Perché i siciliani che arrivano dal Nord Italia non possono sbarcare in Sicilia e i migranti sì?/ MATTINALE 486

11 aprile 2020

Non neghiamo l’utilità delle restrizioni al tempo della pandemia da Coronavirus. Ma queste restrizioni non possono valere soltanto per i siciliani che vivono nel Nord Italia o all’estero ai quali viene impedito il rientro. Se ai migranti è consentito di sbarcare in Sicilia perché i siciliani non dovrebbero rientrare? Non è che, alla fine, anche i 150 migranti della Alan Kurdi sbarcheranno in Sicilia?

In queste ore, in Sicilia, assistiamo a scene che definire contraddittorie è poco. Mentre il Governo nazionale conferma la stretta sugli ingressi in Italia, i migranti provenienti dall’Africa continuano a sbarcare a Lampedusa, da dove poi vengono trasferiti a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento e, da qui a Pozzallo, in provincia di Ragusa.

Durante questo via vai si è scoperto che un ragazzo egiziano di 15 anni è positivo al Coronavirus. Superfluo aggiungere che, adesso, tra Lampedusa, Porto Empedocle e Pozzallo si vive in un clima di paura.

Ed è anche logico: i cittadini vengono invitati a rimanere in casa per evitare i contagi, ma il virus, adesso, arriva dal mare. Il Governo nazionale e il Governo siciliano hanno qualcosa da dire?

Ma la prima, vera contraddizione riguarda la sorte dei siciliani che vivono nel Nord Italia e nei Paesi esteri per i quali tornare in Sicilia è problematico.

In questi giorni siamo stati testimoni di un’ordinanza del sindaco di Messina, Cateno De Luca, che non ha bloccato l’ingresso delle persone che, dalla Calabria, vogliono arrivare n Sicilia: ha provato ad effettuare i controlli: quei controlli che, in verità, sono mancati, come denunciato più volte dal sindacato autonomo ORSA.

Dopo di che – l’abbiamo scritto ieri sera – apprendiamo che il sindaco di Porto Empedocle, Ida Carmine, ha firmato un’ordinanza che vieta lo sbarco e il transito nella sua città:

“Ora basta – ha detto a proposito dell’ultimo sbarco di migranti -. Finché durerà l’emergenza sanitaria del Coronavirus il porto di Porto Empedocle non assicura i necessari requisiti per la classificazione e definizione di Pos, porto sicuro”.

L’ordinanza del sindaco di Messina è stata annullata dal Governo nazionale con il parere del Consiglio di Stato. E adesso che si fa con l’ordinanza del sindaco di Porto Empedocle: rimarrà in vigore? A Messina no e a Porto Empedocle sì?

Da quanto si è capito, il ragazzo egiziano risultato positivo al Coronavirus a Pozzallo è passato prima da Lampedusa e poi è arrivato a Pozzallo. A Pozzallo tutti i suoi compagni di viaggio sono stati posti in quarantena e ad ognuno di loro – pensiamo dovrebbe essere così – verranno effettuate le visite (degli eventuali tamponi non sappiamo).

Per i siciliani che vivono nel Nord Italia o all’estero è diventato difficile, se non impossibile, poter tornare in Sicilia. Noi, in generale, fatti salvi certi casi particolari, non siamo contrari a queste restrizioni: del resto, nelle zone della Cina colpite dal Coronavirus sono riusciti a debellarlo bloccando le persone in entrata e in uscita, in modo militare.

Ma se in Sicilia arrivano i migranti per quale motivo non si deve consentire ai siciliani che vivono nel Nord Italia e all’estero di rientrare liberamente? I migranti hanno più diritti dei siciliani? E perché? Perché vivono in una condizione di necessità?

Ma noi registriamo casi di siciliani che sono rimasti nel Nord Italia che hanno perso il lavoro e non sanno come tirare a campare: che senso ha, a questo punto, rendergli quasi impossibile il rientro nella nostra Isola? E lo stesso discorso vale per tanti siciliani che vivono nei Paesi esteri: siamo in piena pandemia, ad eccezione della Nuova Zelanda il virus colpisce duro ovunque: che senso ha, a questo punto, creargli un sacco di problemi per il rientro in Sicilia, se poi i migranti sbarcano senza problemi?

Ribadiamo: noi non siamo per le porte aperte a tutti in piena pandemia. Ma dal momento che registriamo sbarchi dall’Africa a Lampedusa e poi a Porto Empedocle e, ancora, trasferimenti degli stessi migranti a Pozzallo, perché mostrare il volto duro solo con i siciliani che vogliono rientrare dal Nord Italia e dall’estero?

Ci chiediamo e chiediamo: a Lampedusa il personale che ha accolto i migranti era ‘bardato’ con mascherine professionali, copertura del viso, copertura dei capelli e, in generale, copertura del corpo o erano tutti scoperti?

Stessa domanda per il trasporto via nave dei migranti a Porto Empedocle: il personale della nave era tutto ‘bardato’ o era scoperto?

Stessa domanda per chi ha curato il trasporto dei migranti su mezzi gommati da Porto Empedocle a Pozzallo: il personale era ‘bardato’ o era scoperto?

Va detto che dell’andamento della pandemia in Africa, in questo momento, sappiamo poco o nulla. Questo perché i sistemi sanitari e i sistemi di rilevamento, nei Paesi africani, sono molto fragili.

Sappiamo – ma sono notizie frammentarie – che l’Egitto è il secondo Paese dell’Africa per numero di casi di Coronavirus. E’ il caso di continuare ad autorizzare sbarchi che – come ha dimostrato il caso di Pozzallo – possono creare problemi?

Le cronache di queste ore registrano una nave targata ONL – la Alan Kurdi – dalle parti della Sicilia. A bordo ci sono 150 migranti.

“Abbiamo informato le autorità tedesche di questa decisione”, hanno fatto sapere i signori di questa ONG tedesca. Si avvicinano in Sicilia e avvertono le autorità tedesche? Forse la Sicilia è già un Lander della Germania?

“La nave – leggiamo su Il Giornale di Sicilia on line – si trova a sud della Sicilia senza il permesso di sbarcare né in Italia né a Malta”.

E ancora:

“Non abbiamo ricevuto né cibo, né medicine, né carburante dall’Italia”, accusa la ONG tedesca Sea Eye.

Ma visto che i tedeschi sono così bravi e così efficienti perché non mandano loro le navi nel Mediterraneo a dare manforte alle ONG tedesche?

Non è che, alla fine di questo giro, i 150 migranti della ONG tedesca sbarcheranno a Porto Empedocle, o a Pozzallo, o a Catania o a Palermo?

Aspettiamo notizia dal Ministero degli Interni (italiano e non tedesco, s’intende).

 

 

 

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