Diciamolo con chiarezza: alla Ue che affonda dell’Italia non gliene può fregare di meno!

25 marzo 2020

Ci vuole molto a capire che non solo l’attuale Governo, ma l’attuale livello della politica italiana non è in grado di affrontare un’emergenza sanitaria ed economica così grave? Ci vuole molto a capire che nell’Unione europea nemmeno ci considerano e ci scippano anche le mascherine? Ma dove deve arrivare il Belpaese in queste condizioni? 

Non abbiamo capito il perché il Governo italiano ha tirato fuori la storia del 31 Luglio. Così come ci sfugge il perché i vertici dell’INPS abbiamo avvertito l’esigenza di dire agli italiani che i soldi per le pensioni ci sono fino a Maggio… Sono i misteri di un Paese dove sta diventando impossibile rintracciare il capo e la coda…

Un tema comunque c’è: il finanziamento dello Stato italiano finito nella ‘trappola’ dell’Eurozona a trazione tedesca. Poco più di una settimana fa il nostro Economicus ha lanciato una proposta, invitando i governanti italiani a trattare un prestito con Cina, USA e Russia per pagare il debito pubblico o uscire subito dall’euro e dall’Unione europea.

L’avranno preso per matto? Probabilmente. Ma – credeteci – gli attuali comandanti in capo dell’Italia, in questo momento, rispetto alla crisi economica provocata dal Coronavirus, non sanno che pesci prendere.

Il destino ha voluto che la parte politica italiana che ha imprigionato l’Italia nella moneta unica europea si trovi adesso a gestire, in condizioni di gravissima emergenza sanitaria ed economica, un passaggio delicatissimo: il finanziamento dello Stato italiano per sopravvivere alla pandemia e alla crisi economica che si è già aperta.

Con molta probabilità, se l’attuale Governo italiano non avesse dato retta agli industriali del Centro-Nord Italia e avesse chiuso tutto l’1 Marzo (ma proprio tutto, lasciando aperti solo ospedali, alimentari e informazione), il Belpaese non si troverebbe nella condizione di grandissima difficoltà in cui è ormai precipitato.

Era il momento di scegliere tra economia e salute: invece il Governo Conte bis ha tergiversato tra economia e salute. Con il risultato che, alla fine, ha ottenuto risultati disastrosi in economia e nella salute.

E ora? Le due cose sono legate. Ma la cosa principale, in questo momento, è trovare i soldi per andare avanti con un sistema economico che si va spegnendo.

Prima si fermerà il sistema economico, prima si attenuerà la pandemia da Coronavirus. Con la prospettiva che, una volta eliminato, il virus potrebbe tornare, com’è avvenuto in Vietnam, dove il sistema sanitario pubblico è eccezionale, tant’è vero che sono riusciti, in due mesi di chiusura totale, ad eliminarlo del tutto. Ma il virus è ricomparso non appena hanno aperto le frontiere ai turisti: tant’è vero che sono subito corsi ai ripari.

Ma il tema che vogliamo trattare oggi non è – con l’avvento nel mondo delle nuove pandemie – la probabile fine della libera circolazione delle persone e delle merci. Il tema cruciale, oggi, è – lo ribadiamo – come l’Italia si dovrà finanziare in un momento di gravissima crisi sanitaria ed economica, dal momento che i ‘geni’ della politica della Seconda Repubblica hanno infognato l’Italia in un sistema di monetazione a credito, dove ci si indebita sul mercato finanziario internazionale per pagare i medici, i professori di liceo e via continuando.

“Il finanziamento da parte dello Stato della ripresa dell’attività economica e sociale – ha ricordato qualche giorno fa scenarieonomici.it – presuppone che lo Stato stesso reperisca le famose ‘risorse’, cioè una quantità di moneta avente corso legale (cioè che tutti i soggetti viventi sul territorio dello Stato debbano accettare come mezzo di pagamento), corrispondente al “valore” del sostegno che si dovrà intraprendere. In una situazione istituzionale normale, lo Stato, di fronte a un’esigenza straordinaria, si riserva la facoltà, anzi che di chiedere in prestito tale denaro al sistema privato finanziario, di provvedere direttamente a creare questa moneta, coordinandosi con la Banca centrale nazionale: quest’ultima, sia attraverso la sottoscrizione integrale e immediata dei titoli emessi dal Ministero del Tesoro di tale Stato, sia attraverso la dazione diretta di moneta agli apparati statali (c.d. scoperti di conto), accrediterà allo Stato tutta la moneta necessaria, sostanzialmente creandola ‘elettronicamente’ dal nulla”.

Come chi segue i fatti economici italiani sa, nel 1981, due ‘geni assoluti’ della vita pubblica italiana – l’allora Ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta, e l’allora Governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, contro il parere del Psi di Bettino Craxi e Rino Formica – imposero il ‘divorzio’ tra Banca d’Italia e Tesoro, privando l’Italia dell’autonomia monetaria.

Poi sono arrivate Tangentopoli (che ha eliminato la classe dirigente che avrebbe impedito ‘l’incaprettamento’ dell’Italia nei parametri del Trattato di Maastrich) e il sistema euro controllato dai tedeschi. Tombola!

Così, oggi, come leggiamo sempre su scenarieconomici.it, “non siamo in una situazione istituzionale normale, poiché abbiamo aderito all’eurozona: ciò comporta che lo Stato italiano non disponga di una banca centrale che emette una moneta nazionale, e che, comunque, fatto ancora più importante, sia la sottoscrizione di titoli emessi dal tesoro, sia il diretto trasferimento di liquidità monetaria allo Stato, da parte della Banca Centrale Europea, siano espressamente e rigorosamente vietati dal Trattato (art.123 TFUE)”.

E adesso che si fa? Noi – lo ribadiamo – prima che iniziasse la sceneggiata di Commissione europea, Eurogruppo, BCE e altre più o meno massoniche e fallimentari istituzioni europee abbiamo capito che la Ue non avrebbe aiutato l’Italia né per l’emergenza sanitaria, né per l’emergenza economica.

Ed è proprio per questo che Economicus ha lanciato la proposta di un prestito di Cina, USA e Russia con contestuale abbandono di euro e Unione.

Ma l’attuale Governo italiano insiste. Il capo del Governo Conte, a cadenza fissa, ci ‘illumina’ con la sua retorica da Libro Cuore. L’Europa ‘unita’ non si tocca, siamo un grande Paese, ce la faremo se restiamo uniti e bla bla bla.

Le cronache registrano pure l’intervento di un altro ‘statista’, Nicola Zingaretti, segretario del PD, che ha detto:

“Bene le scelte della Commissione europea e dalla Banca Centrale Europea per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Decisioni prese grazie anche alla spinta, all’impegno e alla forza dell’Italia. Ora è chiaro a tutti. Al contrario di tante sciocchezze dette in questi anni, la verità è che senza Europa non ce l’avremmo mai fatta”.

Quali siano le scelte adottate da Commissione europea e dalla Banca Centrale Europea per fronteggiare l’emergenza Coronavirus non si sa, visto che ancora non sono state adottate: ma Zingaretti, che vede il futuro come le Pizie, le conosce già…

Secondo voi gli italiani l’hanno capito che, se la Ue non decide cosa fare, l’Italia, a Maggio, sarà nei ‘casini’, dal momento che si è consegnata all’Europa dell’euro che ci detesta?

Il Ministro dell’Economia, lo storico Roberto Gualtieri, vorrebbe i soldi da un MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) ‘addomesticato’, senza le condizionalità. I tedeschi hanno fatto finta di dire sì, ma hanno incaricato gli olandesi di dire no. Una farsa.

Tornano gli Eurobond pensati oltre un decennio fa dall’allora Ministro dell’Economia italiano, Giulio Tremonti. Ma chi dovrebbe garantirli?

Si parla di liquidità per 700 miliardi di euro da parte della BCE la cui presidente, Christine Lagarde, dovrebbe essere già a casa dopo quello che ha combinato all’Italia e alle banche. Ma la signora è ancora lì.

E il gioco va: MES sì, MES no, Eurbond sì, Eurobond no, BCE sì, BCE no… E i giorni passano…

La verità è che in Europa non sanno che fare. O meglio, non vogliono ‘fare’. Ogni Paese intrappolato nell’Eurozona pensa per sé. Dell’Italia – questo ormai dovrebbe essere chiaro – nella Ue non gliene frega niente a nessuno.

In un Italia normale, in un momento così difficile, Massimo D’Alema sarebbe già Ministro degli Esteri e Giulio Tremonti sarebbe già Ministro dell’Economia. Invece agli Esteri ci sono Luigi Di Maio e all’Economia Roberto Gualtieri.

E la nave va, dove non si sa…

 

 

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