Caos sullo Stretto: il sindaco di Messina Cateno De Luca parla di “depistaggio di Stato”

24 marzo 2020

Quaranta persone sono ferme da ieri pomeriggio a Villa San Giovanni: i passeggeri non hanno i documenti in regola per imbarcarsi verso la Sicilia. Lo leggiamo in un articolo sul Giornale di Sicilia on line

A quanto pare il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e il sindaco di Messina, Cateno De Luca, non hanno torto. E non ha torto nemmeno il segretario generale del sindacato autonomo ORSA, Mariano Massaro, che racconta che in Sicilia, da quando è esplosa l’emergenza Coronavirus, sono arrivare dal Nord Italia oltre 40 mila persone.

La verità è che, da quando si sta applicando il Decreto del capo del Governo italiano, Giuseppe Conte, che impedisce alle persone gli spostamenti da un Comune all’altro, a Villa San Giovanni, in Calabria, sta scoppiando il caos.

Lo leggiamo in un articolo pubblicato dal Giornale di Sicilia on line:

“Quaranta auto sono ferme da ieri pomeriggio nel piazzale dell’Anas, a Villa San Giovanni, perché i passeggeri non avevano i documenti in regola per imbarcarsi verso la Sicilia. In Calabria c’è il caos con le vetture che hanno anche bloccato il traffico dei mezzi pesanti, occupando il piazzale”.

Quindi il presidente Musumeci e il sindaco di Messina non hanno torto quando affermano che, nell’area dello Stretto, mettiamola così, c’è un po’ di confusione…

A Villa San Giovanni, leggiamo sempre sul Giornale di Sicilia, ci sono 80 persone di cui 20 minori. La notizia è stata comunicata dal sindaco De Luca durante la diretta Facebook.

Il primo cittadino di Messina va all’attacco:

“Sono sbalordito – leggiamo sempre sul Giornale di Sicilia – non pensavo che ci fossero ferme tutte queste auto. Nessuno mi aveva detto nulla, questo è un depistaggio di Stato. Ieri non hanno fatto passare queste auto perché sapevano che erano irregolari e noi le avremmo bloccate. Il Viminale non ci ha dato questa notizia, da ieri c’era il divieto assoluto di spostarsi dai Comuni e queste auto non dovevano trovarsi lì. Perché ieri i Prefetti non erano informati?”.

Tre domande da cento punti cadauna.

Prima domanda: quante altre persone – nonostante il divieto di spostarsi da un Comune all’altro causa emergenza Coronavirus – pensano ancora di sbarcare in Sicilia attraversando lo Stretto di Messina?

Seconda domanda: le automobili ferme a Villa San Giovanni sono arrivate prima o dopo l’entrata in vigore del Decreto governativo che vieta lo spostamento da un Comune all’altro?

Terza domanda: di queste auto dirette in Sicilia senza documenti in regola non ne dovrebbero arrivare più, vero?

Infine una proposta: non ne dovrebbero arrivare più. Ma se ne dovessero arrivare ancora, di persone, in numero contenuto, senza eccessivo ‘bordello’, non si potrebbe trovare un luogo – magari due luoghi: uno a Villa San Giovanni e uno a Messina – dove sistemarli in quarantena a spese del Ministero degli Interni?

 

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