UniCredit: 8 mila esuberi e 500 sportelli bancari da chiudere!

3 dicembre 2019

Le stretta dei vertici di UniCredit sul personale e sugli sportelli bancari non è una novità, se è vero che Carmelo Raffa, leader storico della FABI siciliana, lo ha più volte anticipato. Le sue, in verità, erano previsioni che si stanno avverando. Raffa dice che a pagare di più saranno il Sud e la Sicilia: e noi non facciamo fatica a credergli

UniCredit scopre le carte: nei prossimi  quattro anni manderà a casa 8 mila lavoratori e chiuderà 500 sportelli bancari. Il conto più ‘salato’ lo pagherà l’Italia e, in particolare – c’è da scommetterci – il Sud.

Questo, in estrema sintesi, il ‘futuro’ del polo bancario che aumenterà gli utili eliminando – di questo si tratta – i lavoratori e i servizi (al posto di questi ultimi la banca promette lo sviluppo del digitale).

Ma se i lavoratori piangeranno gli azionisti, invece, ci guadagneranno, se è vero che la previsione prevede la distribuzione agli stessi azionisti di circa 8 miliardi di euro tra cedole e riacquisto di azioni: 6 miliardi di euro in contanti e 2 miliardi da riacquisto di azioni proprie. Viva il capitalismo liberista!

La maggior parte dei futuri 8 mila lavoratori che verranno posti in esubero si concentrerà in Italia, mentre Germania e Austria non dovrebbero soffrire.

Gli esuberi, tirando le somme, se li ‘sciropperà’ quasi tutti l’Italia che, in effetti, ‘avvertiva il bisogno’ di nuove perdite di posti di lavoro… Quanti saranno gli esuberi in Italia? La CISL li stima intorno a 6 mila e 500.

Leggiamo una dichiarazione di Lando Maria Sileoni, leader della FABI, il più importante sindacato dei lavoratori bancari italiani:

“Nel nuovo piano non è prevista alcuna assunzione e Unicredit è una banca nella quale le lavoratrici e i lavoratori hanno già fatto molti sacrifici: gli 8.000 esuberi inseriti nel nuovo piano industriale si andrebbero ad aggiungere ai 26.650 posti di lavoro tagliati a partire dal 2007. Stesso discorso per gli sportelli: ne sono stati chiusi 1.381 e Mustier ne vorrebbe chiudere altri 500, recidendo ancora di più il rapporto con la clientela e il legame col territorio. Non c’è da sorprendersi per gli 8.000 esuberi, adesso proveranno addirittura a dire che sono 2.000 in meno rispetto a quei 10.000 che la stessa banca ha fatto filtrare a fine luglio. Ma il giochetto è banale e si smascherano da soli. Il piano industriale così com’è non può nemmeno essere preso in considerazione”.

“Mustier – prosegue Sileoni – non ha realizzato un progetto che guarda alla crescita, allo sviluppo e al futuro, ma ha creato le condizioni per tagliare i costi così da aumentare gli utili che non riesce a produrre industrialmente, che in quattro anni saranno di 17 miliardi, e distribuire dividendi per 8 miliardi. La banca è destinata a galleggiare col rischio di essere mangiata al primo passaggio di squalo. Sono pronto a confrontarmi pubblicamente, anche in uno studio televisivo, con Mustier e chiedo alla politica di intervenire nell’interesse del Paese”.

Quindi l’affondo di Sileoni:

“Jean Pierre Mustier farà come Lakshmi Mittal per la ex Ilva di Taranto: chiederà uno scudo penale per Unicredit?”.

Carmelo Raffa, leader storico della FABI in Sicilia:

“Dalla Sicilia che già ha subito tagli su tagli di sportelli bancari e il pesante ridimensionamento del personale non staremo ad osservare e quando chiamati alla protesta da parte di Lando Maria Sileoni faremo sentire la nostra voce anche sotto l’Eliseo e indossando gilet azzurri”.

 

 

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