Cosimo Gioia: “Gli agricoltori siciliani non hanno nulla a che spartire con gli autotrasportatori”

8 gennaio 2020

Agricoltore, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia, spiega perché, ieri, gli agricoltori non sono scesi in piazza per protestare insieme con gli autotrasportatori: “Cosa abbiamo in comune con chi porta in Sicilia il grano canadese al glifosato?”. La critica al Movimento 24 Agosto: “Troppa filosofia e pochi fatti concreti”

“Mi spiegate per favore il perché gli agricoltori, ieri, avrebbero dovuto scendere in piazza insieme con gli autotrasportatori? Cosa abbiamo in comune noi gli agricoltori con tale categoria?”.

Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia, è abituato a dire le cose con chiarezza: e anche questa volta parla senza peli sulla lingua.

Allora, ci spiega come stanno le cose? Noi pensavamo che anche gli agricoltori siciliani verranno colpiti dall’aumento del 25 per cento del costo dei trasporti marittimi. 

“Questo è anche vero, ma la protesta con gli autotrasportatori è un’altra storia”.

Perché?

“Perché gli interessi degli agricoltori siciliani non collimano con gli interessi degli autotrasportatori. Perché dovremmo appoggiare una categoria che fa arrivare in Sicilia il grano canadese? Per loro, questo lo capisco, è lavoro. Per noi, invece, il grano canadese è la rovina: abbassa i prezzi del nostro grano e porta sulle tavole dei siciliani prodotti a base di glifosato. Potrei continuare con le lenticchie e, in generale, con i legumi canadesi, con il pomodoro cinese, con l’olio d’oliva tunisino o deodorato, con gli agrumi spagnoli e argentini, con le nocciole turche e via continuando. Gli agricoltori siciliani e, in generale del Sud Italia debbono protestare: ma non insieme con gli autotrasportatori”.

Cosa bisognerebbe fare, allora? 

“L’ho detto e lo ripeto: serve un soggetto politico del Sud che si intesti le battaglie politiche, economiche e sociali del Sud. Ma questo soggetto ancora non c’è”.

In realtà c’è il Movimento 24 Agosto per l’equità Territoriale di Pino Aprile.

“Sì, sulla carta c’è: ma solo sulla carta”.

In che senso?

“Nel senso che, con rispetto parlando, Pino Aprile e il suo gruppo, più che politici, a me ricordano i filosofi”.

Anche la filosofia è importante.

“Assolutamente d’accordo: senza filosofia non si va da nessuna parte. Ma alla filosofia devono seguire i fatti concreti. Ora, nel Movimento 24 Agosto vedo e leggo tante cose: ma di concreto cosa c’è? Perché Pino Aprile non viene in Sicilia per illustrare cosa intende fare? Quando parlo di un soggetto politico del Sud faccio riferimento a un movimento in grado di fare sintesi politica. Il movimento deve raccogliere le istanze dei territori e dare unità all’azione politica. Altrimenti ognuno se ne va per i fatti propri e non si capisce più niente”.

Cambiamo argomento: lei è stato il primo a porre la questione del costo eccessivo dei biglietti aerei da e per la Sicilia. 

“Ricordo benissimo la mia denuncia: Giugno dello scorso anno: avrei dovuto pagare quasi 500 euro per un biglietto aereo di andata e ritorno. Una vergogna era e una vergogna è rimasta”.

Infatti, nonostante le promesse della politica, i siciliani, durante le vacanze di Natale, sono stati costretti a pagare biglietti aerei salati. Poi è arrivata la proposta del vice Ministro Giancarlo Cancelleri…

“Non me ne parli, per favore! Lo sconto del 30 per cento sul biglietto per chi ha un reddito inferiore a 800 euro mensili. Ma come si può pensare una cosa del genere? Siamo al fallimento della politica”.

E’ pentito di aver votato, alle elezioni europee,il Movimento 5 Stelle e, in particolare, Ignazio Corrao? 

“Assolutamente sì”.

 

 

 

 

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