La privatizzazione di Fontanarossa e il mistero del “vincolo militare”

29 novembre 2019

Quanti misteri e quanti affari dietro la privatizzazione del più grande aeroporto del Sud Italia. Dicono: per l’aeroporto di Catania non ci possono essere aiuti di Stato. Ma, contemporaneamente, con il MES, si preparano a dare una montagna di soldi pubblici alle banche tedesche. La verità è che la Sicilia è al centro di un Mondo: gasdotti e cavi TLC intercontinentali, Sigonella City & MUOS… in attesa dei mega-elettrodotti che ne faranno la “batteria coloniale” dell’Europa! A spese nostre, ovviamente

di Mario Di Mauro
presidente dell’Istituto TerraeLiberAzione

Dopo anni di nostri sforzi di inchiesta & comunicazione che si perdevano nelle nebbie di censure e incomprensioni, l’argomento è ormai noto, almeno ai lettori de La Sicilia, che sta facendo il suo mestiere come nessun altro.

I soci di SAC – la s.p.a. “pubblica” che gestisce l’Aeroporto di Catania – nel luglio 2014 hanno deliberato, per la prima volta, la volontà di vendere tutto, “privatizzare”: puntando alla quotazione in Borsa. L’operazione abortì nelle nebbie della lunga faida che si scatenò nella “palude dei soci” per la “spartizione” del “Miliardo”. Ora, i “vincitori della faida”, ricominciano da zero, ma con una vendita all’Asta “UE”.

Dopo la grande privatizzazione cuffariana delle Acque pubbliche (SiciliAcque: un regalo a ENEL&Bollorè, che solo TerraeLiberAzione ha denunciato, mentre accadeva, fin dal 2003!) – quella di “Fontanarossa” è la più grande privatizzazione dell’intera storia siciliana: e viene trattata come “Cosa Loro”.

L’ipocrita mantra liberista, da un trentennio, impone de facto le “privatizzazioni” e vieta gli “aiuti di Stato”. Non per le banche, però! Né per i grandi gruppi industrial-finanziari: altro che “aiuti di Stato”, hanno interi Stati al loro servizio!

Un recente “piano nazionale” prevedeva che “Fontanarossa” fosse “non strategico”, dunque declassabile, con conseguenze devastanti: ecco gli “aiuti di Stato”! Per non dire delle tariffe coloniali con le quali Alitalia – per mezzo secolo – ha fatto cassa con i sacrifici dei Siciliani, sabotando anche l’industria turistica! Altri “aiuti di Stato”! Avaja!

Al di là di precari e propagandistici sconticini sui ticket aerei spacciati nelle nebbie tricolorate di una inesistente insularità periferica e handicappata (altra cosa è la “continuità territoriale” UE, che TerraeLiberAzione & L’AltraSicilia rivendicano dal 1995 – e mi venne spiegata, concettualmente, nel 1991 dal mio amico Mario Melis, allora presidente autonomista della Regione Sardegna, che, tra l’altro, conosceva a memoria lo Statuto siciliano! E si poteva già fare!).

La questione tariffe è più complicata di quanto la propaganda elettoralistica vuol far credere. E’ demagogia per indiani delle riserve: perline colorate. Ma non lo capiranno subito. Intanto… abbiamo un treno 4.0 per il Mondo, e ci vendiamo le stazioni e i binari? Per dirne una: quanto alla copertura finanziaria degli sconticini sui ticket – a pieno regime – costa quanto una compagnia aerea nostra, a controllo pubblico, aperta ad azionisti privati ed azionariato popolare, con tariffe sociali di mercato: e che farebbe anche utili. Ma agli indiani delle riserve basta buttare un pugno di perline colorate, uno sconticino precario (e truffaldino: vedrete) mentre gli stanno “privatizzando” anche il Cielo.

Al di là dell’esigenza o meno di coinvolgere in SAC un qualificato socio privato – ma quantomeno solo “di minoranza” e che possa sostenere anche la costituzione di una Compagnia Aerea Siciliana “a tariffe sociali di mercato”. Ed è la nostra proposta d’emergenza, che prende atto della scelta scellerata di privatizzare tutto. E si può fare.

Al di là della necessità strategica di mantenere – almeno con “golden share” pubblica – un controllo sulla governance dell’Aeroporto. Ed è nella nostra proposta d’emergenza: e si può fare.

Al di là degli investimenti realmente necessari allo sviluppo dell’Aeroporto, per i quali non mancano certo le risorse finanziarie, anche pubbliche: da CDP a BEI, ma nessuno li ha mai chiesti, manco a provarci… ma si potrebbe ancora fare.

Al di là di esigenze “pensionistiche” delle CamCom, da verificare nelle cifre e diversamente risolvibili. E si può fare.

Al di là delle centinaia di lavoratori e delle tante piccole imprese dell’Aeroporto e dell’indotto (che è enorme!) i quali avranno tutto da perdere dalla malaprivatizzazione: oggi, bene o male, hai un interlocutore-controparte a kilometrozero…domani, prima o poi, lo dovrai andare ad assicutari, inseguire, magari in chissà quale Fondo “lussemburghese” con cassaforte in chissà quale “paradiso fiscale”. E non si potrà fare.

Al di là della nostra decennale opposizione a una malaprivatizzazione che cerca “giustificazioni” perfino in malpensate esigenze espansive dell’Aeroporto “Bellini” di Catania-Fontanarossa (ne sentiamo tante: seconde e terze piste, Airport City e attività commerciali “non aviation”…come se la Città fosse a 100 km da Fontanarossa!). E non sorvoliamo, ma “la Procura è avvisata”.

Tra le diverse criticità che abbiamo individuato ci teniamo a ribadire che nell’epoca del volo aereo, lo spazio aereo è un campo di battaglia. E’ territorio strategicamente conteso. E come ogni altro spazio siciliano (terrestre o marino) anche lo spazio aereo è un territorio a multiforme dominio neocoloniale: civile e militare. Lo spazio aereo siciliano è dominato nella relazione strategica tra Roma e Washington.

L’Aeroporto di Catania, gravato al suolo e in aria da una micidiale ipoteca militare, è tra i più pericolosi d’Europa. E non a causa della cenere dell’Etna, che è naturale, episodica e ragionevolmente prevedibile. Noncelodiceleuropa, ma la Mappa ufficiale dello Spazio Aereo – civile e militare – dell’Isola Contesa: sembra il cielo sopra la Siria! “I due quinti dello spazio aereo siciliano sono destinati ad esclusivo uso militare mentre metà non è controllato”, cioè, non è ufficialmente sotto controllo radar!”. Perché? Libero pascolo?

Dal quotidiano La Sicilia, 10/8/2016 – La dottoressa Baglieri – neopresidente SAC – è stata intervistata da Mario Barresi, il quale le rivolge infine una domanda spiazzante:

“COSA CAMBIA per FONTANAROSSA con i DRONI di SIGONELLA?”.

“Vorrei evitare di creare allarmismi. L’aeroporto è tridimensionale, il dominio in queste situazioni è dell’Aeronautica. Siamo serene, lo possono essere anche tutti i passeggeri”.

#STIAMOSERENI! Saremmo curiosi di sapere se nelle DUE DILIGENCE di valutazione della SAC-Fontanarossa il vincolo militare – tridimensionale macari iddhu! – viene considerato (mettiamoci anche che si tratta di un vincolo in metastasi: la storia dello SPAZIO AEREO “SICILIANO” – che stiamo ricostruendo – ce lo sta via-via svelando).

Atterriamo! C’è un “vincolo militare” che blocca lo sviluppo di “Fontanarossa” (altro che seconda e terza pista!).

Altro che sconticini sui ticket! La Sicilia è al centro di un Mondo: gasdotti e cavi TLC intercontinentali, Sigonella City & MUOS… in attesa dei mega-elettrodotti che ne faranno la “batteria coloniale” dell’Europa! A spese nostre, ovviamente.

La Sicilia è al centro di un Mondo. Il Mondo, nel Bene e nel Male, lo sa. Da Millenni. Ma se l’Isola del Tesoro è l’Isola dei Poveri e dell’emigrazione di massa… la “regione più povera d’Europa”, è anche perché è priva di Cervello Sociale e di Identità autentica. E si vende perfino gli Aeroporti! Ma cosa volete, la pensione ai neonati nel biberon tricolorato? E magari ve la daranno: col latte avvelenato! Puntu.

Foto tratta da Ad Maiora Media

 

AVVISO AI NOSTRI LETTORI

Se ti è piaciuto questo articolo e ritieni il sito d'informazione InuoviVespri.it interessante, se vuoi puoi anche sostenerlo con una donazione. I InuoviVespri.it è un sito d'informazione indipendente che risponde soltato ai giornalisti che lo gestiscono. La nostra unica forza sta nei lettori che ci seguono e, possibilmente, che ci sostengono con il loro libero contributo.
-La redazione
Effettua una donazione con paypal


Commenti