera, il mare calmo e il miraggio di una sanatoria capace di attirare nuove masse di disperati decise a raggiungere l’Europa, i contrabbandieri di uomini possono tornare a fare affari d’oro”.

In Italia i protagonisti delle navi targate ONG ci raccontano solo una parte della storia dei migranti. Ma c’è anche un’altra storia. E’ la storia della città di Sabratha. Eccola:

“La città, 60 chilometri ad ovest di Tripoli famosa per i suoi resti romani è, fino a tre anni fa, uno dei buchi neri dei territori controllati dal governo di Fayez Al Serraj. Alla sua periferia operano indisturbati i militanti dell’Isis e varie fazioni alqaediste. Il suo porto e le sue spiagge sono invece monopolio dei clan che gestiscono le partenze per l’Italia. Non a caso quando nell’estate del 2017 l’allora ministro degli Esteri, Marco Minniti, ordina ai servizi segreti di contenere a tutti i costi gli sbarchi, i nostri 007 vanno a Sabratha e stipulano un’intesa con Ahmed Dabbashi, il ‘deus ex machina’ dei barconi meglio conosciuto come ‘Al Ammu’, ovvero ‘lo Zio’. In base a quel patto il governo Serraj s’impegna a trasferire allo ‘Zio’ e ai suoi accoliti una parte dei fondi devoluti dall’Italia per garantire la formazione e l’addestramento della Guardia Costiera. L’accordo con ‘Zio’ Dabbashi è di breve durata”.

“Nell’ottobre 2017 – leggiamo sempre su Sputnik Italia – Sabrathaviene conquistata dalle milizie legate al generale Haftar e Dabbashi e i suoi sono costretti a riparare a Tripoli. Oggi, però, sono di nuovo sulla cresta dell’onda. Nelle ultime settimane lui e i suoi miliziani guidano l’offensiva di Tripoli culminata a Pasqua con la cacciata dei fedelissimi di Haftar e la riconquista di Sabratha. E i video pubblicati sui social in cui lo si vede rivolgersi alla popolazione di Sabratha come il nuovo leader della città e delle sue coste non fanno ben sperare. Anche perché l’Italia non può certo sperare di riattivare il vecchio patto”.

L’Italia, insomma, si è messa d’accordo con i trafficanti di uomini.

Anche se… Anche se, scrive sempre Sputnik Italia, “in questi anni l’intesa con i trafficanti di uomini è diventata di dominio pubblico ed è stata sconfessata sia da quel PD che l’attuò attraverso il ministero di Marco Minniti, sia dal Movimento 5 Stelle oggi al governo con il partito di Zingaretti. In compenso la sanatoria richiesta dal ministro dell’agricoltura Teresa Bellanova sembra il miraggio perfetto per attirare una nuova ondata di disperati. Il precedente più famoso è quello del 2014. Quell’anno l’avvio della missione di soccorso Mare Nostrum organizzata dalla Marina Militare italiana moltiplicò il numero degli arrivi in Italia portandoli dai 40 mila del 2013 ad oltre 170 mila. Numeri che vennero ridimensionati solo grazie alle misure introdotte nel 2017 da Marco Minniti e incentivate poi con i ‘decreti sicurezza’ di Matteo Salvini. Ma ora grazie alla coppia Bellanova-Morgesetutto è pronto per un ritorno al passato”.

Però sulla strada del ritorno al passato c’è di mezzo il presente: ovvero quello che sta succedendo nel mondo e anche in Africa. Eh sì, perché gli “affari d’oro” debbono fare i conti con la pandemia di Coronavirus.

Il Continente africano, fino ad ora, non presenta un grande numero di contagiati. Alcuni scienziati dicono che, da quelle parti, non si raggiungeranno grandi numeri. Ma c’è anche chi parla di rischio con 3,5 milioni di morti.

Alla stato attuale dei fatti siamo solo all’inizio della possibile ondata di migranti. Che, fino ad oggi, sono arrivati per lo più con piccole imbarcazioni. Tutti arrivati in Sicilia, in parte a terra (Pozzallo, Comiso, Siculiana), in parte su una nave.

La notizia è che l’attuale Governo nazionale non sta pensando solo alla legge di sanatoria per i migranti, ma anche per la quarantena dei migranti che arriveranno dall’Africa.

Infatti, mentre dalla Libia si preparano le nuove ondate dei migranti, l’attuale Governo italiano ha già predisposto due bandi. Vediamo di che si tratta.

Ecco cosa prevede il primo bando. Leggiamo su SHIPPING ITALY.IT:

“Mentre il Ministero dei Trasporti ha chiesto agli armatori di inviare manifestazioni d’interesse a fornire navi ro-pax adatte ad accogliere per il periodo di quarantena migranti in arrivo dal Nord Africa, anche la Prefettura di Agrigento si è mossa per individuare un vettore marittimo deputato al trasferimento dei migranti che giungono sull’isola di Lampedusa e che devono essere trasferiti in Sicilia”.

Insomma, abbiamo capito che i migranti che arriveranno a Lampedusa – e supponiamo che non saranno pochi – verranno dirottati tutti in Sicilia. Il bando scade domani.

Andiamo al secondo bando, un po’ più articolato. La notizia la leggiamo su SHIP2SHORE. Di scena è sempre il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Il Ministero cerca altre navi per ospitare i migranti.

“Obiettivo che non sembra impossibile: il traffico passeggeri è fermo e le condizioni offerte sono attrattive. Si prevede infatti un nolo di 30 giorni, prorogabili, ad una cifra minima di 900mila euro, che sarà integrata fino a un massimo di altri 300mila euro a seconda di quante persone saranno ospitate a bordo oltre all’equipaggio. Che saranno al massimo 285 (250 migranti e 35 personale in assistenza sanitaria). Le navi potranno essere solo ro-pax. L’esclusione di navi da crociera (pur essendo facilmente reperibili oggi sul mercato) come di altre unità abitative (ad esempio quelle utilizzate per l’offshore) è da ricondursi all’esigenza, possibile sui traghetti, di utilizzare il garage come area di filtraggio di materiale sanitario da imbarcare o sbarcare sulla nave. Fra i requisiti richiesti c’è ovviamente la capacità, con un “numero di cabine atte ad ospitare un numero di circa 250 migranti in regime di quarantena (orientativamente da impiegare ad uso singolo ad eccezione di eventuali nuclei familiari), con impianto di ventilazione indipendente o possibilità di aereazione diretta con l’esterno”.

Anche questo bando scade domani.

Riassumendo. In Libia, come racconta Sputnik, sono tornati alla grande i trafficanti di uomini. Contemporaneamente, in Italia si parla di sanatoria per 600 mila migranti. E mentre milioni di italiani, chiusi in casa a causa del Coronavirus, lamentano di essere stati lasciati senza soldi per tirare a campare (ormai di questo si tratta, in Italia), il Governo nazionale domani comunicherà quante navi verranno prese in affitto, per la gioia dei proprietari, per ospitare i migranti in arrivo dall’Africa. Magari dopo essere stati ‘salvati’ dalle navi targate ONG…

P.s.

Ah, dimenticavamo: ci sarebbero le navi sullo Stretto di Messina già pagate da Roma e Regione siciliane ferme, come ricordato nei giorni scorsi dal Movimento Siciliani Liberi. Ma anche questo è un dettaglio… 

Foto tratta da Difesa e Sicurezza

QUI L’ARTICOLO DI SPUTNIK ITALIA

 

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