Cosa insegna il Coronavirus: evitare la folla dei grandi Centri commerciali/ MATTINALE 543

25 febbraio 2020

Il Coronavirus è sicuramente un’emergenza alla quale prestare la massima attenzione. Importante è non frequentare luoghi affollati. Noi siciliani e meridionali in generale abbiamo la possibilità di dare anche una mano alla nostra economia, valorizzando i nostri piccoli negozi artigianali, evitando la folla dei grandi Centri commerciali 

Se provate a fare una ricerca sulla rete a proposito di cosa fare per ridurre la possibilità di contagio, tra i tanti avvertimenti troverete un’indicazione precisa: evitare i luoghi affollati. E’ lo stesso consiglio che diede alla popolazione nel 1575 il grande medico siciliano Gianfilippo Ingrassia, quando la peste colpì la nostra Isola. Come abbiamo raccontato ieri, venne debellata in breve tempo, con danni tutto sommato lievi, proprio grazie ai metodi adottati da questo grande medico.

Il consiglio è sempre valido. In queste ore le cronache ci consegnano, almeno nelle aree a rischio del Nord Italia, gli scaffali dei Centri commerciali vuoti. Scene comprensibili, visto che in queste città vige una sorta di ‘coprifuoco’.

Però, se è vero che è consigliabile di non frequentare i luoghi affollati, ebbene, allora è meglio evitare anche la folla dei Centri commerciali. Il Coronavirus desta preoccupazione, certo: ma non è molto razionale affollare i Centri commerciali: la spesa, se ci riusciamo, facciamola nei piccoli negozi artigianali.

Eh sì: questa emergenza – che è sicuramente un fatto negativo – ci dà una grande opportunità: dare una mano alla nostra economia, sostenendo i piccoli negozi artigianali e le produzioni locali, e non i Centri commerciali che, spesso, fanno capo a gruppi che poco o nulla hanno a che vedere con il nostro territorio. Luoghi dove ci convincono, con offerte mirabolanti, ad acquistare cibi che arrivano da chissà dove, prodotti chissà come.

Di chi ci dobbiamo fidare in un momento così delicato? Non certo di chi ha interessi economici a non bloccare le feste dove si ritrovano migliaia di persone. In queste ore va lodato il sindaco di Agrigento, Calogero ‘Lillo’ Firetto, che ha avuto il coraggio di bloccare la ‘Sagra del Mandorlo in fiore’. Immaginiamo quanto gli sia costato adottare un provvedimento del genere: ma l’ha fatto nell’interesse della popolazione, a tutela della salute pubblica.

I politici che ci dicono di non preoccuparci e di continuare a frequentare feste e luoghi affollati – o, magari, i politici che in modo sobrio dicono che non è il caso di bloccare le manifestazioni dove si ritrovano tante persone – lasciateli perdere. Ribadiamo: meglio evitare i luoghi affollati.

Ricordiamoci che questa emergenza Coronavirus, a Dio piacendo, durerà qualche mese, almeno sino alla primavera inoltrata.

Dopo di che non possiamo non segnalare la superficialità e il pressappochismo dell’attuale Governo nazionale. La rete, oggi, consente di monitorare, per filo e per segno, tutto quello che è successo nei giorni, nelle settimane e nei mesi precedenti: basta effettuare semplici ricerche e leggere gli articoli di più giornali dei giorni passati.

Ebbene, sappiate che l’allarme sui possibili pericoli del Coronavirus è stato lanciato da alcuni studiosi subito dopo l’Epifania. Uno degli scienziati a dire con parale chiare che la situazione si stava mettendo male è stato Roberto Burioni.

Ma se andate a vedere di cosa si sono occupati dall’8 di Gennaio sino alla fine di Gennaio i nostri bravi governanti, vi accorgerete che l’argomento, oggetto di aspre discussioni, è stata la riforma della prescrizione: argomento serissimo, per carità.

Il problema è che, per oltre 20 giorni, sino alla fine di Gennaio, il Coronavirus non è stato trattato come una questione di emergenza. Solo il 31 Gennaio il Governo Conte bis ha deciso di bloccare i voli in arrivo dalla Cina. Provvedimento tardivo e sbagliato. Perché scriviamo provvedimento sbagliato?

Perché si è trattato di una scelta che ha ignorato le raccomandazioni diffuse in quegli stessi giorni dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Basti pensare a cosa ha dichiarato Walter Ricciardi, componente del consiglio esecutivo dell’Oms:

“Paghiamo il fatto di non aver messo in quarantena da subito gli sbarcati dalla Cina. Abbiamo chiuso i voli, una decisione che non ha base scientifica, e questo non ci ha permesso di tracciare gli arrivi, perché a quel punto si è potuto fare scalo e arrivare da altre località”.

Già, gli arrivi di cinesi da altre località: cosa che ci è stata confermata ieri, al telefono, dal senatore Saverio De Bonis, che per lavoro si è trovato in alcuni aeroporti italiani osservando l’arrivo di tanti cinesi:

“Mi è capitato più volte di ritrovarmi in compagna di tanti cinesi con le mascherine – ci dice De Bonis -. non arrivavano dagli aeroporti cinesi, ma dalla Russia e dalla Turchia”.

Non abbiamo capito il comportamento dell’attuale Ministro della Salute-Sanità, Roberto Speranza. E’ stato tra i primi – questo lo dobbiamo riconoscere – a segnalare il pericolo che il Coronavirus possa invadere l’Africa. Considerazione assolutamente razionale e condivisibile.

La Cina, come abbiamo scritto più volte in questi giorni, è il primo partner commerciale dell’Africa: in Africa vivono milioni di cinesi che hanno rapporti con il proprio Paese di origine. Servirebbe molta cautela.

Detto questo, il Governo al quale fa capo Speranza, appena qualche giorno fa, ha autorizzato lo sbarco di 274 migranti a Pozzallo!

Solo ieri, al termine del vertice tenuto a Catania, il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, ha detto:

“Quanto ad eventuali arrivi di navi con migranti sulle coste siciliane, appare indispensabile che l’obbligatorio periodo di quarantena venga effettuato a bordo, con tutti i necessari controlli sanitari approntati dalle autorità competenti”.

Non sarebbe stato più corretto affermarlo prima dello sbarco dei migranti a Pozzallo?

Foto tratta da Il Secolo XIX

 

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