Palermo-Agrigento: altri appalti in salsa romana e bolognese. E i sodi spesi fino ad oggi? Futtitinni!/ MATTINALE 535

16 febbraio 2020

Sono tre, fino ad oggi, i miliardi spesi per le ‘nuove’ strade Palermo-Agrigento e Agrigento-Caltanissetta. La notizia è che non sapremo mai chi fine ficiru ‘sti picciuli. In compenso arrivano altri appalti dal sapore neo-coloniale. De resto, nel Sud del tragicomico ‘Piano per il Sud’ di Conte e Provenzano con sullo sfondo il mare di Trieste cosa ci potrebbe essere di diverso?

Per il Sud, dall’attuale Governo nazionale Conte bis, c’è poco o nulla (a parte le chiacchiere e le foto del mare di Trieste). E per la Sicilia, Regione ad Autonomia speciale mai applicata, c’è ancora meno. E, soprattutto, la Sicilia rimane un luogo senza verità.

In questa assenza di verità brilla la luce del Movimento 5 Stelle: quelli che avrebbero dovuto aprire l’Italia come una scatoletta di tonno si limitano a mettere le pezze: un pezza qua, una pezza là…

Se il capo del Governo Giuseppe Conte e il Ministro per il Mezzogiorno, Giuseppe Provenzano, annunciano un mirabolante ‘Piano per il Sud’ da 100-120 miliardi di euro in dieci anni (alla fine, 10-12 miliardi di euro all’anno, quando, tra scippi ordinari e Autonomia differenziata a regime, lo Stato italiano toglierà ogni anno al Sud oltre 110 miliardi all’anno: ma Conte e Provenzano forse pensano, come un noto esponente del PD milanese, che qui in Sicilia e, in generale, nel Sud non sappiamo far di conto…), il vice Ministro delle Infrastrutture, Giancarlo Cancelleri, dopo il nulla di fatto sul caro biglietti aerei rifilato ai siciliani, mette una pezza sulla strada Palermo-Agrigento in eterna costruzione. 

Ci dice che i lavori bloccati su questa strada sono una delle più grandi vergogne d’Italia. E parla dei danni economici che il blocco dei lavori ha provocato alla nostra Isola. Tutto vero.

Poi annuncia che il Governo del quale fa parte, bontà sua, ha riassegnato quattro degli sette lotti.

Per la cronaca, per la realizzazione della strada Palermo-Agrigento e della strada Agrigento-Caltanissetta, fino ad oggi, sono stati spesi 3 miliardi di euro. Sì avete letto bene: 3 miliardi di euro! 

Che fine hanno fatto questi soldi? Argomento che non interessa nessuno. Ed è anche logico: il ‘manico’ è stato nelle mani di una certa parte politica: quella parte politica che, in Sicilia, non paga mai il dazio: meglio soprassedere. 

Anzi meglio riassegnare gli appalti. A chi? A due gruppi non siciliani…

Insomma, tutto come prima, anzi meglio di prima. Ecco la saldatura tra Movimento 5 Stelle e la ‘sinistra’. E i sindacati contenti: ragazzi, il gioco ricomincia: riassorbimento manodopera, magari nuove assunzioni, Cassa integrazione: sì, tutto come prima: olé!

Buone notizie anche per l’autostrada Palermo-Messina: 2 milioni e mezzo di euro per le gallerie Tindari e Messina. I soldi li mette la Regione siciliana. Tutto giusto, visto che questa autostrada è gestita dal CAS, il Consorzio Autostrade della Sicilia: che, però, invece di pensare ai Paperoni, potrebbe utilizzare meglio ciò che ha: ma va bene lo stesso. 

Non va bene, invece, che la Regione siciliana continui a mettere soldi per le strade provinciali. E’, questa, una competenza delle ex Province della Sicilia alle quali il Governo nazionale ha scippato un sacco di soldi senza mai restituirli. Scippo avvenuto ai tempi del Governo Renzi: scippo confermato dal Governo Gentiloni e dal Governo tra grillini e leghisti.

Restituita solo una minima parte dello scippo dall’attuale Governo Conte bis che, magari, vuole pure essere ringraziato per non aver confermato lo scippo dei predecessori.

Nel complesso, Sicilia trattata a pesci in faccia anche dall’attuale Governo nazionale. Inesistenti, se non per qualche ‘pezza’ (tipo la Palermo-Agrigento nelle mani di romani e bolognesi), i Ministri a vice ministri siciliani. Non pervenuti i parlamentari nazionali eletti in Sicilia (ma di cosa si occupano?).

Meno male che ci pensano gli americani alla nostra Isola. Che, alla fine, in Sicilia tengono famiglia tra la base militare di Sigonella e il MUOS a Niscemi. Niente dazi doganali per i vini siciliani esportati nella terra di Trump. Un regalo ai pochi, blasonati produttori di vino dell’Isola. Mentre le cantine sociali e migliaia di piccoli produttori di uva da vino della nostra Isola stanno fallendo. Ma di questo non gliene frega niente a nessuno.

 

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