Il turismo? Ogni Regione si organizzi da sé, senza fare arrivare turisti da fuori/ MATTINALE 494

20 aprile 2020

Lo sappiamo: la gente è stanca e stressata. E i gestori dei lidi balneari fremono perché non vogliono perdere l’imminente stagione estiva. Ma ricordiamoci che il virus è ancora tra noi. L’avvertimento dell’infettivologo, Carmelo Iacobello: “Ognuno faccia le vacanze nella propria Regione e così saremo tutti più sicuri. Poi una volta sconfitto il Coronavirus tutto tornerà come prima”. Insomma grande prudenza 

A guardare la televisione e a leggere i giornali sembra che l’Italia, anche se con grande oculatezza, stia programmando un’apertura delle strutture turistiche in vista dell’estate ormai alle porte. Insomma, il Coronvirus, o Covid-19 c’è sempre, però forse in estate un po’ di sole e di mare ce lo potremo godere. Magari mantenendo le distanze anche in spiaggia, forse anche pendendo la tintarella con le mascherine, ma un po’ di mare e di sole ci toccherà.

Ma le cose stanno proprio così? Noi siamo i primi a stigmatizzare le esagerazioni, siamo i primi a dire che con le multe si sta esagerando, capiamo l’atteggiamento di tante mamme che vorrebbero portare all’aria aperta i propri bambini: tutto, consideriamo tutto.

Però ci permettiamo di ribadire che con i virus non si scherza, che sul fronte della sicurezza delle persone è meglio andare molto, ma molto cauti. Ed è per questo che, proprio sul turismo, riprendiamo le dichiarazioni del dottor Carmelo Iacobello, primario di Malattie infettive dell’ospedale ‘Cannizzaro’ di Catania, ha rilasciato al quotidiano La Sicilia.

Sono importanti le premesse del dottore Iacobello. Sulla cosiddetta “Fase 2”, che sta facendo tanto discutere, l’infettivologo spiega:

“Faccio parte del gruppo dei prudenti. Credo che bisogna stare molto attenti ed evitare fughe in avanti. L’atteggiamento del ‘liberi tutti’ è molto pericoloso come si vede in Giappone. E l’eventualità di ricominciare daccapo con i contagi è un rischio che non possiamo permetterci”.

In effetti in Giappone, nel Marzo scorso, avevano allargato le maglie. Ricordiamo un video con i Giapponesi che giravano per le strade di Tokyo.  Oggi la situazione è molto diversa, se è vero che, negli ultimi giorni, lo stato di emergenza è stato esteso a tutto il territorio nazionale. 

Insomma, il virus è ancora tra noi. A tal proposito il dottore Iacobello è molto chiaro:

“Noi abbiamo numeri che al momento sono insufficienti per capire la reale circolazione del virus. Non abbiamo ancora una mappatura totale dei portatori cronici e degli asintomatici e dei guariti ma ancora positivi. Ora, non avendo un’idea precisa di come si è distribuito il virus nella popolazione, certe accelerazioni potrebbero diventare molto pericolose”.

Arriviamo, così, al punto della questione che ci interessa: l’estate in Sicilia: che cosa si potrà fare? Spiega ancora l’infettivologo catanese:

“In merito a una possibile apertura verso una stagione balneare a tutto campo mi permetto di consigliare a chi deve prendere decisioni che tutto ciò non sarà più possibile almeno per quest’anno. Andare al mare anche se all’aria aperta rappresenta sempre un pericolo perché le spiagge sono luoghi di aggregazione anche se il virus è molto vulnerabile ai raggi ultravioletti”.

E se, quest’estate, un lombardo dovesse chiedere di venire in Sicilia?, chiede il giornalista. Ecco la risposta del dottore Iacobello:

“Io mi orienterei verso un federalismo turistico. Per quest’anno disporrei questo. Il buonsenso dovrebbe essere in questo momento preminente. La Sicilia ovviamente ha interesse acché ci sia una ripresa turistica, ma probabilmente bisognerà accontentarsi di un turismo locale. Ognuno faccia le vacanze nella propria regione e così saremo tutti più sicuri. Poi una volta sconfitto il Coronavirus tutto tornerà come prima”.

Grande attenzione, ma anche un po’ di speranza. Dice sempre l’infettivologo:

“Se dovessimo avere a Giugno nella nostra isola, per una decina di giorni consecutivi, zero contagi, allora forse potremmo prevedere a luglio-agosto una ripresa della stagione con disposizioni meno stringenti…”.

Questo vale in tutte le Regioni del Sud? “In prevalenza in tutte le Regioni del Sud potremmo raggiungere presto questo traguardo, ma da quello che intuisco non in tutte. La Puglia ad esempio sta avendo un incremento dei casi. In questo caso il consiglio è che ognuno preveda una ripresa turistica solo a casa propria perché se si accettasse, al contrario, l’arrivo di cittadini provenienti da una Regione che ancora ha un alto numero di contagi, il rischio sarebbe di importare un potenziale pericolo e una possibile riattivazione dell’epidemia”.

Foto tratta da La Gazzetta del Sud

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