Biglietto aereo Palermo-Roma: 450 euro. Cosimo Gioia: “Presi per la gola”

25 giugno 2019

Lo sfogo di un agricoltore siciliano che si deve recare con urgenza a Roma per una pratica AGEA. Il problema è generale e riguarda tutti i cittadini siciliani (basti pensare a chi deve spostarsi con urgenza per problemi di salute). A tutti i siciliani viene fatto pagare il ‘lusso’ di vivere in Sicilia! L’abolizione dell’Agenzia regionale (ARSEA) che avrebbe risparmiato i viaggi a Roma. La certificazione antimafia – sempre per AGEA – che, quando va bene, ‘brucia’ sei mesi di tempo  

“Devo andare a Roma negli uffici dell’AGEA. Perché in Sicilia, a differenza di altre Regioni italiane, per i pagamenti in agricoltura, non c’è un’agenzia che opera nel nostro territorio. O meglio, avrebbe dovuto esserci, ma non c’è. Ebbene, volete sapere quanto devo pagare un biglietto aereo andata e ritorno Palermo-Roma? Circa 450 euro! Ho cercato in più siti: siamo lì: da 430 a 450 euro. Attenzione: questo non è un problema che riguarda me in quanto imprenditore agricolo siciliano: è un problema che riguarda tutti i siciliani che debbono recarsi fuori dalla Sicilia con urgenza. Anche nei trasporti aerei ci fanno pagare il fatto di vivere in Sicilia”.

Cosimo Gioia, agricoltore, produttore di grano duro nell’entroterra della Sicilia, è piuttosto contrariato.

“Quello dei costi proibitivi del trasporto aereo è un problema che riguarda tutti i cittadini della nostra Isola – aggiunge -. Ci prendono per la gola. Se una persona ha bisogno di recarsi a Roma o in una qualunque altra città italiana con urgenza, ebbene, deve pagare e basta. Ripeto: ci prendono per la gola. Non abbiamo alternative. Per noi agricoltori siciliani, poi, è una penalizzazione in più. Non basta la crisi. Non basta il prezzo del grano duro a 18-19 euro al quintale, che è una vergogna. Se ci dobbiamo interfacciare con l’AGEA (l’Agenzia dello Stato che si occupa dei pagamenti in agricoltura ndr) – cosa che, purtroppo, capita – dobbiamo prendere l’aereo e pagare l’obolo a chi gestisce questo servizio di trasporto”.

L’obolo per spostarsi dalla Sicilia verso Roma o il resto d’Italia con urgenza lo debbono pagare tutti i siciliani. Pensiamo a chi, per questioni di salute, deve pagare 450 euro. Se ha i soldi paga e parte, se non ha i soldi resta in Sicilia.

Cosa fa la politica siciliana rispetto a questo problema?

Cosa hanno fatto in un anno i parlamentari nazionali eletti in Sicilia?

“Ricordo che, in tanti, negli anni ’90 del secolo passato, proprio per agevolare la vita degli agricoltori siciliani – dice sempre Gioia – ci siamo battuti per fare istituire in Sicilia un’Agenzia che avrebbe dovuto interfacciarsi con Roma, evitando a noi agricoltori l’incombenza di volare a Roma. L’Agenzia venne istituita. Si chiamava ARSEA. Ma non c’è stato verso di farla funzionare. Non so perché, ma non ha mai funzionato. In realtà, per anni, è stato pagato anche un dirigente generale. La Regione ha nominato subito il dirigente generale. Ma l’ARSEA non ha mai funzionato. A un certo punto, nella scorsa legislatura, la politica siciliana che non ha mai fatto funzionare l’ARSEA, l’ha dichiarata inutile e l’ha cancellata. Così noi agricoltori siciliani, adesso, se dobbiamo dialogare gli AGE, prendiamo l’aereo e andiamo a Roma. Un costo in più”.

Ancora Cosimo Gioia su Facebook:

“Oggi sono polemico, ma, almeno mi sfogo: che ve ne pare della questione certificato Antimafia per il contributo AGEA superiore ai 25.000 euro? Occorrono almeno 6 mesi, se si sbrigano, per ottenerlo… Vabbé in Sicilia siamo tutti mafiosi…  Ma perché dobbiamo essere noi a dimostrarlo e non lo Stato? Altro balzello su cui nessuno parla e, nel mentre, le imprese chiudono o vengono pignorate…”.

Foto tratta da corfu.info

 

 

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