Ammettiamolo: lo sciopero di autotrasportatori e Forconi in Sicilia è stato un mezzo flop

7 gennaio 2020

La società siciliana, oggi, non ha più nemmeno la forza di scendere in piazza. I siciliani, ormai, accettano tutto: i fondi rubati da Roma, le autostrade chiuse al traffico, le strade provinciali che franano, i 3 miliardi di euro spesi per le strade Palermo-Agrigento e Agrigento Caltanissetta che restano disastrate, l’olio d’oliva tunisino, il grano canadese al glifosato, il PD, la Lega di Salvini…

Sciopero degli autotrasportatori: questo il titolo del nostro articolo di ieri:

“Domani in Sicilia autotrasportatori e Forconi in piazza? Noi siamo pessimisti”.

Perché abbiamo scritto “siamo pessimisti”? Noi riteniamo giusta la protesta, ma non crediamo che la società siciliana, oggi, sia pronta per una protesta sociale. Il motivo è semplice: la consapevolezza che la nostra Isola è stata e continua ad essere massacrata in parte c’è, ma c’è – più forte e più diffusa della consapevolezza – un sentimento di sfiducia e di arrendevolezza.

La Sicilia di oggi – spiace scrivere queste cose – vede la prevalenza di una maggioranza di persone distratta, che non si rende conto della gravissima situazione economica in cui versa la nostra Isola.

E’ gravissimo il fatto che i giovani siciliani emigrino: per studiare, dopo la laurea o semplicemente per cercare lavoro. Un po’ di protesta c’è: stamattina, ad esempio, abbiamo pubblicato un Mattinale che riprende una riflessione dell’economista Antonio Piraino.

Ed è, per l’appunto, una riflessione pessimista.

C’è il movimento Si arresti arrinesci: la voglia di lottare c’è, ma non c’è un’analisi economica e politica. I protagonisti di questo movimento dovrebbero chiedere al Governo nazionale conto e ragione del perché nella manovra economica e finanziaria 2020 per il Sud – e quindi anche per la Sicilia – non c’è nulla.

In Sicilia dovrebbero chiedere conto e ragione al PD e, in generale, al centrosinistra del perché, tra il 2014 e il 2016, hanno scippato una montagna di risorse finanziarie alla Regione siciliana.

Dovrebbero chiedere interventi concreti anche a Bruxelles: per impedire al Governo nazionale di sostituire l’intervento ordinario dello Stato (che non c’è) con i fondi europei.

Questa riflessione manca: e tutto si risolve in manifestazioni di genuina volontà che, però, non sortiscono alcun risultato concreto.

In più c’è anche l’aspetto beffardo: quei politici che sono i responsabili dell’impoverimento della Sicilia plaudono ai giovani che sfilano al grido di Si arresti arrinesci…

La verità amara è che, oggi, società siciliana non ha più nemmeno la forza di scendere in piazza. E’ una società ‘verghiana’:una società da ‘Ciclo dei vinti’. I siciliani, ormai, accettano tutto: i fondi rubati da Roma, le autostrade chiuse al traffico, le strade provinciali che franano, i 3 miliardi di euro spesi per le strade Palermo-Agrigento e Agrigento Caltanissetta per avere in cambio il nulla, l’olio d’oliva tunisino, il grano canadese al glifosato, il PD, la Lega di Salvini…

Insomma: la voglia di lottare è poca. E in alcuni casi è anche confusa. Ed è timida anche la protesta degli autotrasportatori. Basti pensare che, stamattina, davano per chiusi i porti di Palermo, Catania, Messina e Termini Imerese. Il gennaio del 2012, quando la protesta di Forconi e autotrasportatori mise in subbuglio la Sicilia, è un pallido ricordo.

Di fatto, il blocco del porto, da parte degli autotrasportatori, è andato in scena solo a Catania.

Scrive su Facebook Mariano Ferro, leader dei Forconi siciliani che hanno partecipato alla protesta:

“Da ‘I Forconi’ ai Prefetti Siciliani.
Ai Prefetti dell’Isola che conoscono bene la situazione della viabilità siciliana e che sanno dell’aumento dei costi di navigazione da parte degli armatori, col dovuto rispetto, ci piace chiedere pubblicamente: cosa serve perché le Associazioni dell’Autotrasporto vengano convocate dal Ministro alle infrastrutture On. De Micheli per trovare una soluzione che possa scongiurare qualunque aumento delle tariffe del trasporto utili solo a deprimere ulteriormente le condizioni economiche dell’Isola? Un Governo al corrente dello stato dell’A19 (autostrada Palermo-Catania ndr) unica via disastrata di collegamento tra Palermo e Catania ha bisogno di qualche incidente grave sulle penose trazzere alternative nelle quali è stato deviato il traffico per accelerare su una soluzione accettabile? Un Governo che conosce le condizioni infrastrutturali ed economiche dell’Isola ha bisogno di istigare la rabbia delle categorie per prenderti in considerazione? Vista la presenza nel governo di un vice Ministro alle Infrastrutture residente a Caltanissetta ci aspettavamo che venissero con urgenza convocate le parti per trovare una soluzione condivisa. Nulla. Siamo già nei fatti davanti ad una pericolosa disparità di trattamento tra Nord e Sud o è solo un disguido temporale dovuto al periodo festivo ? E invece un silenzio paradossale che da isolani ci declassa ad isolati che e ci fa dedurre che anche le emergenze in Sicilia hanno bisogno di tempi biblici? A ‘brevissimo’ un’assemblea di attività produttive dell’Isola deciderà il da farsi. Continuate così, siamo sulla strada giusta per riuscire a svegliare questa terra e non dite che la colpa è nostra”.

Sul Giornale di Sicilia leggiamo una dichiarazione di Marco Falcone, assessore regionale alle Infrastrutture:

“Il Governo nazionale ha ritenuto di non invitare la Regione siciliana e i rappresentanti regionali degli autotrasportatori al tavolo che si svolge oggi, a Roma, sugli aumenti del costo del trasporto marittimo. Abbiamo dunque indetto per oggi alle 17.30, nella sede dell’assessorato alle Infrastrutture, a Palermo, una riunione straordinaria della Consulta regionale dell’autotrasporto. Valuteremo, assieme ai rappresentanti della categoria, le iniziative da intraprendere sui pesanti rincari dei biglietti che l’autotrasporto sta subendo, colpo durissimo per uno dei settori più strategici per l’economia siciliana”.

Ultima domanda agli agricoltori siciliani: non è il momento di svegliarvi un po’?

AGGIORNAMENTO 1: Comunicato di TerraeLiberAzione:

Gli autoscioperanti annunciano: “da Catania – le navi per Livorno Salerno e Ravenna. ecc…. partono vuote”.
Sì, vuote di LAVORO SICILIANO – come idiozia è perfetta.
Ma come mai non “bloccate” il porto di Augusta (carburanti) o…visto che si tratta di “caro traghetti”, quello di Messina?
Forse perché a Catania siamo accoglienti e tolleranti?
Quanto al “caro traghetti” & “caro voli” è questione cronica della COLONIA SICILIA non risolvibile strutturalmente senza compagnie navali e aeree siciliane “a tariffe sociali di mercato”, come sostenuto da TerraeLiberAzione e da Consitalia, tra gli altri.

 

 

 

 

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