Coronavirus/ Renzi: “Riapriamo tutto”. Proprio quando Sud e Sicilia entrano nella fase più difficile!/ MATTINALE 474

30 marzo 2020

E’ evidente che, per Matteo Renzi e per la sua formazione politica, l’Italia che conta si ferma sopra la linea gotica. Del Sud i renziani non sembrano essere molto interessati. Sennò Renzi non avrebbe lanciato una simile proposta proprio mentre il Sud e la Sicilia entrano nelle due-tre settimane più difficili con riferimento alla pandemia di Coronavirus. Perché la sua proposta è sbagliata anche al Nord   

Un grande ‘meridionalista’, Matteo Renzi. Ha visto (ma è così?) che al Nord c’è una flebile diminuzione dei casi di Coronavirus (molto flebile, in verità) e cosa propone? “Riapriamo scuole e fabbriche, tanto il Coronavirus durerà anni”.

Non lo sfiora minimamente il dubbio che la flebile diminuzione dei casi al Nord e il tutto sommato contenuto aumento della diffusione dell’infezione al Sud sia il frutto del fatto che, con notevole ritardo, piano piano, prima le scuole e poi le fabbriche siano state chiuse (per le fabbriche la chiusura, detto per inciso, non è totale).

E il Sud? Forse Renzi non lo considera nemmeno. Forse per lui, toscano, l’Italia che conta si ferma sopra la linea gotica. Questo dovrebbe fare riflettere i meridionali che vanno dietro a Renzi e al suo partito Italia Viva. Renzi non è cambiato: era antimeridionale quando era segretario del PD e Presidente del Consiglio: e tare è rimasto – antimeridionale – anche oggi.

Se nel Sud l’infezione di Coronavirus non è dilagata, almeno fino a questo momento è così, è perché i presidenti della Regioni del Sud e i sindaci delle città del Sud hanno operato con grande impegno, convincendo gran parte della popolazione a restare a casa e fronteggiando, pur con tutti i limiti imposti dagli eventi, la ‘calata’ di meridionali nel Sud provenienti dal Nord.

Ma a Renzi tutto questo non interessa. Da esponente del liberismo europeo tutto d’un pezzo vuole riaprire scuole e fabbriche, perché il Coronavirus durerà anni.

Attenzione: siamo stati i primi a non sottovalutare le travisate (in Italia e in Europa) dichiarazioni di Boris Johnson a proposito del Coronavirus. Tant’è vero che, qualche giorno dopo, quando in Italia, in tanti, accusavano il premier del Regno Unito di totale mancanza di umanità, abbiamo pubblicato un articolo provando ad andare al di là delle interpretazioni ufficiali diffuse in Europa sulla linea di politica sanitaria scelta dagli esperti di Boris Johnson.

In un articolo – sulla base di dati di fatto – abbiamo così illustrato e dimostrato che il capo del Governo del Regno Unito non è matto, ma si è affidato a due valenti studiosi che sono piuttosto pessimisti sui possibili vaccini per contrastare il Coronavirus. Secondo questi due studiosi, la lotta al Coronavirus sarà lunga e bisognerà pensare a strategie diverse.

Ma il premier inglese non ha mai pensato di mandare a morire milioni di suoi concittadini: tant’è vero che, ormai da una settimana, invita la popolazione del regno Unito, per quanto è possibile, a restare a casa.

Cosa vogliamo dire? Che nelle parole di Renzi c’è una tesi che non è solo la tesi degli studiosi del Regno Unito. Ma il fatto che i vaccini per il Coronavirus non daranno certezze e che tale infezione durerà qualche anno non significa che, in questo momento, nel nome dell’economia, l’Italia dovrebbe riaprire scuole e fabbriche e andare allo sbaraglio!

Anche perché, contro il Coronavirus – e l’Italia e la Francia lo stanno dimostrando – oltre ai vaccini, la scienza può mettere a disposizione farmaci efficaci.

C’è il Plaquenil, un farmaco a base di idrossiclorochina (HCQ) messo a punto dal microbiologo francese Didier Raoult; e c’è il Tocilizumab, farmaco messo a punto a Napoli dal professore Paolo Ascierto e dal suo gruppo di lavoro. Ma siamo solo agli inizi e, tra l’altro, non mancano i tentativi di delegittimare questi due grandi uomini di scienza. 

Prima di “riaprire scuole e fabbriche” bisognerà avere la certezza che il Coronavirus non uccida altre persone, soprattutto gli anziani.

La verità è che ci sono due linee di tendenza nefaste che pesano come un macigno sull’Europa e sull’Italia.

Vediamo la linea di tendenza europea, anzi, nord europea.

Sull’Europa pesa il fatto che la Germania, l’Austria, l’Olanda e i Paesi del Nord Europa che hanno aderito all’euro non ne vogliono sapere di aiutare i Paesi europei in difficoltà. Il loro ragionamento è il seguente: il Coronavirus sta colpendo tutti, ognuno di noi si occupi dei propri problemi. Aiutare finanziariamente Italia, Spagna, Portogallo, Francia, Grecia e via continuando? Non se ne parla nemmeno! Anche perché, quando finirà la pandemia, noi – cioè Germania, Austria, Olanda e i Paesi del Nord Europa che hanno aderito all’euro – guadagneremo una barca di soldi proprio sfruttando le disgrazie dei Paesi dell’Europa mediterranea che si saranno indebitati con il vecchio metodo dei ‘mercati’, che li metterà sotto il ricatto dello spread…

Vediamo la linea di tendenza italiana, anzi del Nord Italia.

E’ vero, aprire le fabbriche significherà mettere a rischio la vita dei lavoratori. E in minima parte anche quella degli imprenditori (soprattutto dei piccoli imprenditori). L’alternativa è il blocco quasi generale dell’economi, almeno fino a Giugno. Il problema è che il Governo italiano fa solo annunci: questo mese, ad esempio, ci hanno addebitato la rata dei mutui. E sarà così anche ad Aprile, a Maggio, a Giugno. Ciò significa il fallimento. Tanto vale provare…

Esagerano? Il Governo Conte bis li smentisca. Non con gli annunci in televisione, però: con i fatti!

 

 

 

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