Crisi economica da Coronavirus: la Germania si “auto-regala” 550 miliardi di euro, l’Italia chiede “l’elemosina”/ MATTINALE 460

16 marzo 2020

Ai soliti ‘europeisti’ italiani non va proprio a genio di passare come coloro i quali sono rimasti a fare la guardia al bidone (dove il bidone è l’Unione europea dell’euro). Così, a fronte di una Germania che aggira a bella posta i vincoli economici imposti agli altri Paesi della Ue dell’euro, cercano cavilli per giustificare i 550 miliardi di euro che la Germania si sta “auto-regalando” (e per giustificare se stessi: mai ammettere di avere sbagliato tutto…)    

I cosiddetti “europeisti” italiani, che hanno nel proprio Dna la vocazione al martirio (non solo il proprio martirio, del quale non ce ne può fregare di meno, ma del martirio che viene comminato al popolo italiano, vera vittima dell’attuale, fallimentare quanto truffaldina Unione europea dell’euro), in punta di dottrina economica, contestano gli articoli e i video che abbiamo pubblicato sulla nuova trovata dei tedeschi, che hanno sperimentato il modo, ancora una volta, di aggirare il “rigore economico” e i “conti in ordine” che hanno imposto a quasi tutti gli altri paese caduti nella ‘trappola monetaria dell’euro.

Questi legulei delle’regole’ economiche europee (che, detto per inciso, dai primi anni ’80 del secolo passato, quando la Ue si chiamava ancora Cee, sono solo volgari imbrogli: basti pensare al sistematico aggiramento del “Principio di preferenza comunitario”che creava già problemi all’agricoltura del Sud Italia oltre 30 anni fa: agrumi africani in Europa a dazio zero in cambio di forniture industriali all’Africa) cavillano sui 550 miliardi di euro che la Germania si accinge a immettere nel proprio sistema economico per fronteggiare la crisi provocata dal Coronavirus.

Proviamo a rispondere a questi ‘economisti’.

Dicono, questi ‘europisti’, che i 550 miliardi di euro non sono soldi che metterà sul piatto il Governo tedesco: sono solo garanzie che lo Stato tedesco attiverà in favore della banca pubblica, naturalmente tedesca, KfW (si tratta di una banca per lo sviluppo posseduta all’80% dallo Stato tedesco e al 20% dai Länder). E’ questa banca che fornirà alle imprese tedesche in crisi i 550 miliardi di euro.

Ma cosa cambia se a garantire l’operazione è lo Stato tedesco? E – soprattutto – perché questa operazione la sta facendo solo la Germania e non la fanno anche tutti gli altri Paesi europei che hanno aderito all’euro?

I 550 miliardi di euro – che sono una cifra enorme – ci ‘spiegano’ gli europeisti, non è, almeno formalmente, spesa pubblica da conteggiare come tale: almeno non lo è nell’immediato. C’è, sì, la garanzia del Governo tedesco, che dovrà tirare fuori i soldi solo se, in futuro, la banca tedesca coinvolta in questa operazione non dovesse essere in grado di riscuotere i crediti che erogherà alle imprese tedesche.

Detto questo, alcune domande agli ‘europeisti’ italiani sempre pronti a difendere la Germania (e quasi mai l’Italia): in termini macroeconomici cosa cambia?

Ancora: il sistema bancario tedesco non è, per caso, quello che, nel 2011 e nel 2012, durante la crisi della Grecia, ha di fatto ‘arraffato’ quasi tutti gli ‘aiuti’ dati alla stessa Grecia dall’Europa? (se non ricordiamo male, circa 250 miliardi di euro).

Il sistema bancario tedesco non è quello che, qualche anno fa, è stato ‘aiutato’ dall’Unione europea con quasi 200 miliardi di euro, mentre alle banche italiane venivano imposti i vincoli di Basilea? (che hanno significato, giusto per essere chiari, difficoltà enormi, fino al fallimento, per migliaia di imprese italiane, costrette dalle banche del nostro Paese a restituire i crediti in tempi strettissimi!).

Il sistema bancario tedesco non è lo stesso che è esposto per circa 50 mila miliardi di euro in ‘derivati’, anche se quasi nessuno parla?

Quindi, se due più due fa ancora quattro, alla Germania e alle sue banche tutto è consentito?

Se andiamo indietro nel tempo – basta solo un po’ di memoria – scopriremo che la Germania non è nuova a questi trucchi contabili che mette in atto per aggirare le regole che gli altri Paesi dell’euro debbono rigorosamente rispettare. Proprio mediante la KfW i governi tedeschi hanno fatto il bello e il cattivo tempo per agevolare le piccole e media imprese tedesche, facendo concorrenza alle piccole e medie imprese italiane tra finanziamenti a tassi agevolati e aiuti vari per le infrastrutture locali e sociali, aiuti per l’export e via continuando.

Tutte agevolazioni che in altri Stati dell’Unione verrebbero conteggiati come spesa pubblica. Grazie a questi ‘magheggi’ la Germania presenta il proprio sistema come il migliore d’Europa. non ne sono, ad esempio, molto convinti gli americani, che, non a caso, hanno ottenuto una vittoria al WTO (World Trade Organization), appioppando a tutta l’Europa, a causa degli aiuti all’industria corretti di Germania e Francia, 700 miliardi di dollari di dazi doganali.

Ciò che la Germania fa con i ‘sudditi’ dell’Unione europea dell’euro, pronti (o proni?) ad ubbidire, non gli è riuscito con gli USA, che stanno facendo ai tedeschi ‘un mazzo così’, tra dazi doganali e la spada di Damocle dei migranti sul confine turco.

Detto questo, in piena emergenza Coronavirus la Germania ripresenta il solito trucco contabile targato KfW, mentre l’Italia – un Paese europeo a caso… – in queste ore elemosina 25 miliardi di euro a debito (tassi inesistenti, certo, ma sempre a debito) che non serviranno a nulla, a fronte delle dimensioni spaventose della crisi economica italiana provocata dal Coronavirus (ma di questo scriveremo più tardi).

Torna la domanda: perché gli altri Paesi che hanno aderito all’euro non fanno quello che fa la Germania, invece di continuare a indebitarsi? La CDP italiana non potrebbe fare la stessa cosa? Sì e no.

La CDP italiana è una società per azioni e deve operare a condizioni di mercato. Potrebbe essere trasformata, subito, in una banca pubblica? Sì: se la Germania ha le banche pubbliche perché l’Italia non dovrebbe avere banche pubbliche?

L’Italia, prima della disgraziata legge Amato di fine anni ’80, aveva tante banche pubbliche che sostenevano l’economia reale. Ma le ha privatizzate tutte. Sacrificando tutte le grandi banche del Mezzogiorno d’Italia per salvare banche del Centro Nord Italia. Poi consegnate, in buona parte, a soggetti esteri. Chiedetevi il perché è avvenuto tutto questo. Approfondite. E vi spiegherete il perché oggi la Germania, con il credito, fa quello che vuole, mentre l’Italia annaspa nel primo coro dell’Adelchi…

 

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