La mossa di Erdogan: ‘incasinare’ l’Europa a partire dal suo anello debole: la Grecia

1 marzo 2020

Non c’è solo il Coronavirus a creare problemi alla Ue. Come I Nuovi Vespri hanno ipotizzato nell’Ottobre dello scorso anno, il premier turco, Erdogan, sta utilizzando la gran massa di migranti bloccati al confine con l’Europa come strumento di ‘azione’ politica. In queste ore alcune migliaia di migranti si stanno dirigendo verso la Grecia, tra le proteste dei cittadini greci. Che fine hanno fatto i protettori dei migranti? 

di Economicus

A parte qualche articolo, non c’è, in questo momento, una grande informazione sulle nuove mosse del premier della Turchia, Erdogan. Eppure non si tratta di una cosa da nulla. E’ noto che il Governo turco tiene bloccati oltre 3 milioni e mezzo di migranti, in maggioranza siriani, ma anche afghani e iracheni. La notizia è che una parte – per ora minima – di questi migranti fino ad oggi bloccati in Turchia ha cominciato a muoversi verso la Grecia e, in parte, anche verso la Bulgaria.

Quando nell’ottobre dello scorso anno il direttore di questo blog ha pubblicato un po’ perplesso un mio articolo in cui illustro che i migranti da dirottare in Europa sarebbero diventati uno strumento di ‘azione’ politica di Erdogan, ebbene, sono stati in molti a manifestare dubbi e alcuni mi hanno anche preso per matto.

Quello che sta succedendo oggi al confine tra Turchia e Grecia in queste ore non si allontana molto dalle mie previsioni. Ho scritto che il flusso di migranti eventualmente lasciati passare dalla Turchia potrebbe invadere l’Europa orientale, Germania compresa. Per ora i migranti cominciano a invadere la Grecia. Vediamo che succederà nei prossimi giorni e nelle prossime settimane. 

Il fatto che il flusso di migranti – che per ora è solo all’inizio – stia interessando la Grecia significa poco: non è in un Paese povero come la Grecia che i migranti si fermeranno.

“Il ministro dell’Interno turco, Suleyman Soylu – leggiamo su TGCOM24 – ha twittato che fino a questa mattina sono già 76.358 migranti che hanno lasciato la Turchia, via la provincia di Edirne, dove si trova la città di Pazarkule, nel nord della Turchia, al confine tra Grecia e Bulgaria”.

Non si tratta di un piccolo numero, anche se è quasi nulla rispetto ai 3 milioni e 600 mila migranti ammassati nel confine turco.

Molto più crudo quanto scrive scenarieconomici.it:

“La Grecia sta ormai andando a rotoli presa fra il martello turco e l’incudine di un’Europa vigliacca che ha abbandonato il debole governo popolare, e soprattutto il popolo ellenico, al proprio destino. Non hanno più nulla, non c’è nulla da spremere o rubare, e che vadano al diavolo. Quest’ultima crisi si genera dalle tensioni fra Siria, Russia e Turchia pr Idlib. La Turchia, sconfitta praticamente sul campo dall’alleanza fra Assad e Putin, cerca di reagire coinvolgendo la NATO, ma sia gli USA sia i Paesi europei non vogliono essere coinvolti in una guerra che coinvolge un territorio fuori dall’Alleanza,per difendere dei terroristi. Ecco allora che Erdogan scatena l’arma finale: apre i cancelli ai rifugiati siriani, sia già presenti al confine con Grecia e Bulgaria, sia di nuova provenienza dalla Siria, e permette, anzi incentiva, l’invasione verso l’Europa”.

In Grecia come stanno prendendo l’arrivo di nuovi migranti? A quanto pare male:

“Da un lato – leggiamo sempre su scenarieconomici.it – aumenta la pressione dei migranti e dei rifugiati alla frontiera. Dall’altro la popolazione greca è esasperata e ci sono state violente proteste e rivolte nelle isole, soprattutto a Chios, quando il governo ha annunciato la volontà di aprire nuovi centri per i migranti… Per uscire da questa situazione il governo dovrebbe sigillare le frontire e minacciare una risposta militare contro la Turchia in quella che è, a tutti gli effetti, un’invasione ‘Barbaric style’. Purtroppo il governo di Nuova Democrazia, un partito popolare alleato con la tentennante e turcofila Merkel non è in grado di prendere delle decisioni chiare. Del resto si trova quasi isolato in un’Europa che lo appoggia solo a parole, senza muovere un soldo o un soldato. Un governo serio chiederebbe aiuto agli USA, ma Macron ormai è più antiamericano di Putin ed in Europa non esiste nessuno in grado di contraddirlo. I poveri greci quindi stanno pagando le colpe di tutti”.

Avvenire.it, giornale che segue molto bene quanto sta avvenendo al confine tra Turchia e Grecia, scrive:

“Dal punto di vista umanitario, siamo sull’orlo di una tragedia difficilmente gestibile, da quello diplomatico a pochi giorni dall’incontro fra Erdogan e Putin, si è ancora lontani da una de-escalation nel nord della Siria che freni anche il flusso migratorio verso il confine turco, e, di conseguenza, verso l’Europa. La frontiera greca, però, rimane blindata e si prepara a respingere un numero che supera già le 20mila persone. Tale cifra potrebbe aumentare esponenzialmente nelle prossime ore. I poliziotti hanno respinto a suon di cariche e lacrimogeni circa 4mila migranti che sognavano di passare sul territorio dell’Unione Europea. I quali hanno reagito lanciando pietre”.

La situazione, insomma, si complica. Putin è un alleato di Assad: ma questo non significa che incontrando Erdogan i problemi si risolvano.

La realtà è che nelle isole greche – soprattutto a Lesbo, Samos e Leros – i migranti lì presenti vivono in condizioni disumane.

“Non va meglio in Turchia – scrive sempre Avvenire.it – dove, nella città di Istanbul, i biglietti per gli autobus diretti verso il confine sono ormai oggetto di contrabbando, con famiglie intere disposte a pagare anche un prezzo maggiorato pur di partire. Fonti sul posto hanno rivelato ad Avvenire che alcuni pullman sono messi a disposizione direttamente dal governo di Ankara, ben felice di favorire lo spostamento di migranti, non solo siriani, ma anche afghani e pachistani”.

Leggiamo ancora su Avvenire.it:

“«Le nostre frontiere verso l’Europa resteranno aperte», ha affermato Erdogan, che ieri ha parlato al telefono con il premier ungherese Viktor Orban, il quale, dopo il colloquio, ha rafforzato la frontiera con la Serbia, segno che il panico sul confine greco è destinato a espandersi presto anche nel cuore dell’Europa”.

Un’invasione di migranti in Europa mentre nella stessa Europa si affronta l’emergenza Coronavirus. Non è una bella prospettiva. Anzi.

Foto tratta da Avvenire

QUI L’ARTICOLO DI SCENARIECONOMICI.IT

QUI L’ARTICOLO DI AVVENIRE.IT

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