Tra “sifilide” e “puttane” Gianfranco Miccichè assolve gli ascari che hanno svenduto la Sicilia

18 dicembre 2019

“Quando un tempo il malato di sifilide andava in ospedale il medico non cercava la puttana che l’aveva contagiato ma il rimedio alla malattia”. Così Gianfranco Miccichè, presidente dell’Assemblea regionale siciliana – la più alta carica istituzionale della nostra Isola – illustra la sua ‘dotta’ ricetta per fronteggiare la crisi finanziaria della Regione

“Quando un tempo il malato di sifilide andava in ospedale il medico non cercava la puttana che l’aveva contagiato ma il rimedio alla malattia”.

Così, con questo linguaggio ricercato e aulico si esprime il presidente del Parlamento siciliano, Gianfranco Miccichè, a proposito della crisi finanziaria della Regione siciliana. “Sifilide” e “puttana” sono i vezzi stilnovistici della più alta carica istituzionale della Sicilia (non osiamo pensare quale sia il linguaggio delle cariche istituzionali più basse…).

La decadenza di una comunità comincia dalla lingua. E che la comunità politica siciliana sia in crisi lo si intuisce anche dal linguaggio. Gli ascari hanno svenduto l’Autonomia siciliana, ma bisogna dimenticare il passato. Parola di Miccichè, che non è interessato a capire perché, oggi, la Regione siciliana sta fallendo.

Sì, il passato non conta, dice il coordinatore di Forza Italia in Sicilia eletto presidente dell’Assemblea regionale siciliana grazie ai voti del PD: ovvero di quel partito che è il primo responsabile del default della Regione siciliana.

Giusto stasera abbiamo cominciato il nostro ‘viaggio’ tra i conti della Regione siciliana. E abbiamo cominciato con il primo ‘Patto scellerato’ firmato nel 2014 dall’allora capo del Governo nazionale, Matteo Renzi, e dall’allora presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.

Ma al presidente Miccichè non interessa sapere e capire (soprattutto capire) come sono andate le cose nel 2014. Anche perché, nel Novembre del 2012, senza il suo apporto e quello di Raffaele Lombardo, Rosario Crocetta non sarebbe mai stato eletto alla presidenza della Regione siciliana e il PD non avrebbe continuato a governare – e ad affossare – la Regione siciliana.

Dimenticare, cancellare, obliterare. Il PD ha svuotato le ‘casse’ della Regione siciliana per favorire il Governo nazionale che aveva bisogno di soldi: e a chi togliere i soldi che servono a Roma se non al Sud e alla Sicilia?

Del resto, Miccichè, con il PD di Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia ci stava benissimo: insieme, con il Governo di Raffaele Lombardo hanno amministrato la Sicilia. Nell’allegra comitiva c’era pure Antonello Montante, allora potente presidente di Confindustria Sicilia e protagonista dell’antimafia: e c’era pure lui, Gianfranco Miccichè con due assessorati.

Può, giustamente, Miccichè, oggi, essere interessato a capire di chi è la responsabilità del default non dichiarato della Regione?

 

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